di Simone Togna
Dopo l’intervista a mister Mauro Ardizzone, arriva ai nostri microfoni un altro signore del calcio, che ha predicato questo sport un po’ ovunque. Dalla Ternana agli Stati Uniti. Con calciatori come Kaká, Emerson e Ronaldinho a fare il tifo per lui. Sinuê Bueno Zardo è un preparatore atletico brasiliano e allenatore che oggi lavora per l’Under 23 del Miami Dade Fc e alla Barry University Athletics, in Florida. Da giocatore professionista ha girato il mondo. E, sempre con la stessa passione, come confidato in esclusiva a Voci di Sport, ha insegnato calcio. Ovunque si trovasse.
Da giocatore ha vinto la Coppa Nazionale in Brasile nel 1989. Che emozioni ha provato?
“Sì, giocavo per il Gremio, la squadra che tra l’altro detiene il numero maggiore di edizioni della Coppa. Sono cresciuto nelle divisioni giovanili del club e proprio nell’anno in cui sono diventato professionista, a 20 anni, ho avuto il privilegio di partecipare e conquistare quel meraviglioso trofeo. In squadra c’erano Edinho, che ha giocato i Mondiali del 1982 e del 1986, e aveva vestito in precedenza la maglia dell’Udinese, o Roberto de Assis, il fratello di Ronaldinho Gaucho”.
Perché oggi è diventato preparatore?
“Studiare è importante. Garantisce il futuro. Per questo ho ripreso i miei studi Universitari nel 2000, dopo due anni dal mio ritiro dal calcio professionistico. Così ho imparato l’importanza dell’educazione fisica e ho iniziato la fase di allenatore di ragazzini nella scuola calcio Grêmio FBPA. Da lì in poi sono stato allenatore di varie compagini giovanili e preparatore atletico in squadre professioniste”.
Come è arrivato a Terni?
“Grazie a Vincenzo Conti, ex bomber del Palermo. Per me è stato come un fratello maggiore, mi ha messo a lavorare accanto a lui e mi ha aperto casa sua, come se facessi parte della sua famiglia. Gli sarò eternamente grato. Abbiamo lavorato nelle giovanili della Ternana, nella categoria Under 13, disputando un buon campionato. Terni è una città stupenda, che mi resterà nel cuore, così come San Benedetto del Tronto e Roma. Dopo l’Italia ho lavorato in Corea e ora sono contento qui in Florida”.
Come procede la sua carriera negli USA?
“Sono felice negli Stati Uniti. Qui il soccer sta crescendo molto. Oggi ho il privilegio di lavorare per un club molto promettente, che sta emergendo, anno dopo anno. Tra l’altro anche il Puma Emerson, ex Nazionale del Brasile, che in Italia ha giocato per vari top club, o Rafael Ferreiro (UEFA A), collaborano per il club. L’Under 23 del Miami Dade Fc e la Barry University Athletics mi stanno regalando grandi emozioni”.
Nella sua carriera ha incontrato tanti campioni, che magari faranno il tifo per lei…
“Ho avuto modo di conoscere alcune delle grandi icone del calcio mondiale. Per me è un privilegio e un motivo di gioia. Parliamo di fuoriclasse come Ronaldinho, Emerson, Cleber Xavier. Con Lucio ci siamo incrociati fuori dal campo, frequentavamo la stessa chiesa di Porto Alegre. Kaká con me è sempre stato gentilissimo e lo ritengo davvero un fratello nella Fede”.
Pensa che il calcio negli States possa diventare importante come in Europa?
“Negli USA c’è un’organizzazione ad hoc, diversa dall’Europa. Si percepisce una sorta di pressione esterna della FIFA per standardizzare il sistema, ma quello che conta è che il calcio sia in crescita e in continuo sviluppo”.
Ha girato tanti Paesi diversi per giocare prima e insegnare calcio poi. Perché questa scelta? Si fermerà mai?
“Sono stato in otto diverse Nazioni. L’importante è aver svolto bene i miei compiti. Dentro di me porterò sempre i ricordi di dove ho vissuto. Tante esperienze diverse. Dal Portogallo al Guatemala. Dall’Argentina al Cile. Dall’Italia alla Corea. Emozioni indimenticabili. Per esempio posso raccontare della Corea del Sud, dove sono stato tre volte per lavorare con i giovani. È stato molto interessante conoscere una cultura così diversa dell’Occidente. E dell’Italia posso dire quanto fosse speciale vivere a Terni, vicino a Roma. Qualcosa di unico”.