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La nona giornata ha fornito essenzialmente un responso su tutti: la Juventus c’è, chi vuole vincere lo scudetto dovrà fare i conti anche con i bianconeri!

Nell’atteso incrocio di San Siro, tra Milan e Juventus, la squadra di Allegri ha certificato di essersi messa alle spalle dubbi ed incertezze, non è praticando un gioco particolarmente articolato e spettacolare che si vogliono ottenere risultati, ma con un’attenzione granitica alla fase difensiva volta a chiudere tutti gli spazi per gli avversari, e con ripartenze ragionate e articolata, che porteranno comunque qualcuno a buttarla dentro.

In un match caratterizzato dalle tante assenza, su una sponda e sull’altra, il Milan ha palesato tutti i suoi attuali limiti, cioè l’estrema difficoltà nell’affrontare le squadre chiuse e che tolgono lo sfogo sulle fasce, ma anche una vera alternativa in attacco, uscito Giroud è calata una notte fonda, Jovic è stata una presenza impalpabile, inadeguato a tenere su la squadra in inferiorità numerica.

Nella giornata della dipartita di Bobby Charlton, ex stella di Nazionale inglese e Manchester United, la Juventus, ben messa in campo, ha difeso con ordine, non andando mai in difficoltà e concedendo ai rossoneri una sola occasione. Se un appunto si può fare ai bianconeri è stata l’incapacità nel gestire la superiorità numerica, mai infatti hanno dato l’impressione di poter chiudere a ridosso della propria area gli avversari, riuscendo a creare davvero pochissimo.  

Così il match-winner, nella stessa giornata del 22 ottobre, ma a maglie invertite, è stato proprio l’enfant du pais, Locatelli, anche se la deviazione di Krunic è stata indubbiamente determinante.

Due note a chiudere sui mister, Pioli ha perso la partita nel momento in cui ha sostituito Adli e Giroud con Krunic e Jovic, Allegri, negli ultimi 20’, si è lasciato andare ad una pantomima tanto stucchevole e patetica, quanto fasulla ed inaccettabile, almeno  da un professionista di lungo corso come lui.

L’Inter ha così riconquistato la vetta della classifica dopo appena una giornata, grazie ad  un 3-0 al Torino, roboante solo numericamente, perché, fino al grave infortunio patito da Schuurs i granata avevano tenuto benissimo il campo rendendosi più pericolosi dei nerazzurri; in ogni caso quando in quadra hai un bomber come Lautaro Martinez  si parte praticamente sempre dall’1-0.

Bella e convincente anche la vittoria del Napoli a Verona, con doppietta del ritrovato Kvaratskhelia. Gli azzurri si sono ricompattati come gruppo sciorinando quel bel calcio, coraggioso e aggressivo, spumeggiante ed efficace,  che gli aveva permesso di dominare nella scorsa stagione, pur al cospetto di un Hellas convincente a mai domo.

Vince la Lazio in quel di Reggio contro un Sassuolo nella sua versione Mr. Hyde, che combina un pasticcio dietro l’altro in difesa permettendo agli uomini di Sarri di capitalizzare con le reti di Luis Alberto e Felipe Anderson.

Solo in pieno recupero, e dopo aver giocato a lungo in superiorità numerica, vince la Roma con una zampata di El Shaaarawy contro un Monza bello e sprecone che non è parso turbato più di tanto dalla squalifica per doping del Papu Gomez. Anche qui le note tristi arrivano dall’infantile teatrino dei due Mister in panchina.

L’Atalanta tiene il passo delle prime, passando però solo nel secondo tempo grazie ai gol di Lookman ed Ederson,  dopo una complicata partita contro l’ottimo Genoa di Gilardino.

Il derby tra le sorprese del campionato lo vince, al Dall’Ara, il Bologna che supera per 2-1 un discreto Frosinone, capace di rimettersi in piedi dopo l’uno-due di Ferguson e De Silvestri che avrebbe atterrato qualsiasi pugile; il rigore di Soulè ha riaperto la partita, infondendo coraggio e speranza ai ciociari, ma il pari alla fine non è arrivato.

Pareggio scoppiettante invece quello tra Salernatana e Cagliari, un 2-2 concretizzatosi tutto negli ultimi 15’ di gioco con le reti di Luvumbo, Dia, Viola e ancora Dia su rigore. Il classico ‘un punto per uno che non fa bene a nessuno’ che lascia, per entrambe,  le cose come stanno, cioè piuttosto male.

Stasera, vincendo contro l’Empoli, nel derby toscano, la Fiorentina potrebbe raggiungere la Juventus al terzo posto, mentre riguarderà la parte medio bassa della classifica la sfida pomeridiana tra Udinese e Lecce.       

DiGiuseppe Floriano Bonanno

Nato a Torino nel 1964 e laureato in giurisprudenza a Bologna nel 1990, da una vita lavora in un’azienda top nel mondo del banking. Appassionato di sport, letteratura e viaggi, ha contribuito a diverse riviste online focalizzate su calcio e cultura. Inoltre, ha arricchito il suo percorso pubblicando una serie di romanzi.