Champions League

Dopo la serata di martedì, il calendario del mercoledì di Champions proponeva alle due italiane impegnate due sfide stuzzicanti e di prestigio, dal fascino antico, ma sempre attuale, che però in classifica potevano contare come no.

In effetti, alla fine, la loro incidenza sull’esito dei due gironi è stata interlocutoria se non nulla.

L’Inter si è presentata a Lisbona con un più che ampio e, forse, inopportuno turnover, con ben 8 cambi rispetto a Torino, con l’esordio in porta di Audero ed il rientro di Arnautovic (domenica al Maradona è attesa da una partita molto più importante), con l’obiettivo di presentarsi  in vantaggio alla sfida per il primo posto contro la Real Sociedad del 12 dicembre.

Alla fine entrambe le contender per il primato nel girone  hanno pareggiato, gli spagnoli si sono fatti imporre lo 0-0 interno dal Salisburgo mentre i nerazzurri non sono andati oltre uno scoppiettante 3-3.

La prima mezz’ora degli uomini di Inzaghi è letteralmente da incubo con i lusitani che entrano nelle maglie della difesa nerazzurra come una lama nel burro realizzando per tre volte con l’ex, inespresso a Milano, Joao Mario, che si porta così a casa il pallone, piccolo trofeo che gli rammenterà un passato che poteva essere e non è stato.

La vera Inter o il vero Benfica, fin qui non a caso ancora a zero punti, si vedono nella ripresa in cui in una ventina di minuti con Arnautovic, Frattesi ed un rigore di Sanchez i nerazzurri si riportano in parità e sfiorano addirittura  la clamorosa rimonta nel recupero con una clamorosa traversa colpita da Barella.

La sensazione che gli interessi di bottega (essere al top in campionato) abbiano prevalso su quelli di onorare l’impegno in uno dei sacri templi del calcio europeo qual è il Da Luz di Lisbona, è più che legittima, di certo, per il primo posto nel girone, tutto è rimandato alla sfida di San Siro contro la Real Sociedad, che al momento comanda il girone per differenza  reti.

Scoppiettante e ricca di gol ed emozioni è stata anche la sfida del Bernabeu in cui un bel Napoli, presentatosi quasi con la squadra tipo, non sfigura contro un Real che fa invece un ampio ricorso al turnover. Di Simeone, Rodrygo, Bellingham, Anguissa, Paz e Joselu le reti che fissano il risultato sul 4-2 finale a favore delle merengues obbligando il Napoli almeno a pareggiare nella sfida interna contro lo Sporting Braga.

La sensazione lasciata dagli azzurri è comunque positiva, si vede che la squadra è sul pezzo, l’autostima e l’aiuto reciproco sono ritornati quelli dei tempi belli, come l’organizzazione e le scelte di mister Mazzarri, che paiono quelle giuste, coerenti con l’ottimo materiale umano a disposizione.

Si sono visti incoraggianti progressi in Kvara, Anguissa e Di Lorenzo, mentre Osimhen, subentrato all’incisivo Simeone, che con il suo gol ha regalato una piccola gioia anche al padre colchonero, ha messo altri importanti minuti in vista della sfida di domenica.

DiGiuseppe Floriano Bonanno

Nato a Torino nel 1964 e laureato in giurisprudenza a Bologna nel 1990, da una vita lavora in un’azienda top nel mondo del banking. Appassionato di sport, letteratura e viaggi, ha contribuito a diverse riviste online focalizzate su calcio e cultura. Inoltre, ha arricchito il suo percorso pubblicando una serie di romanzi.