jannik sinner

La storia del tennis italiano è stata riscritta da Jannik Sinner, che ha conquistato l’Australian Open dopo una battaglia di quasi 4 ore con Daniil Medvedev. Torna quindi alla vittoria un atleta italiano in uno Slam poco meno di 48 anni dal Roland Garros vinto da Adriano Panatta nel 1976, una vita fa. Sinner ha vinto e lo ha fatto nel modo più epico, rimontando Medvedev da 0-2 e portando a casa la partita al quinto set dopo un recupero di grinta, carattere e grande qualità tecnica. Il nostro connazionale non era partito benissimo, con il russo che aveva dominato i primi due set (soprattutto il secondo) vincendoli entrambi 6-3. Un Sinner che appariva imballato, lento, forse con la pressione addosso della sua prima finale in uno Slam. Basti pensare che prima di questa finale l’italiano aveva perso solo un set nell’intero torneo, quello contro Djokovic in semifinale nel tie-break del terzo parziale. Per Medvedev, che aveva giocato complessivamente circa 6 ore più di Sinner in questo torneo, si prospettava una facile vittoria sullo 0-2.

Ma nel terzo set il vento è cambiato, con Sinner tornato efficace al servizio aumentando la percentuale di prime messe in campo e con un Medvedev sempre meno lucido, con le scorie delle scorse fatiche che si sono fatte sentire a poco a poco. Il russo veniva infatti da due partite vinte al quinto set, contro il polacco Hurcacz ai quarti e contro Zverev in semifinale, quest’ultimo match durissimo e rimontato dal russo sotto 0-2 nei primi due parziali. Sinner invece, ben più fresco, ha alzato il suo ritmo riuscendo ad allungare gli scambi trovando più profondità da fondocampo e più precisione e incisività nei suoi vincenti. La diversa convinzione di Jannik l’ha portato a breakkare nel momento decisivo del set, avanti 5-4 e sul servizio del russo. Un paio di punti giocati in maniera perfetta gli hanno permesso di portare a casa un game decisivo chiudendo il set sul 6-4. Con lo stesso risultato l’italiano ha poi anche vinto il quarto set, ben più combattuto e con diverse chance di break da entrambe le parti. Sinner in questa fase è stato bravo a uscire col servizio, tornato eccellente, dalle situazioni di difficoltà imposte dall’avversario che ha ripreso a martellare con buona intensità. Anche in questa occasione l’altoatesino numero 4 al mondo è stato lucido a rubare la battuta nel momento chiave del parziale, portando l’incontro al quinto e decisivo set.

sinner

Nell’ultimo parziale si è avvertito chiaramente il diverso livello fisico dei due contendenti: Sinner lucido e reattivo, Medvedev appannato dalla fatica e meno veloce a muoversi per il campo. Il russo in questa fase ha provato ad accorciare gli scambi giocando molto a rete, cosa che ben gli è riuscita nei suoi primi due giochi ma che nel terzo ha pagato a caro prezzo. Jannik ha infatti trovato un paio di risposte perfette sulle seconde del russo, che ha perso la battuta portando avanti l’azzurro sul 4-2. A questo punto è stata solo una formalità, con i game del 5-2 e del successivo 5-3 molto veloci e ben giocati da entrambi. Sull’ultimo gioco Sinner ha avuto qualche titubanza facendo rientrare Medvedev da 30-0 a 30-30, ma è poi stato bravo a mettere sempre la prima costringendo l’avversario sulla difensiva. Il match point è una sintesi perfetta del suo torneo: buona prima, varianza di colpi da destra a sinistra per far correre Medvedev e vincente sicuro in lungolinea che ha lasciato fermo il russo. Il finale dice 3-6 3-6 6-4 6-4 6-3, con Sinner che porta a casa la sua prima storica vittoria in un torneo del Grande Slam dopo un percorso quasi perfetto, fatto di soli 3 set persi (tra semifinale e finale). Crescita esponenziale per lui durante queste due settimane australiane, dimostrando di non tremare nelle occasioni importanti nemmeno quando sotto di due set a zero. A Melbourne è definitivamente nata una stella, con tifosi e appassionati che sperano che questo primo Slam sia solo l’inizio per Jannik Sinner.

DiFabio Scalia

Laureato in geologia, da sempre grande appassionato di sport e scrittura. Juventino sfegatato, ma ho anche dei difetti.