La due giorni di Champions ha regalato alle italiane tutte e tre le gradazioni di risultato ed emozioni.
Il Milan, contrariamente ad ogni previsione ed aspettativa, si è trasformato da vittima sacrificale ad inatteso dominatore nel ribollente catino del Bernabeu. Quello visto a Madrid, e ben messo in campo da Fonseca, non era quello pasticcion, tremebondo ed altalenante visto fi qui in stagione, ma una vera squadra, coesa, convinta e letale. Con Leao, nuovamente titolare dopo tre panchine, a farla da protagonista, un centrocampo solido e creativo ed una difesa attenta e meno sbadata, è sembrato quasi naturale togliere spazi ed iniziativa ai Blancos che, solo a sprazzi, sono riusciti ad accendersi. Incredibilmente il tanto glorificato ex Carlo Ancelotti ha dovuto lasciare il passo al bistrattato e fin qui poco convincente Fonseca. Di Thiaw, Vinicius Jr su rigore, Morata e Reijnders le reti che rilanciano il Milan anche per un arrivo nelle prime otto, visto che con quella di ieri sera sono finite le partire con le grandi del suo girone. Sei punti anche per il Real che ha incassato già due inopinate sconfitte.
Sorride a metà la Juventus che, contro l’insidioso Lille, gioca una buona partita portando avanti ed applicando il credo del suo conducator Motta, tante le occasioni sprecate, come in queste sfide equilibrate bisogna evitare di fare, e poi qualche sbavatura dietro, compresa quella che ha permesso al solito David di portare avanti i suoi. Nella ripresa è poi arrivato il pari grazie ad una rete su rigore di Vlahovic, che permette ai bianconeri di salire a sette punti in piena bagarre per la qualificazione diretta agli ottavi.
Ennesima grande delusione, invece, per il Bologna che è stato beffato all’86’ da una rete del capitano dei monegaschi Kehrer, sugli sviluppi di un corner. Il Monaco, che sale a 10 punti, ha disputato un sontuoso primo tempo in cui ha messo in mostra tante belle individualità, a partire da un quasi incontenibile Embolo e dal fantasioso ed immarcabile Akliouche, e sfiorato il gol un paio di volte. Nella ripresa i felsinei sono venuti fuori, menando le danze grazie ad un’aggressione alta e proficua, salvo poi sbagliare sempre la rifinitura o il tiro, difetti che stanno fin qui caratterizzando in negativo la loro stagione. Con un solo punto e tre sconfitte in carniere le possibilità di entrare nei play-off si sono ormai ridotte al lumicino, del resto la Coppa dalle grandi orecchie è la manifestazione dei dettagli e chi sbaglia normalmente paga sempre il fio dei suoi errori.
Nella serata di ieri hanno portato a casa i tre punti l’Atalanta – corsara sul campo dello Stoccarda con reti di Lookman e Zaniolo, al primo centro in maglia bergamasca – e l’Inter, che ha portato a casa tre punti preziosi contro l’Arsenal di Arteta. I nerazzurri si sono presentati con una formazione di proposito rimaneggiata, in vista della sfida di domenica contro il Napoli, ma sono riusciti a portare ugualmente bottino pieno grazie a un rigore trasformato da Chalanoglu nei minuti di recupero del primo tempo e un Arsenal, detentore del pallino del gioco (63% possesso di palla e 14 calci d’angolo a zero), ma ampiamente abulico.