Cristian Chivu

Aspettando le ultime due partite del girone di qualificazione mondiale dell’Italia, l’undicesima giornata di Serie A ha regalato l’ennesimo cambio in testa alla classifica, continuando a regalarci un campionato equilibratissimo in tutte le zone della classifica.

In vetta c’è una nuova coppia, inedita, formata da Inter e Roma. I nerazzurri hanno avuto la strada spianata, contro la Lazio, da una rete dopo neppure tre minuti di Lautaro Martinez, cui si è aggiunta a metà ripresa quella di Bonny. Tutto facile, o quasi, dunque per i ragazzi di Chivu, contro una Lazio, che non perdeva da sei giornate e che aveva messo insieme ben sei clean-sheet, e che, dopo la partenza shock, si è resa pericolosa solo nel finale.

Ha faticato inizialmente la Roma contro la solita, coriacea, Udinese, in un match equilibrato e con molte grandi occasioni da una parte e dall’altra, deciso al 42’ dal ‘solito’ rigorino di questi tempi, assegnato dopo revisione Var, e che in campo nessuno aveva visto, neppure i romanisti. Di Pellegrini la trasformazione, di Celik, nella ripresa, il raddoppio, a coronamento della classica azione a scalare  Gasperiniana. Nel finale ci hanno poi pensato a chiudere la porta, come al solito, Svilar ed un palo.

A ruota un’altra coppia, composta da Milan e Napoli. I rossoneri a Parma hanno vanificato un primo tempo di grande qualità ed efficacia, impreziosito dalle reti di Saelemakers e di Leao su rigore, salvo poi inciampare al primo di recupero per effetto di un gol magistrale di Bernabè. I primi 20’ della ripresa sono stati un vero incubo con i ducali all’assalto, a creare occasioni su occasioni, e i meneghini incapaci di arginare la marea crociata, fino al meritato gol di Del Prato. Poi si è rivista la squadra rossonera, capace di vanificare almeno 4 occasioni di cui due davvero colossali. Allegri deve lavorare molto sulla testa dei suoi, perché il materiale umano c’è ed è buono.

Crolla senza appello il Napoli a Bologna. Nonostante i felsinei avessero due giorni in meno di riposo, e il portiere Skorupsky, fosse stato costretto  ad uscire  dopo 8’ minuti per un problema muscolare, con i campo a  e sostituirlo il diciassettenne Pessina al suo esordio in A. Dopo un primo tempo equilibrato, ma con sempre i rossoblù a fare la partita, i felsinei, passati in vantaggio in avvio di ripresa con un gran gol di Dallinga, hanno poi dominato in lungo ed in largo i campani, sciorinando calcio ‘europeo’, ad alti ritmi ed intensità, raddoppiando con Lucumi e deliziando un Dall’Ara esaurito e traboccante d’entusiasmo nonostante il tifo organizzato  fosse in sostegno ‘bianco’, dopo i provvedimenti del prefetto a seguito della splendida ed emozionante coreografia pirotecnica della curva Bulgarelli nel match di Europa League. Benissimo la squadra di Italiano che lancia la sua candidatura a lottare per i posti che contano, malissimo il Napoli, opaco, stanco,  e, a tratti, inerme, che ha mandato su tutte le furie un Conte che ha dichiarato di ‘non volere accompagnare il morto’.

Il derby della Mole ha partorito uno 0-0 con le due squadre che si sono affrontate ad armi pari, con la Juventus meglio in apertura ed il Toro uscito alla distanza. La squadra di Spalletti deve essere ancora assemblata al meglio dal mister ma, dopo il successo all’esordio, sono arrivati due pareggi e nulla sembra essere cambiato. Il Torino di questi tempi è difficilmente superabile da chiunque, non a caso ha messo in fila sei risultati utili di fila, e Baroni sta finalmente trovando la quadratura del cerchio, almeno difensivamente è al top, ora.

Sorprende ancora il Sassuolo che apre ufficialmente la crisi dell’Atalanta, battuta a domicilio per 3-0, con una doppietta di Berardi, dopo il gol in avvio di Pinamonti. Benissimo la squadra di Grosso, arrivata già a 16 punti, e quasi pronta a dare la caccia all’Europa. Molto male la squadra di Juric, ora seriamente in discussione che, dopo l’impresa di Marsiglia, cede di schianto come una vittima sacrificale. Mai vista una Dea così indecifrabile negli ultimi 10 anni, nonostante abbia una rosa importante.

Tra Lecce ed Hellas finisce 0-0 con le squadre che si sono affrontate a viso aperto senza riuscire però a superarsi, ma, soprattutto, finisce 0-0 anche tra Como e Cagliari, con i lariani che sembrano aver smarrito la via del gol, e, se non si segna, non si vincono le partite. Mentre Pisacane ha indovinato tutte le mosse e ha conquistato un pari come voleva, anzi andando vicino alla vittoria, per Fabregas c’è qualcosa su cui riflettere e lavorare, se non si vuole perdere il treno delle prime.

Vince la sua prima partita il Pisa, che ha la meglio su una Cremonese al secondo tonfo consecutivo. Per Gilardino il meritato successo arriva con Tourè al 75’, regalando ossigeno e serenità ad un ambiente comunque entusiasta, Nicola deve invece rimettere subito in carreggiata i suoi.

Finisce invece con un pirotecnico e spettacolare 2-2 la sfida tra Genoa e Fiorentina, per effetto delle reti di Ostigard, Gudmundsson, Piccoli e Colombo, con i due tecnici, nuovi, De Rossi e Vanoli, che sembrano da subito aver ridato la loro identità a due squadre con una rosa  molto più competitiva di quanto non s’è visto finora.

DiGiuseppe Floriano Bonanno

Nato a Torino nel 1964 e laureato in giurisprudenza a Bologna nel 1990, da una vita lavora in un’azienda top nel mondo del banking. Appassionato di sport, letteratura e viaggi, ha contribuito a diverse riviste online focalizzate su calcio e cultura. Inoltre, ha arricchito il suo percorso pubblicando una serie di romanzi.

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