Come titolo della seconda giornata di Serie A si potrebbe prendere in prestito quello del film ‘La caduta dei giganti’ del regista Clark Le Roy, vista l’inattesa, ed incredibile, ecatombe di quasi tutte le big del campionato.
L’Inter è la sola a fare il proprio dovere, regolando per 2-0, con un gol per tempo, il volenteroso Lecce di Gotti. Le svagatezze di Genova, nonostante l’assenza di Lautaro, sostituito da Taremi, sono già un ricordo, Inzaghi ha compattato i suoi e, complice la rete di Darmian al 5’, la sua squadra gioca la solita partita solida, controllando agevolmente l’avversario, cui concede pochissimo. Il raddoppio su rigore dell’infallibile Calhanoglou mette la partita in cassaforte e permette ai nerazzurri di guadagnare, in un colpo solo, tre punti su quasi tutte le concorrenti.
L’Atalanta, nonostante la rete di testa in apertura di Retegui, al suo terzo centro in due partite, viene ribaltata dal solido ed attento Torino di Vanoli, che, prima pareggia con Ilic, e poi sorpassa con la prima rete in Serie A dello scozzese Adams, preferito a Sanabria. Gli orobici le provano tutte, creando e sprecando parecchio, ma non sono certo baciati dalla fortuna, visto i due clamorosi legni colpiti. La frittata è completa quando, nel recupero, Pasalic si fa parare il rigore del possibile pareggio dall’ottimo Milinkovic-Savic. Per Gasperini una giornata storta, in cui l’assenza dei non convocati, e prossimi alla cessione Lookman e Koopmeiners, sempre che la società non usi i mezzi forti opponendosi alle cessioni, si fa sentire eccome.
Chi cade invece senza attenuanti, né possibili giustificazioni, è il nuovo (o vecchio) Milan di Fonseca, letteralmente preso a pallate dall’ottimo Parma di Pecchia, che dopo il bell’esordio contro la Fiorentina, gioca una partita scintillante, fatta di difesa attenta e ripartenze chirurgiche e letali. La rete iniziale, la seconda in due partite, di Man al 2’, mette in salita la partita dei rossoneri, che, lenti e impacciati, non vanno quasi mai vicini al pareggio, mentre i ducali sfiorano il raddoppio a ripetizione. Nella ripresa i rossoneri almeno provano ad attaccare con maggior convinzione, anche se poi concedono praterie alle ripartenze dei crociati, che si divorano gol facilissimi, fino a che, al 66’, una giocate delle sue di Leao, l’unica, regala l’assist del comodo pareggio a Pulisic. Ma non è giornata e al 77’, ancora con una micidiale ripartenza, il Parma torna in vantaggio con il neo-entrato Cancellieri. I rossoneri, a parte un paio di legni colpiti, hanno ben poco da recriminare su questa sconfitta, Fonseca sembra lontanissimo dall’aver trovato la quadra. Il Milan, se possibile, sembra la peggior versione di quello con la difesa colabrodo dell’ultimo anno di Pioli, l’impressione è che la squadra non sappia proprio difendere, con l’unica nota lieta dell’esordio di un solido Pavlovic, che ha salvato molte situazioni disperate. I social già vogliono la testa del mister portoghese, di certo servirebbe un centravanti vero.
Chi riemerge dalla buca in cui era finito a Verona è invece il Napoli di Conte. Gli azzurri, dopo la strigliata del mister leccese, si piazzano a protezione della propria area, chiudono ogni varco e lasciano il possesso palla e l’iniziativa al Bologna, che fa la partita, e anche bene, almeno fino ai 16 metri avversari, salvo poi perdersi al momento dell’ultimo passaggio, riuscendo, alla fine a costruire una misera palla gol in oltre 100’, con Castro, che sullo 0-0, passa la palla a Meret anziché trafiggerlo da distanza ravvicinata. Il migliore in campo è Kvaratskelia, che, con un assist al bacio permette a Di Lorenzo di sbloccare il match nel recupero del primo tempo, e poi la chiude, nel momento di massima pressione degli emiliani, a metà ripresa, con una geniale azione personale. Chiude i giochi Simeone, nel recupero del secondo tempo, grazie ad un assist al bacio dell’esordiente Neres. Italiano deve ragionare molto su cosa manchi alla sua squadra per concretizzare quanto semina, urge comunque un vero bomber. Ora Conte può ripartire e portare in alto i suoi, aspettando di mandare in campo il ‘suo’ Lukaku.
Rovinosa è la caduta interna anche della Roma, che riabbraccia Dybala, dopo la scelta di rimanere nella capitale, ma che al cospetto dell’Empoli, che poco meno di un anno fa aveva triturato con un inusuale 7-0, perde a coronamento di una partita in cui tutto gira ber il verso storto. 24 tiri e oltre il 70% di possesso non bastano a vincere, tra legni colpiti, tre, e una messe di errori sotto porta e di chiusure preventive sbagliate in difesa. Di Gyan, Colombo su rigore e di Shomurodov nel finale le tre reti che fanno sorridere D’Aversa, e gettano nello sconforto il popolo giallorosso. De Rossi aspetta ancor qualcosa dal mercato, ma la partenza è stata davvero deludente fin qui.
Cade male anche la Lazio che, ad Udine, viene dominata da una bella Udinese, che offre ai propri tifosi la parte migliore di sé, dopo la partita in trincea di domenica scorsa al Dall’Ara. Lucca di testa e Thauvin, a coronamento di una insistita azione personale, mettono la sfida in discesa per i bianconeri, mentre i capitolini accorciano le distanze quando manco troppo poco alla fine con un gol di Isaksen. Per Baroni la ricostruzione non sarà così indolore.
Colpo grosso quello del Genoa che espugna l’U-Power Stadium con una rete di testa di Pinamonti alla fine del lungo recupero del primo tempo. Prima e dopo la partita la fa il Monza, che crea molto ma non concretizza. Falsa partenza per l’esordiente Nesta, ora si aspettano i giorni del Condor per porre rimedio rinforzando la rosa.
Finisce a reti inviolate invece la sfida del Franchi tra Fiorentina e Venezia, con il portiere dei lagunari, Joronen, che si erge a grande protagonista con una sequela di interventi miracolosi nella prima ora di gioco in cui i viola le tentano tutte per segnare. I 90’ di Conference League si sentono nell’ultima mezz’ora quando il Venezia esce dal guscio e sfiora più d’una volta la rete della vittoria. Per Palladino, che giovedì sera deve vincere in Ungheria, un inizio tutt’altro che semplice, con i primi mugugni che si sentono piovere, a fine partita, dalle tribune.
Il programma si chiude oggi con le sfide Cagliari-Como alle 18.30 ed Hellas Verona–Juventus alle 20.45, che potrebbe regalare il nome della capolista solitaria del campionato.