Italia

L’intenzione di Gattuso, rispetto all’uscita di Bergamo con l’Estonia, era chiara: rinforzare il centrocampo e dare più solidità in marcatura, cosi si spiega  la sostituzione di Zaccagni con Locatelli e quella di Calafiori con Mancini.

Ma il calcio non è pura logica e ogni cosa può mutare per qualcosa che l’avversario riesce a fare e tu non avevi previsto, e così i piani vanno a carte quarantotto, proprio come è successo ieri sera sul campo neutro di Debrecen, dove abbiamo assistito alla più assurda, folle ed incredibile partita della nostra nazionale da decenni a questa parte.

Il 5-4 finale è stato l’epilogo di una sfida infinita, che pareva non voler finire mai, capace di offrire capovolgimenti di fronte e di risultato apparentemente incredibili, o impossibili.

L’Italia dei primi 20’ è una copia carbone di quella dell’ultimo periodo della gestione Spalletti, confusa, svagata e molle, l’approccio è horror, con quattro occasioni concesse in un quarto d’ora, ed il vantaggio israeliano al 15’ propiziato da una grottesco autorete di Locatelli.

Perché un approccio così insufficiente ed inatteso? Mistero!

Basta però spostare sulla fascia Tonali, a coprire l’esterno, e la partita torna in equilibrio, con gli azzurri che si rendono pericolosi con una clamorosa traversa in girata di Locatelli e un tiro strozzato di Kean, ma è proprio la punta viola, al 40’, su invito di Retegui, a controllare, accentrarsi e trafiggere il portiere con una botta incredibile dal limite.

All’intervallo è così 1-1, tutto da rifare!

Dagli spogliatoi esce la squadra di Bergamo, che inizia ad aggredire, con continuità ed efficacia, un avversario che si è mostrato abile a difendere, bravo a palleggiare e letale nel colpirci con le ripartenze dei suoi avanti brevilinei, Solomon, su tutti che proprio non riusciamo a fermare, con le buone o le cattive, ma, dopo un paio di grandi occasioni azzurre, arriva a sorpresa, sull’ennesima ripartenza, il vantaggio isaraeliano con Dor Peretz, al 52’.

A sacramentare sul divano si resta per 2’ appena, tanto basta a Kean per avventarsi su una palla vagante e scaricare in rete ancora dal limite, realizzando così il suo decimo gol in azzurro, e, poco prima dei primi cambi, Retegui difende da par suo la sfera in area e, di tacco, serve Politano, che, al volo in ispirata, trova l’angolino opposto e ci regala per la prima volta il vantaggio al 59’. Entrano Frattesi e Orsolini e la partita segue il suo chiaro copione, con gli azzurri che attaccano a spron battuto per cercare la goleada e gli israeliani che provano a farci male in ripartenza.

Entrano anche Cambiasipo e Raspadori e, proprio da una loro combinazione, nasce la rete del 4-2 all’81’, undicesimo gol azzurro per il bomber dell’Atletico Madrid.

Sembra fatta, ma, con una squadra votata all’attacco, e senza alcun equilibrio, mai dire mai e, così, sull’ennesima percussione sulla fascia di Solomon, arriva in area un cross insidioso che Bastoni, con una improvvida respinta, scaraventa nella nostra porta, confezionando il secondo autogol di serata all’87’.

E non è finita qui, perché 2’ dopo, su una punizione battuta dalla fascia, servito da una spizzata sul palo lungo, ancora Peretz da due passi insacca di testa. Clamoroso: 4-4 e vittoria buttata alle ortiche?

No, perché anche i difensori israeliani si adagiano sugli allori e un innocuo traversone di Tonali, al 91’, finisce la sua corsa in retel regalando così agli azzurri la più incredibile e folle vittoria: 5-4 e tre punti portati a casa!

Partita folle e quindi giudizio da esprimere con cautela, non ha funzionato l’approccio al match, non c’è mai stato equilibrio tra i reparti, la difesa, abbandonata all’uomo contro uomo, ha ballato tutto il tempo, commettendo errori inaccettabili a questi livelli, non aiutata molto anche da Donnarumma visto spesso incerto.

Sono invece da rimarcare la mentalità offensiva, lo spirito pugnace, la voglia di gettare il cuore oltre l’ostacolo senza mai voler accettare altro esito che non fosse la vittoria, che sono gli insegnamenti su cui ha insistito, con il suo proverbiale spirito guerriero, Mister Gattuso.

Sono così arrivati i tre punti, il secondo posto è quasi in cassaforte, ma c’è ancora tantissimo da lavorare, ma forse davvero in pochi si sarebbero aspettati l’intesa e l’efficacia dirompete di una coppia d’attacco, Kean-Retegui, da stropicciarsi davvero gli occhi.

DiGiuseppe Floriano Bonanno

Nato a Torino nel 1964 e laureato in giurisprudenza a Bologna nel 1990, da una vita lavora in un’azienda top nel mondo del banking. Appassionato di sport, letteratura e viaggi, ha contribuito a diverse riviste online focalizzate su calcio e cultura. Inoltre, ha arricchito il suo percorso pubblicando una serie di romanzi.

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