Martedì nero per le due italiane in Champions, entrambe sconfitte, non senza qualche rimpianto.
Al Gewiss Stadium è stata una vera serata di gala, che forse gli stessi tifosi della Dea mai si sarebbero sognati, ma tant’è la crescita degli orobici dal 2016 è stata esponenziale.
L’Atalanta, da prima della classe in Italia e quinta nella classifica Champions, dov’era imbattuta, ha subito aggredito il Real Madrid, che, però, di classe e valore ne ha davvero sopra la media. I ragazzi di Ancelotti si sono infatti mostrati squadra tecnica ed operaia al tempo stesso, capace di deliziare con giocate sublimi , ma anche di difendere bassi e compatti, con umiltà forse imprevedibile. Una decina di minuti di ripartenze letali bastano ai blancos per passare in vantaggio con un gran gol di Mbappè, che però è stato costretto poco dopo a lasciare per un problema muscolare. Pian piano l’Atalanta è cresciuta, con il suo calcio fatto di triangolazioni veloci ed affondi letali, oltre che di aggressione a tuttocampo, ma il gol del pareggio, dopo tante occasioni sprecate, è arrivato solo al 45’ su rigore con De Ketelaere. La ripresa parte a ritmi più bassi, le squadre hanno dato tanto e rifiatano un po’, ma quando i nerazzurri sembrano ripartire, accelerando i ritmi, uno sfortunato rimpallo mette Vinicius Jr davanti a Carnesecchi e, per l’ala brasiliana, è semplice buttarla dentro. Il momento di sbandamento dura poco ma è sufficiente per permettere a Bellingham, il migliore in campo, di trafiggere ancora Carnesecchi. Sull’orlo del tracollo la Dea ritrova coraggio e, anziché crollare, riprende a macinare gioco ed occasioni, arrivando così al gol del 2-3 con il solito Lookman. La squadra di Gasperini, anche grazie ai cambi, ci crede fino alla fine e, proprio all’ultimo minuto, Retegui fallisce a porta vuota da mezzo metro il più facile dei tocchi, alzando sulla traversa. Nulla di compromesso per il passaggio del turno ma l’Atalanta ha fallito un importante match-ball, rimettendo tra l’altro in carreggiata il Real che era arrivato a Bergamo con l’acqua alla gola a causa delle tre sconfitte già patite.
Match comunque bellissimo e degno della Champions al più alto livello e questo è il complimento più bello che si possa fare al gioco di Gasperini e al suo approccio al gioco moderno.
Meno spumeggiante ed appassionante è stata invece la sfida di Leverkusen, dove l’Inter, arrivata da seconda in classifica, e con la porta ancora inviolata, ha dato la sensazione più che di provare a vincere per avvicinarsi alla qualificazione, di voler solo mantenere l’imbattibilità. Delle due squadre solo il Bayer ha provato a fare la partita e a vincere, creando qualche buona occasione e finendo poi per vincere, con un briciolo di fortuna, proprio all’ultimo minuto grazie ad un gol di Mukiele. Inzaghi, che pure è tanto migliorato negli anni, pur con una squadra molto forte, è stato forse troppo attendista e conservativo, ma nulla è ancor compromesso, per carità.