108 anni di vita di una leggenda che ha fatto innamorare milioni di tifosi e che lo farà, si spera, ancora per tanto. Non stiamo parlando di una squadra normale, questo club non è come tutte gli altri, questa squadra è il Torino.
La storia del Toro non è una come quella di una squadra qualsiasi ma sembra quasi una favola, una leggenda da raccontare ai bambini.
Il Torino FC nacque il 3 Dicembre 1906 nella Birreria Voigt –attuale Bar Norman- la prima partita ufficiale fu giocata contro la Pro Patria e la nuova squadra di Torino ne uscì vittoriosa per 3-1. Nel 1907, invece, si giocò la prima di tante battaglie contro la rivale di sempre, ovvero, la Juventus. Il derby si disputò nel Gennaio 1907 e i granata trionfarono per 2-1.
Ma come dicono gli anziani, il buongiorno si vede dal mattino e il Toro subisce già nel 1914 la prima beffa: ai granata fu negato di giocare l’ultima gara di campionato contro il Genoa: le squadre si trovavano al vertice della classifica ed erano separate da un punto, ma il campionato dovette interrompersi per la Grande Guerra e lo scudetto fu così assegnato ai rossoblù. Il Torino, quindi, prima di riuscire a vincere il tanto agognato scudetto se ne vide revocare uno nel 1927 per situazioni ancora adesso non chiare. L’anno successivo però la squadra trascinata da Rosseti, Libonati e Balonceri (quest’ultimo istituì le prime giovanili granata) si confermò campione d’Italia, vincendo il primo titolo ufficiale della storia del Torino FC. Nel 1928, intanto era stata inaugurata la casa del Toro: lo stadio Filadelfia, che era uno degli stadi più moderni in assoluto e con tecnologie innovative. Adesso il “Fila” riversa in condizioni quasi pietose, ma è già incominciato, dopo tante promesse, l’iter-burocratico per la ricostruzione.
Il Toro raggiunse l’apice della sua storia a cavallo tra il 1942-1949, quando la squadra granata inanellò cinque tricolori consecutivi e una coppa Italia: quella torinese è stata una delle squadre più forti di tutti i tempi e superò ogni record – e molti ancora oggi risultano imbattuti-, ed il simbolo della squadra era capitan Valentino Mazzola. Nessuno riusciva a battere quella corazzata, solo un avversario riuscì a batterli: questo avversario è mistico, misterioso e si chiama fato…. Il 4 Maggio 1949 i giocatori del Grande Torino furono vittime di una sciagura aerea che costò la vita di tutti i calciatori, ed ancora oggi il ricordo tra i tifosi granata è vivo.
Dopo la tragedia di Superga, per il club piemontese incominciò il primo periodo buio della sua lunga storia. Abbandonato il Filadelfia, nel 1959 la squadra granata retrocesse in Serie B per la prima volta, ma nella stagione successiva ci fu la pronta risalita in Serie A. Nel 1962, il Torino fu acquistato da Pianelli e da lì incominciò un altro periodo d’oro per i granata però sempre segnato da tragici eventi: la morte di Meroni (1967) e Ferrini (1976) due simboli del Toro di allora. Non manca la sfortuna nel Toro del presidente lombardo, nel 1972 la squadra di Giagnoni sfiorò uno scudetto ed i granata arrivarono terzi a un punto dalla Juventus. Grida ancora vendetta il gol fantasma di Agroppi, nettamente regolare a posteriori, ma annullato dall’arbitro Barbaresco. L’apice del club di Pianelli arrivò nel 1976 quando il Toro vinse il suo ultimo scudetto con le reti dei gemelli del gol Pulici–Graziani e gli assist dell’ala Claudio Sala.
Il Torino, successivamente, continuerà ad essere una delle grandi del calcio italiano, anche se con qualche ricaduta: i granata riuscirono ad arrivare secondi in campionato nel 1985, con Leo Junior e un altro momento memorabile fu, nel 1983, il derby vinto in rimonta da 0-2 a 3-2. Nel 1992 Cravero e compagni arrivarono in finale di Coppa UEFA, ma non conquistarono il titolo, anche se non uscirono mai sconfitti dal campo. Infine, sempre Mondonico nel 1993 riuscì a far vincere al Toro il suo ultimo trofeo: la Coppa Italia.
Dal 1993 incominciò la parabola discendente del Toro, e ci furono gli anni bui: il Fila fu demolito, tanti anni di Serie B e crisi finanziarie, ma il Toro raggiunse il punto più basso nel 2005 dopo 99 anni di storia, la gloriosa squadra piemontese fallì, alla guida c’erano Cimminelli–Romero, ed ai tifosi granata non servono presentazioni a questi due personaggi…
Nel 2005 Cairo acquistò il Torino, “salvandolo” e portandolo direttamente in Serie A compiendo un’impresa memorabile. Con l’imprenditore alessandrino alla guida il Toro non uscì comunque dal tunnel, dopo tre anni di massima Serie e nel 2006 il festeggiamento del centenario, i granata retrocessero in B per tre anni e successivamente ritornarono in A con Ventura alla guida. Nella stagione 2013-14, il Toro ha scritto un’altra pagina importante della propria storia. La squadra di Ventura, dopo vent’anni di astinenza, è ritornata in Europa grazie ai gol di Cerci e Immobile, quest’ultimo ha vinto anche la classifica cannonieri del campionato arrivando a quota ventidue gol. Un altro fatto di importante rilevanza è stato compiuto domenica scorsa al derby, il club granata è tornato, dopo dodici anni a segnare in un derby e chissà che al ritorno non si vede sfatare un altro record, ovvero la vittoria che in casa Toro manca da vent’anni. Sarebbe il giusto compenso a tutti i tifosi del Torino che, nonostante i momenti bui, hanno sempre seguito la squadra con grande entusiasmo, diventando il 12° uomo in campo e parte integrante di questa fantastica storia che, si spera, avrà un lieto fine.