La sfida contro Israele doveva essere vinta per staccare il pass per i play off di marzo e vittoria è stata, un 3-0 che non deve però ingannare.
Se a Debrecen era venuta fuori una partita folle, chiusa con la vittoria degli azzurri per 5-4, dopo aver tanto sofferto ed essere andati sotto, a Udine, in uno stadio semi-vuoto e senza l’atmosfera necessaria, la sofferenza si è ripetuta e le difficoltà si sono palesate in modo evidente.
Gattuso, dopo la gara con l’Estonia, aveva cambiato schema, passando al 3-5-2, ed uomini, inserendo Mancini, Locatelli e Raspadori, ma l’approccio non è piaciuto, complice forse il clima non invitante, è mancata quella voglia di aggredire e soffocare l’avversario con pressing alto ed azioni veloci, così la partita l’ha fatto a lungo Israele con un buon palleggio che ha mandato fuori giri il pressing azzurro portato poco e male, tanto che abbiamo rischiato più d’una volta con Donnarumma tornato top con due interventi salva risultato, uno per tempo.
Così c’è voluto un episodio, ovvero un maldestro fallo al 45’ su Retegui, per ottenere un penalty che lo stesso centravanti ha realizzato, dimenticando subito l’errore della sfida di Tallin.
Nella ripresa il copione non è cambiato, la manovra era troppo lenta per mettere in difficoltà l’avversario, imprecisa e prevedibile, tanto da finire per soffrire lungamente le iniziative degli ospiti.
C’è pertanto voluta ancora una prodezza di Retegui nel finale, bravo a conquistare palla sulla trequarti e a cogliere l’angolino opposto con un tiro alla Del Piero davvero bellissimo, per far esultare i presenti e noi a casa per la bellezza del gesto (per il bomber sono già 11 le reti in azzurro).
Nel recupero è poi arrivato, sugli sviluppi di un angolo, il terzo gol con Mancini che di testa ha insaccato.
Ora, nonostante abbiamo segnato come quasi mai in passato nelle qualificazioni, occorre fare gruppo e mandare a memoria meccanismi e schemi, ma, soprattutto lavorare sulla testa per arrivare al play-off con tutti a disposizione, ma, soprattutto, con la ferrea convinzione di essere i più forti, indipendentemente dall’avversario che ci troveremo di fronte, per evitare i fallimenti delle edizioni precedenti.
E un buon viatico potrebbe essere battere la Norvegia nell’ultima sfida del girone per accrescere ulteriormente convinzione ed autostima.