La dodicesima giornata di Serie A ha originato la grande ammucchiata in vetta con ben sei squadre racchiuse in appena due punti, dal Napoli capolista, alla Juventus sesta.
Il big-match di San Siro si è chiuso con un nulla di fatto, un pareggio che lascia le cose come stanno e che ha visto gli azzurri passare in vantaggio con McTominay, sugli sviluppi di un corner, e i nerazzurri impattare con un missile terra-aria di Calhanoglou. Partita chiusa e combattuta, non certo spettacolare che ha regalato sprazzi di buona Inter e momenti di bel Napoli. L’arbitro aveva cercato di rovinare tutto assegnando un penalty troppo generoso all’Inter che poi, con il suo primo errore in serie A, Calhanoglou ha calciato sul palo, con buona pace di Conte che molto se l’è presa con l’inazione della Var. Inzaghi ha visto un Inter dominante, ma in realtà i nerazzurri hanno sì attaccato di più e fatto la partita, visto che inseguivano e giocavano in casa, ma non hanno mai trasmesso la sensazione di essere la squadra inarrivabile ed ingiocabile della scorsa stagione.
Ha dovuto faticare un po’ più del dovuto l’Atalanta, che ha ribaltato nel secondo tempo il vantaggio iniziale dell’Udinese, passata nel recupero con un gran gol di Camara, grazie allea rete di Pasalic e all’autorete di Toure. I friulani si sono confermati squadra bene messa in campo, brava a soffocare il giro palla degli orobici, ma sono crollati fisicamente nella ripresa dove non sono più riusciti a tenere il motore al massimo dei giri. Per Gasperini, ed il popolo bergamasco, è arrivata la conferma che la squadra c’è e che quest’anno si potrebbe davvero lottare fino in fondo per il tricolore.
Non si ferma neppure la Fiorentina, che, dopo lo scivolone a Cipro in Conference League, torna dominante, efficace e vincente in campionato grazie ad una tripletta del rientrante ed inarrestabile Kean, che pare rinato, rispetto alle opache stagioni in bianconero. Per Palladino l’ennesima prova di forza che conferma la bontà del progetto e la sua relativamente facile messa a terra. L’Hellas ha fatto la sua onesta e bella partita, con Serdar che aveva anche impattato il primo svantaggio, ma che è crollato di colpo nella seconda parte della ripresa.
Vince pure la Lazio, che espugna Monza con un bellissimo tiro a giro di capitan Zaccagni, che mette nei guai Nesta ed esalta invece il lavoro del sempre più convincente Baroni. Alla ripresa ci sarà la sfida con il Bologna, decisamente probante per misurare le reali ambizioni dei biancocelesti, che non saranno forse di tricolore, ma di lottare per un posto nell’Europa che conta sì.
Il derby della Mole va ai bianconeri grazie ai gol di Weah nel primo tempo e di Yildiz nel finale. In mezzo davvero tantissima Juventus che crea e spreca un infinità di occasioni da rete, senza mai concederne. Motta ha portato i suoi a due punti dalla vetta, in piena bagarre-scudetto e ancora i margini di crescita sembrano molto ampi. Malissimo invece il Torino, che non è praticamente mai stato in partita, colpito a freddo non ha mai rimesso fuori la testa. Per Vanoli è ora di rimettersi a lavorare con intensità.
Getta invece nell’umido un’altra grande occasione il Milan che, a Cagliari, passa subito in svantaggio grazie ad una rete di Zortea, capovolge il risultato con una doppietta di un ritrovato e devastante Leao, salvo poi farsi raggiungere da Zappa due volte, dopo che Abraham l’aveva riportato avanti. Se la cura Fonseca sembra aver fatto bene a Leao, visto vestire con dimestichezza il ruolo di prima punta (nella serata dell’esordio dal 1’ di Camarda), invece non ha rinvigorito Theo, apparso sempre impalpabile e spaesato nella protezione del lato sinistro della difesa da cui sono arrivati i tre gol dei sardi. Così si è persa una grande occasione per recuperare qualcosa su quelli davanti, bene invece il Cagliari di Nicola, sempre sul pezzo e combattivo, capace di rimontare due volte.
Terza vittoria consecutiva del Bologna, che espugna l’Olimpico e causa l’inevitabile esonero di Juric, mai accettato e sempre respinto dall’intero ambiente giallorosso. La partita è stata vibrante e combattuta con i felsinei, avanti con Castro e raggiunti da El Shaarawy, che fanno l’allungo vincente grazie ai gol di Orsolini, giunto al quarto centro consecutivo, e di Karlsson, alla sua prima rete italiana, inutile lo splendido secondo gol di El Shaarawy. Italiano può finalmente sorridere con la squadra che ha gli stessi punti della scorsa stagione con una partita in meno. Nella capitale si aspetta ora il nome del sostituto di Juric.
Fondamentale vittoria del Parma, che espugna Venezia in rimonta, grazie all’uno–due letale di Valeri e Bonny, dopo che Nicolussi Caviglia aveva portato in vantaggio i lagunari. Tre punti d’oro per Pecchia, che torna al successo dopo quasi tre mesi, mastica invece ancora amaro Di Francesco, che vede costantemente ripetere dai suoi i soliti gravi errori.
Pareggia il Lecce, in rimonta, contro l’Empoli, che era passato in vantaggio con la seconda rete consecutiva di Pellegri, grazie al primo gol in campionato di Pierotti. Bene i toscani che continuano a dimostrarsi squadra coesa e volitiva, propositiva e coraggiosa, malino i salentini cui Gotti non è ancora riuscito a far vestire i panni giusti per essere competitivi.
L’indomito Genoa di Palladino, dopo essere stato messo alle corde dallo spettacolare e bel Como di Fabregas, passato subito in vantaggio grazie ad una rete di Da Cunha, agguanta il pari con Vogliacco al 92’, dopo che i lariani avevano più o meno clamorosamente fallito il raddoppio in una mezza dozzina di occasioni. Un punto per uno è meglio di nulla, ma troppo poco per prendere una bella boccata d’ossigeno.