Con le sfide dello scorso weekend si è chiuso il girone d’andata che ha laureato l’Inter campione d’inverno con due sole lunghezze di vantaggio sulla Juventus.
Le due giganti del calcio italiano, che hanno fin qui dominato la stagione, sono arrivate all’ultima giornata di andata con il fiatone, come dimostrato dalle vittorie ottenute all’ultimo respiro, non senza qualche patema d’animo (e polemica).
L’Inter ha avuto la meglio su un volenteroso e mai domo Hellas, che, oltre ad avercela con il varista Nasca, deve rimproverare se stesso per aver fallito il penalty del pareggio al 98’ con Henry, che, per altro, gli aveva regalato il pareggio ad un quarto d’ora dalla fine. E dire che tutto pareva in discesa per i nerazzurri, dopo che il solito Lautaro Martinez, al rientro dopo due turni, aveva aperto i giochi a ridosso del quarto d’ora. Ma da quel momento è parsa ritornare la vecchia Inter di Inzaghi, quella, per intenderci, che, trovato il vantaggio, smetteva di giocare limitandosi a controllare, aspettando l’avversario per colpirlo in ripartenza. L’Hellas, pian piano ha preso fiducia e, dopo aver fallito un paio di buone occasioni, ha trovato il meritato al 74’. Il recupero è stato da cardiopalma e, purtroppo, denso di polemiche, i nerazzurri infatti hanno acciuffato il vantaggio con un tap-in di Frattesi dopo che, a inizio azione, Bastoni si era liberato di un difensore con una evidente gomitata. Diciamo che l’impressione è stata quella di una squadra arrivata con il fiato corto a questo punto della stagione, e, senza la pausa per le feste natalizie, i nodi son venuti al pettine.
Se l’Inter non ride non è che la Juve stia meglio, a Salerno, passata in svantaggio per un gol di Maggiore a fine primo tempo, i bianconeri, parsi confusi e pasticcioni, faticano oltremodo a rendersi davvero pericolosi, e, solo dopo l’espulsione per doppia ammonizione dello stesso Maggiore in avvio di ripresa, si sono riversato nella metacampo avversaria, raggiungendo il pari con Iling-Junior al 65’ e il gol-vittoria al 91’ con una bella incornata di testa di Vlahovic. E dire che solo tre giorni prima, e con molte riserve in campo, i bianconeri avevano maramaldeggiato sui campani con un tennistico 6-1. Urge ricaricare le pile e forse andare anche sul mercato per coprire qualche falla.
Difficoltà che non ha invece palesato il Milan che, al Castellani, ha avuto facilmente ragione di un Empoli, che con le tante assenze che ne hanno minato la competitività, ha fatto ben poca resistenza ai rossoneri che sono andati in rete con Loftus-Cheek, Giroud su rigore e Traorè. Pioli ha trovato nei tanti giovani risorse inattese ed insperate per far fronte alle tante assenze e ai continui infortuni, ieri è toccato a Florenzi. Procede bene la trasformazione di Theo Hernandez in un centrale affidabile, con Adli che cresce come metronomo del centrocampo, mentre convince sempre poco Leao, infilatosi in una crisi d’identità preoccupante. Intanto però i punti di vantaggio sulla quarta sono saliti a sei, addirittura otto sulla quinta.
La Fiorentina, dopo le ultime vittorie non troppo convincenti, è infatti caduta a Reggio Emilia contro un Sassuolo cui il successo mancava dal 26 novembre, di Pinamonti il gol vittoria al 9’. I viola sono parsi opachi e poco centrati, come testimoniato anche dal rigore fallito da Bonaventura ad inizio ripresa.
Anche il Bologna, dopo la brutta batosta di Udine, fallisce l’appuntamento con la vittoria, anzi, acciuffa per i capelli il pari al 96’ con De Silvestri in mischia, dopo il vantaggio del Genoa al 20’ su punizione calciata dall’islandese Gudmundsson, giunto al settimo centro in campionato e sempre più uomo-franchigia, sua anche la traversa, ancora su punizione, al 98’. I felsinei sono parsi stanchi e appesantiti, ma, soprattutto, nella ripresa hanno attaccato a pieno organico più volte sfiorando il pareggio e, alla fine, meritandolo ampiamente.
Finisce con un 1-1 che non soddisfa nessuna delle due contendenti la sfida dell’Olimpico tra Roma ed Atalanta, con gli ospiti subito in vantaggio all’8’ con Koopmeiners e i giallorossi in rete su rigore con Dybala al 39’. Le due squadre si sono affrontate a viso aperto ma forse non con quella feroce determinazione di chi è disposto a rischiare di perdere pur di cercare di vincere. Anche qui non sono mancate le polemiche con l’ormai rituale espulsione di Mourinho nel finale, con l’ex allenatore del Manchester United, in attrito con il corpo abritrale.
Vince invece ancora la Lazio, ad Udine, con una partita accorta e molto cinica, grazie alle reti di Pellegrini e Vecino, inframezzate dal momentaneo pareggio di Walace. Giocano meglio i padroni di casa che, a lungo, controllano e gestiscono i ritmi della partita, ma gli uomini di Sarri, sempre attenti in copertura, riescono a capitalizzare tutto quel che costruiscono o quasi. Dopo il pessimo inizio di stagione chiudere l’andata a 30 punti, a sole tre lunghezze dal quarto posto, non è poi così malvagio.
Chi deve iniziare a preoccuparsi seriamente è invece il Napoli, che gira a 28 punti, andando incontro all’ennesima sconfitta, un umiliante 3-0 contro il Torino, in rete con Sanabria, Vlasic e Buongiorno. Quarta sconfitta dell’era Mazzarri in campionato, sesta se si mettono in conto anche quelle con il Real Madrid in Champions e con il Frosinone, in Coppa Italia, sintomo chiaro di una situazione lontana dall’essere sotto controllo. Di questo passo la Champions diventa un miraggio, ma, quel che colpisce maggiormente, è l’involuzione nel gioco e nelle prestazioni di una squadra sempre più smarrita. Per i granata un bel successo che ne rilancia le aspirazioni europee.
Vince anche il Monza, in trasferta, a Frosinone, in una partita ricca di gol ed emozioni, che lascia i ciociari ancora al palo; di Dany Mota, Carboni, aut di Soulè, Harroui e Soulè su rigore i gol. Con cinque sconfitte ed un pareggio nelle ultime sei uscite gli uomini di Di Francesco devono iniziare a guardare dietro di sé, anche se, in chiave salvezza, quasi nessuno ha fatto punti. Bene invece i ragazzi di Palladino che tornano invece al successo dopo quattro turni e chiudono l’andata con 25 punti.
Finisce in pareggio la sfida del Via del Mare tra Lecce e Cagliari, grazie alle reti di Gendrey ed Oristanio, un punto per uno che muove la classifica tenendo i ragazzi di D’Aversa lontani dagli ultimi tre posti e permettendo ai sardi di guadagnare un punto su tutte le rivali, che permette loro di portarsi al quart’ultimo posto. In fondo l’equilibrio regna sovrano e ogni vittoria, in questo caso, vale davvero doppio.
Questo girone d’andata ha confermato l’equilibrio in tutte le zone della classifica che si è tradotto in campo con una sensibile diminuzione delle segnature rispetto alle ultime stagioni.
Giusto per mantenere viva l’attenzione degli appassionati, la settimana vedrà le otto sopravvissute affrontarsi nei quarti di finale, a sfida unica, di Coppa Italia.