Sinner

Poco più che un allenamento quello sostenuto da Jannik Sinner nel secondo turno del suo Australian Open. Il tennista altoatesino, nostro numero 1, ha avuto la meglio dell’olandese Jesper De Jong, quarto olandese nel ranking in posizione 161. Pratica abbastanza semplice per Sinner che in appena un’ora e 43 minuti ha battuto il suo avversario in un match senza appello. L’olandese, all’esordio sul circuito maggiore in questo Slam, è partito forte ma ha tenuto poco, palesando una differenza di categoria abbastanza evidente. Già al quinto game (il suo terzo di servizio) del primo set ha infatti perso la battuta in favore dell’italiano, che da quel momento ha azzannato il parziale non concedendo più nulla al suo giovane avversario. 6-2 in poco più di mezz’ora e primo set in archivio, con gli altri due che hanno seguito all’incirca lo stesso trend.

Nel secondo set De Jong è durato ancora meno al servizio, perdendo la battuta già al suo secondo turno. Anche in questo caso Sinner è stato cinico e bravo ad approfittare della difficoltà dell’avversario, concedendo solo un altro game nell’intero set e chiudendo anche questo sul 6-2. Risultato che ha poi replicato anche nell’ultimo parziale breakkando subito nel primo game di servizio di De Jong. Da là è stato tutto facile con Jannik che si è portato addirittura sul 4-0 prima di amministrare il vantaggio chiudendo nuovamente sul 6-2. Una media di poco più di mezz’ora a set per archiviare la pratica e guardare avanti. Il terzo turno gli riserverà un avversario già più impegnativo, quel Sebastian Baez che ha regolato per 3 set a 1 il colombiano Galan. Il tennista argentino 23enne, numero 29 al mondo, rappresenterà un confronto più impegnativo per Sinner, col livello della competizione che si alza a poco a poco. Jannik sta già mostrando un buon ritmo gara però, cosa che fa ben sperare i tifosi che vedono questa stagione 2024 come quella della sua definitiva consacrazione e in cui, chissà, può arrivare anche la prima storica affermazione in uno Slam dopo i premi dello scorso anno (ultimo italiano a vincerne uno fu Adriano Panatta col Roland Garros del 1976).

DiFabio Scalia

Laureato in geologia, da sempre grande appassionato di sport e scrittura. Juventino sfegatato, ma ho anche dei difetti.