Voci di Sport ha intervistato in esclusiva, l’ex allenatore rosanero, Giuseppe Papadopulo. Il tecnico che nella stagione 2005/2006, subentrato a Gigi Del Neri, conquistò un quinto posto in campionato (Il Palermo aveva concluso la stagione all’ottavo posto, salvo poi guadagnare tre posizioni a seguito delle sentenze di Calciopoli, ndr.). I rosanero in quell’anno raggiunsero gli ottavi di Europa League e si spinsero fino alla semifinale di Coppa Italia. Queste le parole del tecnico ai nostri microfoni:
Partiamo dalla sua esperienza in rosanero. Qual è il suo ricordo di quell’annata?
“Ottimo! Non può essere diversamente. Sia per quella che è stata la mia esperienza di vita privata che per le soddisfazioni sportive. Ho instaurato un bel rapporto con la città e con i tifosi, ottenendo soprattutto ottimi risultati”.
Il Palermo è partito bene ma nelle ultime partite ha lasciato qualcosa, soprattutto in casa…
“Sto seguendo attentamente il campionato del Palermo e non solo quest’anno. Da quando ho avuto la possibilità di allenarlo e conoscere l’ambiente mi sono legato a questi colori e di conseguenza mi interesso ai risultati che i rosanero ottengono”
Un giudizio sul Corini allenatore da lei che ha avuto la possibilità di allenarlo proprio a Palermo:
“Eugenio ha già maturato delle esperienze importanti prima dell’arrivo a Palermo. Ha una grossa responsabilità, quella di dover fare bene da allenatore pur avendo già fatto la storia da calciatore. Credo per le capacità intellettive e calcistiche di Eugenio che possa riuscire benissimo anche nelle vesti di allenatore. Allena in una città importante con una società che ragiona da grande”.
Si aspettava il difficile avvio della Sampdoria, prossima avversaria del Palermo?
“A dire il vero, no. Però è chiaro, una squadra come la Sampdoria prima o poi dovrà svegliarsi. Mi auguro possa farlo dopo la partita col Palermo. Sono certo che Eugenio non sottovaluterà l’avversario, nonostante le difficoltà che sta affrontando”.
Dall’alto della sua esperienza, cosa occorre ad una squadra di B che ambisce alla promozione per centrare l’obiettivo:
“In base alle esperienze che ho avuto sia a Siena che a Lecce credo che la cosa fondamentale sia la continuità. Le squadre che puntano in alto non devono guardare ai play-off ma ad ottenere la promozione diretta, perché i play-off sono una lotteria. Il Palermo ha tutti i requisiti per ottenere la promozione diretta”.
Con lei in panchina il Palermo sfiorò i quarti di Europa League, battendo lo Shalke 04 all’andata per poi venire sconfitti in Germania. A distanza di anni qual è il suo rammarico per quella gara?
“Noi fummo estromessi dallo Schalke in una partita particolare dove giocammo purtroppo con il portiere (Andujar, ndr.) che aveva problemi alla schiena. Questo noi lo rilevammo soltanto durante la partita. Il ragazzo ci teneva a giocare quella gara e quindi tenne nascosta questa problematica che condizionò sia la nostra partita che il risultato. Vincemmo all’andata per 1-0 e ci recammo là con grandi aspettative. Al 45′ ricordo che proprio Corini, sulla linea di porta, prese il pallone col braccio e quel rigore, con la conseguente espulsione di Eugenio decretò la nostra resa”.
Vuole salutate i tifosi del Palermo?
“I tifosi vedo che sono tornati in gran massa a sostenere la squadra, loro sono veramente il dodicesimo uomo in campo, io li ricordo con grande piacere perché oltre a sostenere la squadra hanno sempre dimostrato correttezza nei confronti degli avversari. Questa è una dote da non sottovalutare”.