Champions League

Il martedì di Champions League ha regalato sorrisi ed una bella iniezione di fiducia a Milan e Lazio, uscite con le ossa rotte dall’ultimo turno di campionato.

I biancazzurri, al cospetto di un Feyenord in grande spolvero, soffrono, faticano, ma, alla fine, strappano un successo di capitale importanza in un girone equilibrato ma che si è messo ora in discesa.

Mai fu più calzante la frase di John Belushi in Animal House: ‘quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare’ e Sarri, dopo averlo costantemente relegato in panchina nell’ultimo mese, questa volta si affida al suo bomber principe, Ciro Immobile, ed il capitano non poteva che  rispondere presente, realizzando, proprio allo scadere del primo tempo, una rete che probabilmente è destinata a cambiare il corso della stagione.

La partita, come nelle attese, è stata particolarmente difficile, con gli olandesi ben disposti in campo e pronti ad offendere ad ogni recupero palla. Creare palle gol per una squadra che, in questo avvio di stagione, sta faticando parecchio in attacco, è stato particolarmente complicato  e solo un guizzo, come quello di Immobile poteva sparigliare le carte. Poi c’è stata tanta sofferenza, ma nelle difficoltà la squadra di Sarri si è compattata e, con il cuore, la grande attenzione e  la buona organizzazione difensiva, alla fine ha strappato una vittoria davvero importante.

Se, nel prossimo turno, all’Olimpico, contro il Celtic, arriverà una vittoria la qualificazione potrebbe arrivare addirittura con un turno d’anticipo.

Ma la grande attesa era tutta su San Siro e sulla sfida da dentro o fuori che il Milan doveva affrontare contro il Psg di Mbappè.

La partita non ha deluso le aspettative, è stata bella, combattuta, a tratti spettacolare, con le due squadre che non si sono risparmiate e, soprattutto nel primo tempo, hanno dato l’impressione   di essere due pugili a centro ring che se le davano di santa ragione, badando più a colpire che a difendersi.

Il Milan, finalmente in formazione tipo, con il solo Musah, preferito a Krunic, dopo le disastrose uscite dell’ultimo periodo, con la indecente prestazione contro l’Udinese su tutte, ha approcciato benissimo il match, concentrato, compatto, pronta a ripartire grazie alla riconquista alta.

Ma, dopo aver sprecato con il rientrante Loftus-Cheek (il migliore in campo per distacco) un’occasione colossale in avvio, al primo corner del Psg, al 9’,  è andato sotto, difesa sorpresa dalla spizzata di Marquinhos sul primo palo, e, in beata solitudine, sul secondo palo, l’ex interista Skriniar, in tuffo di testa, faceva esultare i fans parigini assiepati nel terzo anello.

Il solito Milan, forse, sarebbe crollato di schianto, ma quello di ieri sera era ben altra cosa, molto più vicino a quello delle notti magiche del passato che non a quello opaco ed imbelle delle ultime due settimane.

Dopo un’altra occasione sprecata da Musah, saliva in cattedra Leao, che con una dirompente azione personale, partita nella sua metacampo, saltati un paio di avversari, serviva sulla sinistra a Giroud una palla deliziosa, che il centravanti colpiva forte ma non abbastanza per superare Donnarumma, sulla cui respinta però Leao, in rovesciata, ribadiva in rete facendo esplodere d’entusiasmo San Siro al 12’.

Il resto del primo tempo, dopo una simile partenza, è stata una vera gioia per gli occhi degli spettatori, con le squadre che hanno creato occasioni in serie a coronamento di giocate individuali e di squadra davvero ammirevoli.

Notte vera, notte di Champions, partita elettrizzante dunque, che si decideva al 50’ quando Giroud, con uno stacco perentorio, saliva di mezza testa sopra Skriniar (facendo rammentare ai vecchi milanisti il celebre gol di Mark Hateley sulla testa di Collovati in un derby degli anni ’80) e impattava violentemente il cuoio mandandolo alle spalle di Donnarumma, incendiando letteralmente di entusiasmo irrefrenabile San Siro.

Se fin lì le squadre si erano affrontate a viso aperto, suonandosele senza esclusione di colpi, ora il tema tattico non poteva che cambiare. Il Psg, anche grazie ad una serie di  cambi tutti offensivi, prendeva in mano il pallino del gioco senza tuttavia mai rendersi davvero pericoloso, se non con un palo esterno colpito da Lee Kang-In nel finale.

Il Milan, attentissimo ed irreprensibile in difesa, si è reso molto più pericoloso, prima con una punizione di Theo Hernandez, e poi con un tiro a giro di Okafor, su cui Donnarumma si è davvero esaltato, dando il meglio di sé e respingendo la feroce contestazione che lo aveva accompagnato in tutto il match, iniziata con il lancio di falsi dollari con la sua effige già all’ingresso in campo delle squadre.

I rossoneri, dunque, al bivio della loro stagione, hanno risposto presente;  si è rivista, per lunghi tratti,  la squadra convincente che aveva stupito gli osservatori ad inizio stagione, non sbagliando praticamente nulla a parte la solita mezza dozzina di occasioni, rimanendo sempre coesa, corta e ferocemente determinata.

Sarà finalmente contento Arrigo Sacchi, che ha rivisto in campo una squadra vera, in cui tutti si sono prodigati, aiutando il compagno e, soprattutto, mettendo le qualità del singolo al servizio del collettivo.

Una menzione particolare merita Leao che, ieri sera, oltre a saltare costantemente gli avversari mettendo a soqquadro  la difesa del Psg, si è visto anche in costanti ripiegamenti difensivi, giocando finalmente da universale, cosa che potrebbe davvero farlo diventare un fuoriclasse.

Detto di Lofus-Cheek, che ha scherzato Ugarte e chiunque avesse l’ardire di affrontarlo, sembrando un gigante a confronto di nani, non si può che applaudire ancora Giroud, che a 37 anni, riesce ancora ad essere decisivo a questo livello e a segnare reti fantastiche come quella del 2-1.

L’ultima nota è però tutta per Pioli, fino alle 21 di ieri, criticato, contestato, denigrato e dileggiato, sotto la mannaia del topic #Pioliout,  capace invece di ricaricare mentalmente i suoi e di metterli in campo nel modo migliore e più adeguato alla bisogna.

Di certo il Milan, in formazione-tipo, non deve avere paura di nessuno ed è inferiore a pochi, ma i troppi infortuni che lo hanno falcidiato ne hanno fin qui condizionato la stagione.

Il girone si è ora riaperto, e se, nel prossimo match interno contro il Borussia Dortmund, attualmente primo a 7 punti, arrivasse un altro successo, allora il passaggio del turno diventerebbe possibile…

DiGiuseppe Floriano Bonanno

Nato a Torino nel 1964 e laureato in giurisprudenza a Bologna nel 1990, da una vita lavora in un’azienda top nel mondo del banking. Appassionato di sport, letteratura e viaggi, ha contribuito a diverse riviste online focalizzate su calcio e cultura. Inoltre, ha arricchito il suo percorso pubblicando una serie di romanzi.