Fuoriclasse, fenomeni, extraterrestri. Scegliete pure l’appellativo che preferite. Ma è un dato di fatto che Cristiano Ronaldo e Lionel Messi hanno messo il timbro sulla storia del calcio nei primi due decenni del nuovo millennio. E continuano a farlo, non mostrando alcun segno di cedimento, né la possibilità di fermarsi e lasciare il passo ad altri.
Dal 2008 a oggi, infatti, a suon di gol, assist, giocate a effetto e trofei alzati al cielo, il portoghese e l’argentino si sono assicurati tutte le edizioni del Pallone d’Oro. E per gli altri? Non c’è stata trippa pe’ gatti. Da Xavi a Iniesta, sono tanti i talenti che l’ultima decade ha lasciato a bocca asciutta. Una generazione di campioni, provvisti di estro e carattere che non ha potuto conquistare il premio individuale di maggior prestigio. E, in molti casi, non ci riuscirà mai. Per colpa di quei due.
E se CR7 e Messi fossero stati solo due giocatori normali, come sarebbe andata? Ve lo raccontiamo in questo nuovo episodio della nostra rubrica, What If.
2008 – FERNANDO TORRES
La stagione 2007-2008 è l’annata di Fernando Torres. El Niño, a 23 anni, decide di lasciare l’Atletico Madrid per approdare al Liverpool di Rafa Benitez. Ai Colchoneros vanno venti milioni di euro più il cartellino di Luis Garcia. I Reds, invece, fanno loro un attaccante inarrestabile: sono ben 33 in 46 incontri, le reti stagionali di Torres che, a fine stagione, trascina la Spagna alla vittoria dell’Europeo, segnando il gol decisivo in finale alla Germania. Numeri da Pallone d’Oro.
2009 – SAMUEL ETO’O
A tredici anni dal successo di George Weah, il Pallone d’Oro sarebbe potuto tornare in Africa nel 2009, tra le mani di Samuel Eto’o. Il 2008-2009 è l’anno del Triplete del Barcellona di Pep Guardiola, trascinato dalla geometria di Xavi e Iniesta e dai gol del camerunese che, a fine stagione, chiude con un bottino di 36 gol in 52 presenze. La ciliegina sulla torta? Il gol che ha aperto le danze nella finale di Champions League di Roma contro il Manchester United.
2010 – WESLEY SNEIJDER
Champions League, Serie A e Coppa Italia conquistate con l’Inter, più il trionfo ai Mondiali sfiorato con l’Olanda. Stiamo parlando di Wesley Sneijder e dell’indimenticabile stagione 2009-2010. Arrivato all’Inter il 28 agosto 2009 per mettere ordine al centrocampo di José Mourinho, si presenta ai tifosi il giorno dopo disputando da titolare il derby contro il Milan, e rivelandosi fin da subito fonte di ispirazione per Diego Milito e compagni. A fine annata è il miglior assist-man della coppa dalle grandi orecchie, con sei passaggi decisivi. A Sudafrica 2010 segna ben cinque gol in sette apparizioni, ma deve arrendersi al gol di Iniesta ai supplementari nella finale con la Spagna. Faro sia del centrocampo nerazzurro che della nazionale Oranje, il Ballon d’Or sarebbe potuto finire senza problemi esposto nel salotto di casa sua.
2011 – XAVI
È il 9 giugno 2010, Xavi ha 30 anni e firma un rinnovo di contratto quadriennale con il Barcellona. A quest’età, in molti hanno già intrapreso il viale del tramonto, ma il centrocampista catalano ha voglia di togliersi ancora numerose soddisfazioni. A cominciare dal Pallone d’Oro, alla sua portata come non mai. Il 29 novembre dello stesso anno timbra il cartellino nel 5-0 interno inferto al Real Madrid. Si ripete un mese dopo in casa dei cugini dell’Espanyol, segnando nel 5-1 dello stadio Cornellà-El Prat. In Champions, Xavi risulta decisivo agli ottavi di finale contro l’Arsenal, quando nel match di ritorno mette il timbro nella remuntada, segnando uno dei tre gol che garantisce ai suoi il passaggio ai quarti. Se nel 2011 il Barca conquista Champions, Liga, Supercoppa Europea, Supercoppa di Spagna e Mondiale per club, il merito è anche del suo sei che, in quell’annata, diventa anche il giocatore con più presenze nella storia del club.
2012 – ANDRES INIESTA
Andres Iniesta è l’altro pilar del centrocampo del Barcellona e della Spagna. Già vincitore di tre Champions League, un Europeo e un Mondiale – con tanto di gol decisivo in finale con l’Olanda – nel 2011-2012, è l’indiziato numero uno a portare a casa il Pallone d’Oro. L’annata, in realtà, è al di sotto delle aspettative per il Barça, che non trionfa né in campionato, né in Europa, “accontentandosi” dei successi in Supercoppa nazionale ed Europea, Mondiale per Club e Copa del Rey. A Euro 2012, però, il folletto di Fuentealbilla decide di salire di nuovo in cattedra: dopo Austria e Svizzera 2008 e Sudafrica 2010 trascina la sua nazionale al terzo trionfo consecutivo e, alla fine, viene eletto anche miglior giocatore della competizione.
2013 – FRANCK RIBERY
Il 2012-2013 è l’anno del Bayern Monaco che centra una tripletta niente male, portando a casa campionato, coppa nazionale e – soprattutto – la Champions League, svanita dodici mesi prima ai calci di rigore nella finale giocata proprio all’Allianz Arena. Eroe di questa stagione è Franck Ribery, genio e sregolatezza, da sei o sette anni considerato uno dei calciatori più forti al globo, ma incapace di mettere il punto esclamativo alla sua carriera. Nel 2013, però, è uno dei candidati principali al Pallone d’Oro, grazie alle dieci reti e ai quindici assist messi in cassaforte in Bundesliga. In Europa segna solo una volta, ma è una costante fonte di ispirazione per Arjen Robben e Mario Mandzukic.
2014 – MANUEL NEUER
13 luglio 2014. Sette mesi dopo essersi laureato campione del Mondo per club con il Bayern, Manuel Neuer sale sul gradino più alto del globo anche con la sua Nazionale. Nel trionfo dei tedeschi è decisivo l’apporto del portiere, autore di salvataggi straordinari – decisivi gli interventi in finale con l’Argentina su Higuain e Palacio -, ma soprattutto capace di reinventare il suo ruolo. Disimpegnandosi sovente quasi da libero aggiunto, permette ai suoi compagni di giocare alti, prediligendo il pressing e le ripartenze sugli sviluppi dei suoi lanci. Se Gigi Buffon aveva mancato per un soffio il successo nel 2006, otto anni dopo sembra finalmente possibile tornare a vedere un portiere eletto miglior giocatore dell’anno – la prima e ultima volta era stato Lev Yashin nel 1963.
2015 – NEYMAR
Dopo una prima stagione d’ambientamento, fatta di tanti dribbling e pochi gol, Neymar decide di caricarsi il Barcellona sulle spalle nel 2014-2015. L’attaccante brasiliano contribuisce alla conquista del secondo Triplete nella storia dei catalani, con 51 gare e 39 centri, tra cui quello inflitto alla Juventus nella finale di Champions giocata all’Olympiastadion di Berlino. Di tutti i campioni che abbiamo menzionato e che sono rimasti senza Ballon d’Or, Neymar, per ragioni anagrafiche, sembra l’unico ancora in grado di aggiudicarsi l’ambito premio. Ma ancora è presto: per qualche altro anno si spartiranno ancora il bottino quei due. Fuoriclasse, fenomeni, extraterrestri. Fate voi.