Come di consueto, ogni giovedì VdS vi propone la rubrica ”Motorstoria”, che rivolge un occhio al passato per narrare alcuni eventi significativi della storia degli sport motoristici e riportarli alla memoria di appassionati e non.
L’argomento di questa settimana è un po’ differente dal consueto, visto che non si scivola in un passato più o meno remoto, ma andremo ad occuparci di alcuni fatti accaduti pochissimi anni fa ed ancora ”freschi” per chi segue i motori ed in particolare la Formula 1: le corse sono piene di storie del genere, innamoramenti tra un pilota ed un particolare circuito che portano a svariate vittorie e, spesso, a dei titoli mondiali, ma quella che lega Sebastian Vettel ed il circuito di Abu Dhabi (sede del GP degli Emirati Arabi dal 2009) esce dalla semplice simpatia pista-pilota, e sfocia quasi nella storia d’amore.
Sebastian, all’esordio sulla competitiva Red Bull nella stagione 2009 dopo un anno di apprendistato in Toro Rosso (con tanto di successo a Monza nel diluvio) ed ormai certo del secondo posto alle spalle dell’iridato Button su BrawnGP, arriva nel circuito emiratino di Yas Marina senza nulla da perdere, e nemmeno immagina che quella diventerà una pista fondamentale per alcune tappe della sua carriera, quando vince la gara d’esordio del Gran Premio asiatico e chiude in bellezza la sua prima stagione con una vettura in grado di lottare per il titolo.
L’epopea di Vettel ad Abu Dhabi, però, tocca il suo apice nella stagione 2010, quando il giovane tedesco conquista proprio qui il suo primo titolo mondiale dopo una gara folle ed inattesa, ma soprattutto senza mai essere stato in testa alla classifica in stagione: a farne le spese Fernando Alonso, che alla partenza si trova davanti a Webber e Vettel (distante 15 punti) in classifica, ed al termine della gara vinta proprio da un Vettel stratosferico e molto freddo in gara invece è secondo dopo aver subito la peggiore delle beffe. Il motivo è presto detto, succede che la Red Bull usi la strategia di Webber come il più classico degli specchietti per le allodole per attirare in trappola l’asturiano e lasciare via libera al 23enne tedesco, che si trova così la strada spianata verso il titolo: nel frattempo gli altri due contendenti arrancano in fondo alla classifica, con Alonso che perde moltissimo tempo dietro al combattivo Petrov e vede sfumare l’opportunità dell’iride in Rosso, visto che a fine gara chiude 7° davanti proprio all’altro beffato Webber e perde il Mondiale per soli 4 punti, complice il secondo successo di Seb in altrettante gare nel GP degli Emirati.
Vettel trionfa e sale in lacrime sul podio da campione del mondo a soli 23 anni (più giovane della storia), un titolo che conquisterà altre tre volte nelle stagioni successive: nel 2011 Abu Dhabi per Vettel significa ritiro, ma il risultato è comunque un titolo con tanto di record di punti ed arrivo a quota 392 in una sola stagione, mentre è nella stagione successiva che la pista di Yas Marina si lega di nuovo indissolubilmente al Mondiale vinto dal tedesco della Red Bull.
La situazione è molto simile a quella del 2010, ma a parti invertite, con Alonso in rimonta nel finale di stagione su un Vettel in leggera difficoltà e distante soli 13 punti a tre gare dal termine, ed una tegola che si abbatte sulla testa del giovane Sebastian dopo le qualifiche e rischia di contribuire alla perdita di un titolo meritato: in qualifica Vettel arriva 3° con un buon tempo, ma viene retrocesso all’ultimo posto in griglia per delle irregolarità nella gestione del carburante, una penalità, questa che avrebbe scoraggiato chiunque. Il pilota Red Bull invece non si dà per vinto, inizia a risalire la classifica e, nonostante un pit-stop anticipato per un contatto con Bruno Senna che aveva danneggiato la sua ala anteriore e con la complicità di una provvidenziale safety-car, si ritrova terzo a pochissimi giri dal termine, arrivando alle spalle di Alonso e riuscendo a limitare le perdite a tre soli punti. Tre punti che riguadagnerà in America, e che saranno decisivi per la conquista del titolo, visto che il 6° posto di Seb in Brasile ed il 2° di Alonso riducono il distacco proprio a soli tre punti a vantaggio del tedesco, al terzo iride consecutivo.
Nel 2013 la storia d’amore tra Vettel ed Abu Dhabi continua e forse scrive il suo ultimo capitolo, con una vittoria senza appello che allunga la serie di vittorie consecutive del ragazzo di Heppenheim (a fine campionato saranno 8) e contribuisce al raggiungimento del record assoluto di punti, con l’arrivo a quota 397, e del quarto iride a soli 26 anni: la storia d’amore però, sembra destinata ad interrompersi quest’anno dopo 3 successi in 5 gare complessive a Yas Marina e tante soddisfazioni personali, visto che la competitività ridotta della Red Bull, lo strapotere Mercedes e le scarse motivazioni di un Vettel pronto al passaggio in Ferrari nel 2015, non dovrebbero consentirgli di lottare per il successo in quella che può essere considerata ormai la sua pista fortunata.
Ma, si sa, le crisi ci sono anche nelle migliori coppie, e chissà che la nuova stagione e la nuova esperienza sulla Rossa non possano far riunire Vettel ed il ”suo” circuito e dare il via ad una nuova ondata di successi…