Si arriva alla sosta per le decisive sfide della nazionale contro la Macedonia del Nord, il 17 a Roma, e contro l’Ucraina, il 20 a Leverkusen, a conclusione di un turno di campionato ricco di sorprese e di indicazioni importanti per il seguito della stagione.
In un turno in cui si sono registrati quattro pareggi in pochi hanno tratto vantaggio e tra questi le due battistrada, Inter e Juventus.
I nerazzurri hanno faticato quasi fino alla fine del primo tempo per avere ragione di un coriaceo Frosinone, ci hanno pensato prima Di Marco, con una prodezza da annali, poi Calhanoglu nella ripresa, a regalare tre preziosissimi punti ad Inzaghi, che si gode il primato solitario, dopo essersi, in un colpo solo, liberato quasi definitivamente di tutta la concorrenza. L’Inter è una macchina quasi perfetta, gli ingranaggi girano a meraviglia, il turnover funziona e, anche nelle partite più complicate, c’è sempre il singolo che riesce a togliere le castagne dal fuoco, mettendo le sfide nei giusti binari, cioè quelli dell’attesa e delle micidiali ripartenze.
Diverso è il cammino della Juventus che, ogni volta, deve faticare terribilmente a portare a casa la vittoria, ultimamente però ci sta riuscendo con una puntualità svizzera e una cinica precisione. Questa volta l’ottimo Cagliari di Ranieri, reduce da una settimana da tre vittorie in fila, riesce a mettere la museruola agli avanti bianconeri per un’ora, poi però ci hanno pensato i due centrali Bremer e Rugani a chiudere la pratica, la rete di Dossena ha solo reso l’ultimo quarto d’ora più intenso e per cuori forti.
Dopo la sosta il derby d’Italia è dunque pronto per essere giocato sul campo, ma intanto sta già iniziando ad appassionare osservatori e tifosi, che si auspicano possa durare per l’intero corso della stagione.
Degli inseguitori invece non c’è più traccia, l’ultimo turno ha sancito l’apertura delle crisi irreversibili di Milan e Napoli, finite rispettivamente a 8 e 10 punti dalla vetta..
I rossoneri, a Lecce, hanno fatto il secondo harakiri consecutivo in trasferta, esattamente come già a Napoli, avanti di due gol, e in pieno controllo della partita, hanno sprecato più volte l’opportunità di realizzare il terzo gol, poi è bastato una disattenzione ed i fantasmi si sono rimaterializzati. Il gol di Sansone, subito sugli sviluppi di un corner, quasi una copia carbone di quello subito in Champions contro il Psg, ha sgretolato tutte le certezze che l’ennesimo gol di Giroud e la prima rete stagionale di Reijnders avevano costruito. La squadra si è bloccata mentalmente ed il Lecce ha poco dopo pareggiato con Banda e, a tempo scaduto, con Piccoli avrebbe anche completato una rimonta pazzesca, se la Var non avesse spento l’entusiasmo incontenibile del popolo salentino. La sensazione è quella che Pioli, solo con tutti i titolari presenti riesca a presentare una squadra vincente e mentalmente solida, ma le rinunce a Loftus-Cheek e Pulisic in partenza, e poi quella di Leao dopo 10’, hanno riproposto i soliti dubbi sui limiti delle seconde linee. Ma perché Musah al posto di Calabria e non Florenzi?
Il Napoli, ormai quasi non più di Garcia, ha deluso ancora al Maradona, incappando nella più incredibile e beffarda delle sconfitte, contro l’Empoli penultimo in classifica, capace di vincere con una rete di Kovalennko al 91’ dopo le tante prodigiose parate di Berisha. Quando le stagioni nascono male, poi le partite si dipanano proprio in questo modo, si attacca testa bassa, non si segna, ci si innervosisce e poi, sul finire, quando si getta definitivamente il cuore oltre l’ostacolo, arriva la più atroce delle punizioni con il gol che inchioda alle proprie, evidenti, responsabilità. Ora c’è la sosta e questo fa pensare che De Laurentis, dopo l’immancabile casting, licenzierà il Mister francese ed annuncerà il suo sostituto.
Al quinto posto, a braccetto, sono salite l’Atalanta e la Fiorentina.
Gli orobici, dopo essere stati a lungo dominati dall’Udinese, passata in vantaggio con Walace a fine primo tempo, sono riusciti a cogliere il pari solo al 91’ con Ederson, confermando di attraversare un momento che non è proprio dei migliore.
I viola, dopo tre sconfitte di fila, tornano al successo nel sentito derby dell’Appennino riuscendo ad avere la meglio per 2-1 (reti di Bonaventura e di Zirkzee e Gonzalez, entrambi su rigore)su un Bologna che si è comunque lasciato preferire per approccio e gestione del match, la differenza l’hanno fatta un paio di errori difensivi e le decisioni della Var. Si ferma così a 10 partite la striscia di imbattibilità dei felsinei, che hanno comunque molto da recriminare.
Il derby di Roma, attesissimo dalle tifoserie, che si sono affrontate non solo con cori e coreografie, ha partorito un deludentissimo 0-0, con poche o nulla emozioni, fotografia di due squadre incompiute e destinate ad un ruolo non così primario in questo campionato.
Pareggio anche tra Monza e Torino (in rete Ilic e Colpani, fresco di convocazione in nazionale) e tra Sassuolo e Salernitana, con i neroverdi bravi a rimontare dopo il doppio vantaggio degli ospiti (di Ikwuemesi e Dia) grazie alla doppietta di Thorsvedt.
Vince invece, riprendendo slancio, il Genoa che acuisce la crisi di un Hellas, ormai allo sbando, a decidere è stata la prima rete in serie A di Dragusin al 44’.
Adesso spazio a Spalletti e ai suoi azzurri alla ricerca del pass per Euro 2024, mentre ci sarà un po’ tempo per i vari allenatori per ricompattare le loro squadre, recuperando infortunati e, soprattutto, energie fisiche e mentali.