Si arriva al match clou di Torino dopo che milioni di tifosi hanno già vissuto emozioni incredibili per le imprese prima di Bagnaia, che in MotoGp ha conquistato il suo secondo titolo mondiale consecutivo, e per il quartetto dei tennisti, che, dopo 47 anni, hanno regalato all’Italia la seconda Coppa Davis della nostra storia.
Inutile dire che, quando si sono provate sensazioni così speciali e quasi irripetibili, l’adrenalina si disperda e, così, anche l’attesissimo Juventus-Inter diventa quasi una partita di routine, da guardare più per dovere che per piacere.
Le due squadre, com’era lecito attendersi, hanno badato più a non perdere che ad osare per vincere, i nerazzurri hanno fatto la partita tentando di imporre la loro maggiore solidità ed intraprendenza, trovandosi però a sbattere contro il solido muro bianconero.
I due gol dei giocatori più attesi, Vlahovic e Lautaro Martinez, arrivati a metà del primo tempo, sono stati due autentici gioielli in fase di costruzione e realizzazione, manifesti ideali delle filosofie di gioco che animano le due squadre.
Frutto della riconquista alta e dell’aggressione a tutto campo quello della Juventus, perfetta ripartenza dal basso, un rilancio con i piedi di Sommer, con la sfera che, a tre tocchi, quelli di Barella e Thuram, arriva a Lautaro, bravo a tagliare al centro, sorprendendo Gatti, che incrocia di giustezza sul lato opposto.
Dopo questo apprezzabile botta e risposta, la partita è tornata sui binari del perfetto equilibrio, una partita a scacchi in cui Allegri ed Inzaghi hanno dato il meglio di sé, cercando la patta, che inevitabilmente è arrivata.
L’Inter non è così andata in fuga, facendo il vuoto alle sue spalle, la Juventus è rimasta in scia a soli due punti, ed ad approfittarne sono state così Milan e Napoli, che, vincendo le loro sfide, hanno leggermente ridotto il loro consistente distacco.
Dopo quattro partite è dunque tornato al successo il Milan, praticamente senza attaccanti e con i centrali contati. Sono bastati un rigore di Theo Hernandez e una ‘facciata’ di Maignan nel finale, a regolare una Fiorentina, propositiva e pericolosa in tutta la ripresa, ma incapace di concretizzare le occasioni. Quarta sconfitta nelle ultime cinque uscite per i viola, che non riescono così a fare il salto di qualità che li avrebbe lanciati in orbita Champions. Un brodino per i rossoneri, incerottati e in crisi di identità e risultati, attesi ora alla sfida da dentro o fuori in Champions contro il Borussia Dortmund, che potrebbe influenzare già da adesso l’intera stagione. Da annotare, nei minuti finali, l’ingresso in campo del centravanti della primavera di Abate, Francesco Camarda, che con 15 anni e otto mesi è il più giovane esordiente in serie A della storia.
Vince in trasferta anche il nuovo Napoli di Mazzarri, che, nella ripresa, ritrova anche il suo bomber principe Osimhen, e lo fa su un campo tradizionalmente ostico, qual è quello di Bergamo. Il 2-1, con le reti di Kvara ed Elmas, non solo rimette in carreggiata gli azzurri, ma allontana anche una diretta concorrente per la zona Champions. Ottimo l’approccio al match ed il primo tempo che ha trasmesso l’imressione di una squadra più compatta e coesa, che, raggiunta nella ripresa da una rete di Lookman, è stata poi capace di soffrire e di rialzare la testa con una zampata del Macedone, servito da Osimhen. Se la crisi sia davvero alle spalle lo vedremo nelle prossime uscite, a partire dalla prossima che vedrà arrivare al Maradona la capolista Inter, una delle ex squadre del mister toscano.
In zona Champions si affaccia anche la Roma, capace di stendere l’insidiosa Udinese grazie ad un 3-1, che testimonia la compattezza difensiva e la ritrovata verve realizzativa, tornata decisamente di rilievo grazie alle reti di Mancini, Dybala ed El Shaarawy, dopo che a inizio ripresa Thauvin aveva riportato in parità la sfida. Mourinho, ancora privo di Smalling, continua a fare il pompiere, cercando di distogliere l’attenzione dai suoi, ma la marcia dei giallorossi, dopo la partenza horror, è davvero più che rassicurante, negli ultimi due mesi, dopo la sconfitta in goleada contro il Genoa, solo l’Inter, e a fatica, ha loro imposto lo stop.
Ben diverso il mood in casa biancoceleste, la Lazio, pur passata in vantaggio a Salerno con una rete su rigore di Immobile, è stata poi raggiunta e superata nel finale dalla Salernitana (di Kastanos e dell’ex Candreva le reti). La squadra di Inzaghi ha così raccolto la prima vittoria in campionato e può iniziare a vedere la salvezza, distante ora appena due punti. Davvero non ci sono più argomentazioni per spiegare una crisi che non è solo di risultati ma anche di gioco e testa, Sarri non era mai partito così male nella sua carriera in A.
Torna al successo il Frosinone, proprio sul filo di lana, grazie ad una rete di Monterisi, dopo la rete iniziale di Soule ed il pareggio, con uno spettacolare eurogol, di Malinovskyi. Per la squadra di Di Francesco tre punti d’oro, che allontanano ulteriormente la zona retrocessione e fanno continuare il sogno. Gilardino ha qualcosa da recriminare solo per la rete subita proprio all’ultimo respiro, per il resto la squadra ha dimostrato di essere quadrata e pericolosa sempre.
Partita di pura sofferenza nel primo tempo quella del Monza a Cagliari, con gli isolani in vantaggio con Dossena al 10’, e più volte vicini al raddoppio. Gli ospiti però sono abituati a comandare e a ben giocare e la ripresa, dopo il pareggio di Maric, è stata quasi un monologo brianzolo, con due legni colpiti. Alla fine un punto per uno che muove la classifica degli uomini di Ranieri, tenendoli però ben invischiati nella zona pericolosa, e che, di contro, mantiene quelli di Palladino nelle zone più nobili .
Un’autentica girandola di gol ed emozioni è stata invece la sfida del Castellani, anch’essa decisa nel finale. In ordine di Caputo su rigore, Pinamonti, Henrique, Fazzini, Berardi su rigore, Vina e ancora Berardi, le reti che regalano ai neroverdi di Dionisi un successo importante, dopo quasi due mesi d’astinenza, mentre tengono nella zona a rischio la squadra di Andreazzoli, che non è riuscita a dar seguito all’impresa del Maradona.
Chiudono il turno le sfide di oggi, alle 18.30 Hellas-Lecce e alle 20.45 Bologna-Torino.