La decima giornata di Serie A non ha lesinato in emozioni e belle partite, e questo con buona pace dei detrattori del nostro campionato.
Il Napoli è rimasto da solo in testa, grazie alla caduta della Roma, ma ha rischiato anch’esso di fare la medesima fine, salvato dal proprio portiere Milinkovic Savic, abile a parare il rigore calciato, male, da Morata. Il Como di Fabregas ha confermato il confortante processo di crescita, disputando una partita maiuscola che l’ha visto per quasi tutta la sfida fare la partita gestendo ritmi, possesso e iniziativa, grazie ad una pressione alta continua e al coraggio di ripartire sempre dal basso. La squadra di Conte ha per quasi tutta la sfida dovuto difendere, spesso bassa, per cercare poi di ripartire, dando qualche segnale più confortante solo nella ripresa.
L’Inter ha vinto su autogol di Frese, giusto al 92’, contro l’Hellas. Nerazzurri bellissimi, veloci, aggressivi e molto propositivi nel primo quarto d’ora, ma, dopo aver trovato la rete del vantaggio con Zielinsky, hanno tirato i remi in barca offrendosi al gioco verticale ed aggressivo di un Hellas ancora una volta ben organizzato, coraggioso, ma molto sfortunato. Dopo il pari di Giovane a fine primo tempo, i gialloblu sono piaciuti più dei nerazzurri che, nella ripresa, con l’ingresso di tutti i titolari, si sono limitati ad attaccare solo con grandi traversoni e spioventi nell’area veneta, riuscendo a realizzare solo all’ultimo, o quasi, respiro, con la più sfortunata e involontaria delle autoreti. Notizie buone per Zanetti per quanto concerne il gioco, ma pessime per il risultato, con gli scaligeri scivolati nella zona a rischio. Per Chivu si mischiano elementi positivi e negativi, rischiare di non vincere una sfida iniziata con quel dominio non è positivo, vincere, comunque, alla fine, è invece più che un segnale positivo.
La sfida di San Siro è stata bellissima, forse la più bella dell’anno, con le due squadre che hanno a turno dominato, creando, e sprecando, occasioni in serie, spesso clamorose. Il Milan ha avuto il pregio di resistere nei primi 40 minuti ai giallorossi, che parevano davvero l’Atalanta di Gasperini, e, poi, sulle ali del vantaggio di Pavlovic, per 20’, hanno creato a loro volta occasioni in quantità industriale, sprecandole però tutte. Alla fine l’ha decisa Maignan, parando il penalty, calciato da Dybala, al primo errore dopo cinque centri consecutivi, che si è pure infortunato calciando. Note comunque positive per entrambi i tecnici, che, con le loro squadre, ancora con qualche difetto di troppo, paiono però in grado di poter competere per le posizioni che contano.
Il derby della Via Emilia se lo aggiudica il Bologna con una doppietta di Castro ed un gol di Miranda, dopo che Bernabè aveva portato avanti il Parma dopo appena 13 secondi. Partita a senso unico, ancor di più dopo l’espulsione per doppio giallo di Ordonez al 35’. Troppa è parsa la differenza tecnica e di valori tra le due compagini, con i ducali che, sotto un autentico fortunale, resistono al bombardamento di cross del secondo tempo fino alla fatale incertezza di Suzuky che propizia la rete felsinea. Per Cuesta una partita difficile ed una classifica che ancora non è così brutta, ma che un po’ inizia a preoccupare. Per Italiano, ancora non in panchina, l’ennesima risposta convincente di una rosa davvero intercambiabile con sette nuovi rispetto al pareggio con il Torino di mercoledì. L’alta classifica è lì, a un passo, e giovedì al’ Dall’Ara arriva il Brann.
La cura Spalletti pare dare il suoi risultati e così, dopo il successo contro l’Udinese, con Brambilla in panchina, è arrivato quello molto pesante contro la Cremonese, alla seconda sconfitta dopo quella contro l’Inter, grazie ai gol del ritrovato Kostic e di Cambiaso. Se il buongiorno si vede dal mattino non poteva esserci esordio migliore per il tecnico toscano. Juventus che rientra dunque in zona Champions e sconfitta per ora quasi indolore per i ragazzi di Nicola.
Vince anche l’Udinese, grazie ad un nuovo gol di Zaniolo, mai visto così pimpante, intraprendente e letale da almeno quattro anni. Se le note in casa Runjaic sono dunque ottime, pessime invece le notizie in casa orobica, per Juric cade anche l’unico plus stagionale, ovvero l’imbattibilità in campionato. Di questo passo per la Dea si fa davvero dura rientrare nelle posizioni di vertice.
Tra Torino e Pisa finisce con uno spettacolare pareggio per 2-2 con le reti tutte nel primo tempo. Toscani che si portano sul doppio vantaggio grazie ai primi due gol in serie A di Moreo, a 32 anni, ma, nel finale di tempo, ci pensano Simeone e Adams a rimettere le cose in equilibrio. Le due squadre proseguono il loro trend positivo, ma se Baroni è contento per la grande reazione dei suoi, Gilardino mastica amaro per non essere ancora riuscito a festeggiare un successo.
E ancora a digiuno di vittorie resta anche la Fiorentina, che subisce, anzi, la sesta sconfitta per effetto del gol di Berisha. A parte un po’ di sfortuna la squadra di Pioli è parsa inconsistente, inconcludente e nervosa. A fine gara è partita una durissima contestazione, ma, per ora, il tecnico resta e la squadra è andata in ritiro punitivo. Bella vittoria invece, assai preziosa, per il Lecce di un Di Francesco che sta plasmando una squadra coesa e cinica.
Il turno si è chiuso con i posticipi del lunedì: alle 18.30 Sassuolo-Genoa, terminata 1-2 e alle 20.45 Lazio-Cagliari, finita 1-0 per i padroni di casa.

