La 25^ giornata arride all’Inter che stacca ulteriormente le concorrenti e prende la discesa per la seconda stella. In zona Champions si sfilano un paio di contendenti mentre, in fondo, la lotta per la salvezza diventa sempre più ampia ed appassionante.
Che Inzaghi abbia l’ambizione dello scudetto, e con lui tutto l’ambiente nerazzurro, lo si capisce dal mancato turnover alla vigilia della delicata sfida Champions contro l’Atletico Madrid. Contro la modestissima Salernitana, derelitta e allo sbando, giocano infatti i migliori e la sfida non poteva che essere un prevedibile tiro al bersaglio. Alla fine termina 4-0, ma le reti avrebbero potuto essere molte di più, non mancano all’appello, nel tabellino dei marcatori, né Lautaro, né Thuram, e, al 90’, trova gloria persino il, fin qui, evanescente Arnautovic, mentre la terza rete è stata realizzata dal rientrante Dumfries. I campani fanno solo presenza, male la prima di Liverani, nonostante i tanti arrivi i problemi rimangono gli stessi di prima, niente filtro sulla mediana e difesa colabrodo, così si va solo in serie B. Ai nerazzurri, per vincere il ventesimo scudetto, manca orma solo lo scacco matto, ma forse ci penseranno da sole le rivali a chiamarsi fuori dalla lotta.
La Juventus, infatti, non va oltre il 2-2, dovendo per due volte rimontare l’Hellas, scattato in vantaggio con una perla di Folorunsho, pareggiata da un rigore di Vlahovic, e poi con Noslin, prima del definitivo pari di Rabiot. Gioca bene il nuovo Hellas di Baroni, sempre sul pezzo e capace di imbrigliare i bianconeri, ma non di salvaguardare una vittoria che sarebbe stata preziosissima. Male la Juventus che raccoglie il secondo punto in quattro partite, dimostrando di aver mentalmente staccato dopo la sconfitta patita con l’Inter. I delicati equilibri che aveva costruito Allegri son venuti meno di fronte alla consapevolezza di dover battagliare contro una squadra troppo più forte e completa per sperare di poter prevalere su 38 partite.
Molto peggio è riuscito a fare il Milan che, con la prospettiva di potersi addirittura issare al secondo posto, scavalcando la lumaca Juve di questo periodo, è clamorosamente crollato a Monza, in una partita folle. Pioli ha dimostrato ieri sera perché il suo ciclo al Milan è ai titoli di coda, non si possono cambiare sei uomini (tra cui tutto il tridente d’attacco e inserire dall’inizio il rientrante Thiaw) contro una squadra che è molto solida e quadrata come il Monza, che non prendeva gol da tre partite, sperando di risparmiarsi per il ritorno con il Rennes, dopo il 3-0 dell’andata. Significa o che si è presuntuosi o che si è arroganti, di certo che non si è focalizzati sul campionato, come è successo per tutta la stagione. E dire che, dopo le reti su rigore di Pessina e di Dany Mota, nel finale di primo tempo, con i cambi operati nella ripresa, e, nonostante la follia di Jovic che aveva lasciato i rossoneri in 10, era arrivato il pareggio grazie alle reti di Giroud e di Pulisic. Poi, nel recupero, come a Bergamo contro l’Atalanta, i brianzoli hanno fatto meritatamente loro la sfida con due letali ripartenze che hanno portato alle reti di Bondo, su assist di Maldini, e Colombo. Puniti da due ex!
Vince l’Atalanta, prossima avversaria di Milan ed Inter, che si dimostra squadra in grande salute, facendo un sol boccone di un Sassuolo, per lunghi tratti dominato, ma capace di impegnare severamente Carnesecchi un paio di volte. Il portiere nerazzurro entra nella storia del campionato neutralizzando a Pinamonti un rigore fatto tirare due volte e, entrambe le volte, neutralizzato. Dispensa grande calcio offensivo la Dea di un Gasperini sempre più carico, trascinata da un De Ketelaere spettacoloso ed efficace, direttore di un’orchestra quasi perfetta. Di Pasalic, Koopmeiners e Baker le reti che hanno steso i neroverdi ormai decisamente dentro fino al collo nella lotta per la salvezza. Sarà dura per Dionisi, se conserverà la panchina, venirne fuori.
Allo strapotere della Dea, in zona Champions, risponde presente anche il Bologna che, all’Olimpico, dopo una prima mezz’ora orrenda, in cui va sotto per la rete di Isaksen e rischia di subirne un altro paio, riesce a rientrare in partita grazie ad un pasticcio di Provedel che regala ad El Azzouzi la prima rete in campionato. Nella ripresa, complici le fatiche degli impegni infrasettimanali, viene fuori la squadra di Thiago Motta che domina in lungo e in largo, facendo sua la sfida con una rete di Zirkzee a coronamento di un’azione spettacolare. La panchina dei felsinei è stata nettamente superiore a quella dei biancocelesti, con tanta qualità e corsa messe in campo mentre gli avversari si spegnevano come un palloncino sgonfio.
Non demorde neppure la Roma che, sotto la guida di De Rossi, conquista la quarta vittoria in cinque partite. A Frosinone soffre la prima mezz’ora, dove la salva un paio di volte Svilar, che è stato preferito a Rui Patricio, e, ottenuto il vantaggio con Huijsen, a fine primo tempo, controlla agevolmente nella ripresa arrotondando il punteggio con le reti di Azmoun e di Paredes su rigore. Giallorossi a 4 lunghezze dal quarto posto e in piena bagarre per la Champions. Per i ciociari, che continuano ad incassare caterve di gol, la situazione di classifica inizia a farsi seria, ora i punti di vantaggio sulla zona rossa sono scesi a tre.
La Fiorentina, pur passata in vantaggio con una rete di Beltran, non riesce a far suo il derby con l’Empoli, che con Niang, ancora su rigore, acciuffa il pari ad inizio ripresa. La squadra di Italiano pare ormai in caduta libera, il quarto posto si è decisamente allontanato, meglio forse concentrarsi su Coppa Italia e Confederation League, in attesa di ritrovare il filo del gioco che pare ormai perduto. Molto bene ancora il nuovo Empoli di Nicola, che conquista il quinto risultato utile consecutivo e mantiene un piccolo vantaggio sulla zona pericolosa.
Anche il Napoli pare ormai in completa confusione, al Maradona, contro il Genoa, passato in vantaggio con Frendrup, è riuscito ad acciuffare il pari solo all’89’ con Ngonge. Mazzarri pare avere definitivamente perso il controllo sulla squadra, e lo stesso De Laurentis, di fronte a risultati e prestazioni scoraggianti, sta forse pensando ad un nuovo avvicendamento in panchina. Contro Il Barcellona, in Champions, ritornerà Osimhen, vedremo se potrà invertire questo trend davvero molto negativo.
Ritorna al successo il Torino contro il Lecce, prevalendo solo nella ripresa grazie alle reti di Bellanova e Zapata, ma trasmettendo sempre la sensazione di avere il pieno controllo del match. Juric e l’ambiente granata possono riprendere a sognare l’Europa, con buone possibilità di farcela, soprattutto se davanti alcune delle contendenti frenano così come stanno facendo. Per il Lecce un’altra battuta d’arresto, forse prevedibile, ma che deve mettere sul chi vive D’Aversa, per evitare brutte sorprese.
A Udine finisce in parità tra Udinese e Cagliari per i gol di Zemura e Gaetano, un tempo per uno e un punto per uno che tiene in vita i sardi, e forse salva la panchina di Ranieri, ma che non regala a Cioffi quei tre punti che gli avrebbero permesso di allungare sensibilmente sulla concorrenza.