Giovanili

Non c’è due senza tre. Dopo Jordi Alba e Juan Bernat, il Valencia ha trovato una nuova stellina sulla fascia sinistra. Si tratta di José Luis Gayá, terzino sinistro appena diciannovenne, già colonna della squadra che, allenata da Nuno Espirito Santo, tanto sta facendo bene in questo avvio di stagione in Liga, al punto da essere imbattuta dopo sette turni e seconda alle spalle del Barcellona, mettendosi quindi alle spalle le big madrilene.

José nasce a Pedreguer, vicino Alicante, il 25 maggio 1995, è uno dei prodotti più puri del florido vivaio dei murcielagos, nel quale è entrato a soli dieci anni. Dopo aver compiuto bruciando le tappe l’intera trafila del settore giovanile (debuttò neanche diciassettenne con la squadra B), nel settembre 2012 arriva anche l’esordio in prima squadra, nella gara di Coppa del Re contro l’UE Llagostera. Nella stagione 2013/2014 entra stabilmente nel giro dei grandi, giocando in Europa League contro il Kuban e disputando la prima gara in Liga, al Mestalla, di fronte ai futuri campioni dell’Atletico Madrid.

È però in questa stagione che Gayà, complice la partenza di Bernat in direzione Monaco di Baviera, ha finalmente lo spazio per emergere come titolare: nonostante l’arrivo di Lucas Orban dal Bordeaux, si dimostra la miglior scelta a disposizione di Espirito Santo nel ruolo, anche grazie ad un ottimo precampionato, in particolare durante l’Emirates Cup. Il tecnico portoghese lo premia con la sua fiducia e il ragazzo lo ripaga, sfoderando grandi prestazioni e contribuendo al grande momento della squadra. Il 23 settembre arriva anche la prima rete con la maglia del Che, nella vittoria casalinga per 3-0 sul Cordoba.

In nazionale, ha vestito tutte le maglie delle selezioni giovanili, dall’Under 16 all’Under 21, nella quale milita attualmente dopo essersi guadagnato la stima del CT Celades, in attesa di convincere anche Del Bosque a convocarlo con la Roja dei grandi.

CARATTERISTICHE TECNICHE

Terzino sinistro con un passato da esterno alto, al pari dei predecessori Alba e Bernat, Gayá è un giocatore dotato di grande velocità e tecnica individuale, che gli permettono di essere particolarmente pericoloso in fase offensiva, sia puntando l’uomo con l’accelerazione sia cercando il cross col suo preciso piede sinistro. Deve ancora migliorare in fase difensiva, dove commette qualche ingenuità di troppo (lampante l’episodio del fallo di mano che ha causato un rigore nel match contro l’Atletico Madrid).

In ottica mercato, il nome di Gayá sembra essere inaccessibile alle squadre italiane, alle quali servirebbe come il pane, data la carenza delle big di casa nostra nel ruolo. Il Valencia, infatti, dopo anni di difficoltà economiche, è ormai sotto il controllo (anche se ancora non ufficialmente) del magnate di Singapore Peter Lim, che, in coppia con il procuratore Jorge Mendes, è intenzionato a riportare il club ai fasti dei primi anni 2000, quando la squadra, allora allenata da Hector Cuper, raggiunse per due volte la finale di Champions. Impensabile quindi una svendita dei pezzi pregiati, come accaduto negli ultimi anni, basti pensare alle cessioni dei vari Mata, Silva, Bernat, Soldado, Jordi Alba, David Villa, solo per citarne alcuni. Il numero 31 sarà al centro del progetto per molti anni.

DiRedazione Voci di Sport

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