Fabrizio Ravanelli, storico ex attaccante campione d’Europa nel 1996 con la Juventus, è intervenuto ai microfoni di Voci di Sport per dire la sua sulla finalissima di Champions League che attende i bianconeri. Ecco le sue parole.
Che cosa si aspetta dalla finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid?
“Mi aspetto onestamente, in maniera egoistica, che sia la Juve ad alzare la coppa dopo ventuno anni. Spero che possano riuscire nell’impresa di portare a casa questo trofeo tutti i giocatori della Juventus e i loro tanti tifosi sparsi per il mondo”.
Lei ci riuscì proprio nel 1996: che emozioni si provano nel giocare e vincere una finale di Champions?
“È un qualcosa di straordinario, credo che vincere una Champions sia il sogno di qualsiasi giocatore. Ogni calciatore che lavora e fa tanti sacrifici ha il sogno nel cassetto è di vincere la Champions: giocare una finale è un privilegio, poterla vincere è il sogno di tutti, quindi mi auguro che sia la volta buona per i tanti giocatori che oggi fanno parte della Juventus e non l’hanno mai vinta”.
C’è qualche giocatore dell’attuale rosa bianconera con cui avrebbe voluto giocare?
“Non invidio nessuno perché sono stato fortunato a stare in una grande Juventus, una delle più forti della storia, e quindi sono molto felice di aver fatto parte di quella squadra con giocatori del calibro Ferrara, Vialli, Baggio, Del Piero, Baggio, Peruzzi e via dicendo. Ho avuto una squadra fortissima con grandi ragazzi e uomini veri, quindi non sono assolutamente invidioso sotto questo aspetto. Sono molto felice per i giocatori attuali, che formano una grande squadra e si meritano tutti i nostri elogi e tutte le più grandi soddisfazioni, perché hanno fatto tanti sacrifici. Vincere sei Scudetti di fila e fare tutto quello che hanno fatto loro è un qualcosa di stratosferico”.
È possibile paragonare il trio Del Piero-Vialli-Ravanelli a quello composto da Dybala, Higuaín e Mandžukić?
“Sono due tridenti straordinari e credo che abbiano molte cose in comune, tra cui il fatto di essere entrambi vincenti, perché noi abbiamo vinto la Champions e il campionato e loro Scudetto e Coppa Italia, quindi stanno facendo grandi cose e magari riescono a vincere il Triplete. Noi ci siamo andati vicini ma non ci siamo riusciti, perché abbiamo vinto solo Scudetto e Coppa Italia e abbiamo perso la finale di Coppa UEFA. Dybala, Mandžukić e Higuaín sono tre giocatori complementari, che riescono a giocare tutti e tre insieme. Credo che Allegri abbia avuto tanto coraggio a dare spazio a ognuno di loro nell’undici titolare ed è stato ripagato con i risultati. È giusto dare merito a questi giocatori, soprattutto per la loro umiltà e voglia di sacrificarsi”.
Sarebbe in grado di indicare un potenziale match-winner oppure è scaramantico?
“Non lo so, sono scaramantico ma non fino a questo punto. Credo che non si possa dire chi sarà decisivo, perché magari farà gol e deciderà la sfida un giocatore che meno ti aspetti. Inoltre sono convinto di una cosa, ossia che a vincere sarà una squadra e non un singolo giocatore, in queste partite non si può pensare che ci sia un giocatore che da solo possa spostare gli equilibri. Certo, alla fine, risulterà decisiva sicuramente una giocata di un grande campione, perché in campo ce ne sono ventidue, però credo che alla vincerà chi sarà più squadra”.
Buffon può vincere il Pallone d’oro?
“Credo che a questo punto Buffon se la giochi veramente alla pari con tutti, sia con Messi che con Ronaldo e con tutti gli altri fenomeni in lizza, quindi mi auguro che sia lui a vincere il Pallone d’oro”.
Triplete e futuro di Allegri a parte, il ciclo vincente della Juventus proseguirà comunque?
“Alla Juventus sono passati tanti allenatori bravissimi come Allegri, da Lippi a Trapattoni a Conte, gli allenatori e i giocatori cambiano, ma l’unica cosa che non cambierà mai è la Juventus, che rimarrà sempre una società vincente, avrà sicuramente momenti vincenti e meno vincenti, ma in questo momento ha intrapreso una strada importantissima per il raggiungimento di grandi traguardi e la continuerà a percorrere, al di là di chi ci sarà sia per quanto riguarda i giocatori che l’allenatore. È ovvio che tutti noi ci auguriamo che Allegri possa rimanere”.
Cosa ne pensa dell’addio alla Roma di Francesco Totti?
“Credo che siano cose personali, è difficile dare un giudizio su scelte personali. Totti è stato un grande calciatore per la Roma e per il calcio italiano e ha fatto un qualcosa di importante. Ha vinto poco rispetto alle sue qualità e a ciò ha contribuito anche il fatto che sia voluto rimanere una bandiera della Roma. Io credo che tutta Italia, chi ha visto la sua ultima partita e il discorso finale, al di là della fede calcistica, ha provato emozione e a tutti è uscita la lacrimuccia. Io mi sono emozionato tantissimo, gli auguro tutta la felicità del mondo. L’unico consiglio che gli posso dare è di godersi la famiglia, i propri affetti, sua madre e tutti quanti, che è la cosa più importante, al di là di giocare un anno in più o un anno in meno, ma le cose che non gli torneranno più è crescere i propri figli e questo è fondamentale per una persona e un giocatore come lui in questo momento”.