Sembra proprio che l’aria d’autunno non porti buone notizie al Catania. Anche quest’anno, con l’arrivo della stagione in cui le foglie iniziano a cadere dagli alberi, pure i rossazzurri sembrano perdere smalto, lasciando per strada punti preziosi.
Era successo del resto anche l’anno scorso: dopo un avvio brillante e imbattuto, il Catania cominciò a rallentare nella parte centrale del campionato, complice una lunga lista di infortuni – su tutti quelli di Di Tacchio e Sturaro – e diverse difficoltà interne. Solo in primavera gli etnei riuscirono a rialzare la testa, dopo un periodo di evidente appannamento.
Quest’anno la storia, almeno per ora, sembra ripetersi. Alle tre vittorie iniziali (quelle contro Foggia, Cavese e Monopoli) senza subire gol ha fatto seguito la pesante sconfitta di Cosenza per 4-1, maturata in uno stadio paradossalmente silenzioso, con i tifosi di casa in rotta con la società e una squadra calabrese apparsa incerta nelle prime giornate. Eppure, proprio lì, i rossazzurri hanno ricevuto una dura lezione di realismo, tornando sulla terra con quattro reti sul groppone.
Sei giorni dopo, al “Massimino”, ci si aspettava una pronta reazione contro il Sorrento (nella foto, le due squadre durante il minuto di raccoglimento in memoria di Matteo Franzoso, lo sciatore italiano scomparso dopo una caduta in allenamento in Cile, ndr), formazione campana destinata anche quest’anno a lottare per la salvezza.Invece, la squadra di Toscano non solo non è riuscita a scardinare una difesa tutt’altro che irresistibile, ma ha anche rischiato di andare sotto: solo un rigore parato da San Andrea Dini sul finire del primo tempo ha evitato il peggio. Per il portiere rossazzurro si tratta già del secondo penalty parato al “Massimino”, dopo quello decisivo lo scorso maggio contro il Potenza ai playoff. Curiosamente, l’autore di quel rigore sbagliato, Salvatore Caturano, è oggi in forza al Catania, ma non ha ancora esordito a causa dei problemi fisici che, da troppo tempo e troppo spesso, tormentano la rosa etnea.
E proprio sugli infortuni si concentra ancora l’attenzione: per alcuni si tratta di semplici coincidenze, per altri e’ il terreno del “Cibalino” a essere un fattore di rischio, motivo per cui il Catania ha scelto di allenarsi al “Valentino Mazzola” di Misterbianco in vista delle due trasferte su sintetico, a Trapani e Cerignola. Il risultato? Due pareggi (1-1 in Sicilia e 0-0 in Puglia) e la sensazione di una squadra che rallenta proprio mentre Salernitana e Benevento continuano a correre.
Ora, con il Siracusa atteso al “Massimino” domani, i tre punti non sono solo desiderati: sono un obbligo. Perché in autunno, è vero, cadono le foglie. Ma non è detto che debba cadere anche il Catania.