Chiusa anche la seconda serata di quarti di finale di ritorno di Champions League, che ha assegnato gli ultimi due posti per le semifinali della massima competizione internazionale europea. I verdetti sanciscono una serata nera per le squadre inglesi, come lo era stata per quelle spagnole appena 24 ore prima. Fuori infatti sia i campioni in carica del Manchester City, che non bisseranno il successo dello scorso anno, che l’Arsenal di Arteta a scapito rispettivamente di Real Madrid e Bayern Monaco.
Bayern Monaco-Arsenal 1-0
Prima delle due sfide della serata è stata quella dell’Allianz Arena tra il Bayern Monaco di Tuchel e l’Arsenal. I padroni di casa, nonostante una stagione tra le più negative della loro storia recente, son riusciti a imporre la propria legge in Europa passando il turno e tornando in semifinale di Champions dopo 4 anni. Il match non è stato semplice per loro, con un primo tempo ben giocato da entrambe le squadre con occasioni da tutte e due le parti. Bayern che è andato più vicino al vantaggio, con l’Arsenal che ha invece agito di rimessa essendo pericoloso soprattutto con le conclusioni da fuori. Match che si è però sbloccato solo nella seconda frazione con un uomo simbolo dei bavaresi, quel Joshua Kimmich che quest’anno sta vivendo una stagione complicata. Il tedesco, che ultimamente sta giocando (non proprio felicemente) nella sua originaria posizione di terzino destro, è stato il matchwinner dell’incontro segnando a metà secondo tempo con un bel colpo di testa in corsa su cui Raya non ha potuto nulla. Dopo il vantaggio bavaresi che hanno cercato il raddoppio soprattutto con Musiala, autore di un paio di strappi importanti per ribaltare il fronte d’attacco. Arsenal che ci ha provato fino all’ultimo istante ma che non è riuscito a impensierire l’eterno Manuel Neuer con conclusioni degne di nota. Finisce così 1-0, col Bayern che torna tra le prime 4 d’Europa e con l’Arsenal che abbandona la competizione e che dunque punterà tutto sulla Premier League in questo finale di stagione.
Manchester City-Real Madrid (1-1, 4-5 d.c.r.)
Un’altra scontenta inglese arriva poi dalla seconda sfida della serata, quella tra i campioni in carica del Manchester City e il Real Madrid di Carletto Ancelotti. Formazione di Guardiola che ha provato a fare lo sgarbo ai madrileni per il secondo anno di fila cercando di eliminarli nuovamente ma che ha dovuto alzare bandiera bianca dopo 120 minuti intensissimi culminati con i calci di rigore. Match che, già nel primo tempo, i padroni di casa hanno gestito comandando le operazioni, col Real Madrid che si è limitato a contrattaccare in contropiede quando possibile. A passare però sono stati proprio gli ospiti con Rodrygo al minuto 12, dopo un’azione partita per mano di uno strepitoso Jude Bellingham. Da qui in poi il City ha iniziato a tessere una tela di passaggi infiniti dalla trequarti in poi, col Real a strenua difesa del vantaggio e sempre pronto a ripartire in maniera insidiosa. Se nella prima frazione qualche ripartenza dei Blancos si è effettivamente vista però, nella ripresa la sofferenza è stata totale per gli uomini di Ancelotti. City che ha schiacciato il Real negli ultimi 20 metri assaltando il fortino ospite per praticamente tutto il secondo tempo anche dopo il pareggio, arrivato grazie a De Bruyne al 76esimo. Real che però ha retto seppur con un po’ di affanno nel finale, prolungando la contesa ai tempi supplementari. In questi 30 minuti è successo poco, col tema chiave dell’incontro che è stato sempre lo stesso: pallino del gioco in mano al City e interrotto solo da qualche sporadica ripartenza del Real. Padroni di casa che però non hanno trovato la zampata decisiva, così che si sia arrivati alla lotteria dagli 11 metri per stabilire la squadra vincente. Il Real è partito male con l’inatteso errore di Modric, ma il City ha fatto peggio sbagliando secondo e terzo rigore con Bernardo Silva e Kovacic. Merengues invece infallibili in tutti gli altri tiri ed a segno con Bellingham, Vazquez, Nacho e Rudiger, quest’ultimo autore del rigore decisivo. Alla fine la spunta quindi il nostro Carletto Ancelotti, che impone una volta il più la legge del suo Real nel terreno “preferito” della Champions League. Tanto rammarico invece per Pep Guardiola e il suo City, che ha dominato nei numeri dell’incontro ma che non è riuscito a concretizzare la supremazia portando dalla sua parte la qualificazione.