Pelé

Ricordare Pelé, scomparso ieri a 82 anni, con le sue gesta su un campo di calcio sarebbe troppo banale. Anche perché il calcio, a differenza di altri sport più ‘americani’ (boxe, baseball, basket, football americano) non è stato molto spesso leit motiv e protagonista al cinema, le pellicole da rammentare, e sottolineare, sono infatti pochissime, a stento si contano sulle dita di una mano, indubbiamente, però, ce n’è una a cui tutti noi ‘calciofili’ siamo affettivamente legati: ‘Fuga per la vittoria‘.

Il film di John Huston, oltre a O Rei, vide protagoniste molte celebrità del calcio dell’epoca: da Osvaldo Ardiles a Bobby Moore, da Deyna a Van Himst e Wark, con Sylvester Stallone. Senza dimenticare Michael Caine e Max Von Sidow, tra gli attori, passando alla storia ed entrando per sempre nell’immaginario collettivo, per la spettacolare rovesciata di Pelé e per il rigore parato all’ultimo secondo da Sylvester Stallone.

La pellicola fu girata nel lontano 1981 e si ispirò ad un episodio dell’agosto del 1942, quando alcuni militari tedeschi di stanza a Kiev, appassionati di calcio, vennero a conoscenza che in un campo di prigionia erano detenuti alcuni giocatori ucraini, come addetti al panificio del campo.

I tedeschi, allora, per dimostrare la propria superiorità, anche calcistica, oltre che razziale, pensarono bene di sfidarli in una partita di calcio (tra le loro fila giocarono pure alcuni ungheresi), ma, nonostante ciò, essi vennero sonoramente sconfitti 5-1 dallo Start, così si chiamava la squadra dei prigionieri, che erano tutti ex giocatori della Dinamo Kiev e della Lokomotiv, per la grande gioia del pubblico accorso per sostenerli.

I tedeschi, non paghi, alla ricerca di una sonora rivincita, organizzarono a quel punto un’altra sfida, fissandola per il 9 di agosto del 1942.

Questa partita venne definita la “Partita della morte”, contro lo Start scese in campo il Flakelf, una rappresentativa formata da ufficiali tedeschi della Luftwaffe, l’arbitro fu un invece un ufficiale delle SS.

Lo Start vinse largamente per 5-3, ma, questa volta, il match fu teatro di un episodio eclatante, Klymenko, dopo aver dribblato mezza squadra avversaria ed il portiere, si fermò sulla linea di porta e, anziché segnare, calcio sprezzantemente la sfera verso il centro del campo, in un gesto di palese disapprovazione dell’evento e della situazione.

L’umiliazione patita dai tedeschi venne lavata nell’unico modo che conoscevano: l’attaccante Korotkych fu torturato e fucilato, molti altri dei giocatori vennero internati in un lager e, lì, uccisi, solo due di loro riuscirono a sopravvivere alla guerra: ad uno dei due, Makar Hončarenko, la Dinamo Kiev ha dedicato una statua.

Almeno così raccontano le versioni ‘ufficiali’ giunte ai giorni nostri, ma, una ventina d’anni fa, iniziarono a levarsi alcune voci di tenore contrario che sostenevano che si parlò della ‘partita della morte’ su ordine del governo sovietico, come propaganda antinazista.

E questo perchè nel 1992 proprio Makar Honcharenko raccontò che l’arbitro andò sì negli spogliatoi a parlare con i ragazzi dello Start, ma non per minacciarli, bensì per dire solo: «Vi prego soltanto di giocare correttamente e di stringere la mano ai vostri avversari».

Nel 2002, poi, Vladlen Putistin, figlio di Mykhaylo, un altro dei protagonisti di quel match, mostrò una foto che ritraeva i giocatori russi e tedeschi sorridere, insieme, a fine gara.

Quindi non ci sarebbe stata alcuna esecuzione o prigionia per via del risultato, anche se, in realtà, molti di quei giocatori fecero lo stesso quella fine: alcuni mesi dopo la partita, si narra infatti che quelli che lavoravano nella panetteria avrebbero cercato di avvelenare il pane destinato ai tedeschi e, scoperti, finirono, chi subito fucilato, chi imprigionato.

Nel film, ispirato alla partita della morte, il match verrà fatto disputare tra militari tedeschi e un gruppo di prigionieri di un campo in Francia.

Teatro del match, nella pellicola, è lo stadio di Colombes, dove vennero giocati alcuni incontri della Coppa del mondo ’38, ma, in realtà,  le scene vennero girate in Ungheria, nell’ Hidegkuti Stadion.

Ebbene proprio quello stadio, teatro della scena dell’invasione finale che permette ai ‘nostri’ eroi di fuggire, sparirà per sempre rimanendo solo nei nostri ricordi: ad inizio novembre, infatti, il governo ungherese ne ha disposto l’abbattimento per far posto a un nuovo impianto.

A quel punto non ci resterà altro se non premere il tasto start e rivedere, per l’ennesima volta, la partita più bella della storia del cinema…

DiRedazione Voci di Sport

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