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In attesa che il turno si chiuda con il posticipo di questa sera tra la capolista Inter e l’Udinese, la 31^ giornata ha regalato risultati a sorpresa che hanno un po’ cambiato il volto della classifica.

Il Milan prosegue la sua corsa fatta di sole vittorie, sono ora cinque di fila in campionato, sette contando anche l’Europa League, confermando di essere tornato ai livelli di inizio stagione. La squadra gioca bene e si diverte divertendosi, ma soprattutto conferma la sua spiccata propensione offensiva, tre questa volta le reti con Pulisic, Giroud e Leao, ovvero i suoi tre migliori marcatori, tutti e tre a segno. Buon per Pioli che se li gode, e consolida ancor di più la sua panchina, in attesa del derby europeo di andata contro la Roma, cui i rossoneri arrivano nel loro miglior momento. Bene, nonostante la sconfitta, il Lecce, che ha fatto vedere tutti i suoi pregi e la sua spiccata voglia di farsi valere contro qualsiasi avversario, doti fondamentali per portare a casa una salvezza che sarebbe meritata.

Torna al successo anche la Juventus che chiude così un periodo nerissimo che l’aveva vista conquistare appena sette punti in nove partite. Il meglio di sé i bianconeri lo fanno vedere nella prima mezz’ora in cui vanno a segno quattro volte, con ben tre gol annullati per fuorigioco, tutti su azioni da calcio da fermo, in cui la retroguardia viola ha fatto la figura delle belle statuine del presepe, ovvero totalmente statica ad ammirare gli avanti di casa fare ciò che vogliono. Resta valido solo il gol di Gatti su cui Allegri costruisce la vittoria che tanto gli piace, quella di corto muso, con la squadra che, sistematicamente, ed inesorabilmente, finisce con il rinchiudersi a ridosso della propria area di rigore a difendere il fortino. Nella ripresa è infatti un monologo viola con Szczesny miracoloso su Nico Gonzales e N’Zola a salvare sulla riga un tiro a colpo sicuro di Beltran. Juventus che respira ed allunga sul Bologna e sull’Atalanta, ma che conferma la sua indole di squadra fondata sulle individualità e su una fase difensiva spiccata e determinante. Male la viola nel primo tempo dov’è apparsa lenta, impacciata, fuori partita, molto meglio nella ripresa dove avrebbe di certo meritato il pari, ed ora sotto con la Conference League.

Perde una grande occasione il Bologna che si fa imporre lo 0-0 dal Frosinone a coronamento di una prestazione scialba e molle, una delle peggiori della stagione, dove molto ha rischiato nel primo tempo, salvo poi fare un grande mea culpa per la sciagurata esecuzione di Ndoye al 94’, che ha fallito a porta vuota il più facile dei gol. Bene il Frosinone che ha disputato un match applicato ed attento, che tiene i ragazzi di Di Francesco in corsa per la salvezza.

All’Olimpico è stata partita dura ed accesa, come nelle attese, il derby che ha sorriso alla Roma, grazie ad una rete di Mancini, a coronamento di un buon primo tempo giocato dai giallorossi, poi, nella ripresa, si è giocato praticamente ad una porta, ma la Lazio non ha comunque avuto occasioni importanti. Il finale è stato molto nervoso, come da clichè, con l’episodio finale della bandiera laziale con il topo sventolata da Mancini, che ora rischia una multa o una squalifica per comportamento antisportivo. Buone nuove pertanto per De Rossi, che torna a vincere e guadagna due punti sul Bologna rendendo la lotta Champions ancor più vivace ed incerta, male per Tudor che saluta definitivamente le velleità residue di agganciare un posto valido per l’Europa.

Cade invece in modo del tutto inatteso l’Atalanta, che, dopo il vantaggio iniziale di Scamacca, cala i ritmi e l’attenzione, facendosi prima raggiungere da Augello e poi addirittura superare nel finale da una rete di testa di Viola che incendia l’arena di Cagliari, aprendo per i sardi una strada privilegiata verso la salvezza. Per gli orobici una brutta battuta d’arresto che allontana la zona Champions e spegne un po’ l’entusiasmo e l’attesa per la sfida al Liverpool di giovedì sera. Gasperini dovrà davvero superarsi per riportare nei giusti binari il treno nerazzurro.

Torna al successo il Napoli, e lo fa in rimonta a Monza, grazie ad una prestazione maiuscola e convincente. Dopo l’iniziale vantaggio dei brianzoli con la prima rete in biancorosso di Djuric, sono infatti arrivate le reti, nella ripresa, di Osimhen, Politano e Zielinsky, e, dopo il tentativo di rientrare dei padroni di casa con il ritorno al gol di Colpani, quella definitiva di  Raspadori, regalando a Calzona tre punti d’oro che tengono aperte le speranze europee dei campani.

Fallisce invece l’aggancio ai posti buoni per l’Europa il Torino, che si fa superare al 95’ da una rete di Niang, in una sfida rocambolesca e ricca di emozioni che ha visto l’Empoli dell’ex Nicola tornare al successo, dopo quattro sconfitte consecutive, e ritornare così a sperare di poter ottenere la salvezza. Ancora una volta i ragazzi di Juric, nonostante la doppietta di Zapata, falliscono lo step di crescita indispensabile per diventare una grande. Per gli azzurri, che salutano con soddisfazione le reti di Cambiaghi e Cancellieri, è forse la nuova svolta che rianima un ambiente che si era depresso nell’ultimo mese  di tutte sconfitte.

Chi ormai ha quasi la salvezza in mano è il Genoa, che torna anch’esso al successo, e lo fa nella sfida caldissima contro l’Hellas, che scatta subito in avanti con il secondo gol consecutivo di Bonazzoli, prima di venire agguantato da Ekuban e superato dal dodicesimo gol in campionato di Gudmundsson. Nel finale è stato annullato un gol a Swiderski per un fuorigioco millimetrico in avvio dell’azione. Decidere al Var una stagione per una situazione del genere è davvero avvilente. La situazione per i gialloblu diventa davvero difficile ora.

Un’altra squadra che deve fare il mea culpa è senz’altro il Sassuolo che, nella sfida fondamentale di Salerno, getta alle ortiche il doppio vantaggio concretizzatosi grazie ai gol di Loriente e Bajrami, facendosi rimontare nella ripresa da Candreva e Maggiore. Un piccolo sorriso per Colantuono, che conquista il primo punto della sua gestione, ma che resta a distanza siderale dalla zona salvezza, un pessimo passo indietro invece per Ballardini, che perde una grande occasione per indirizzare nel verso giusto la fase finale di questa stagione orrenda per i neroverdi, che restano tra i più seri candidati alla retrocessione.

DiGiuseppe Floriano Bonanno

Nato a Torino nel 1964 e laureato in giurisprudenza a Bologna nel 1990, da una vita lavora in un’azienda top nel mondo del banking. Appassionato di sport, letteratura e viaggi, ha contribuito a diverse riviste online focalizzate su calcio e cultura. Inoltre, ha arricchito il suo percorso pubblicando una serie di romanzi.