Champions League

La seconda delle due serate di Champions arride solo in parte alle compagini italiane, ma assicura comunque un passaggio del turno già matematico, all’Inter e, uno molto vicino, al Napoli.

Gli azzurri, al Maradona, al cospetto di un Union, reduce da ben 12 sconfitte consecutive tra campionato, Coppa di Germania e Champions, non va al di là del pari, un 1-1 che lascia molti rimpianti e prolunga l’astinenza da vittorie interne che dura dal 27 settembre (4-1 all’Udinese).

Dopo un primo tempo condotto costantemente all’offensiva, e con tante occasioni create, la rete di Politano nel finale pareva aver aperto la strada ad un successo che avrebbe reso il superamento del turno una mera formalità. Invece, ad inizio ripresa, il gol incredibile di Fofana, subito su una ripartenza da un corner a favore, frutto del mal posizionamento  iniziale (tutti e 10 i giocatori azzurri erano sulla trequarti avversaria) e di pessima divisione degli spazi nella fase finale, ha rimesso tutto in discussione.

Alla fine, salita la pressione, e, infuso coraggio nei tedeschi, la partita si è complicata ed il gol-vittoria non è più arrivato.

Nulla di compromesso, per carità, ma ancora nuovi granelli di sabbia a danneggiare i delicati ingranaggi di un gioco ancora non completamente fluido e di un’organizzazione che lascia ancora qualche spazio all’improvvisazione. Quattro punti di vantaggio sullo Sporting Braga, con lo scontro diretto in casa dovrebbero comunque permettere di proseguire il camminino in coppa, ma, in ottica campionato, ancora un segnale di imperfezione nei dettagli che potrebbe tenere gli azzurri lontani dal vertice.

Inzaghi, nella rigida notte di Salisburgo, ricorre ancora una volta al turnover, preferendo tenersi i titolari per le ben più impegnative ed importanti sfide in campionato.

I padroni di casa, squadra giovane e ben allenata, recitano alla perfezione il loro ruolo di tester di alto livello, tenendo impegnata e sempre sul chi vive la retroguardia nerazzurra, ma senza mai dare tuttaviai l’impressione di avere il pieno controllo della partita.

L’Inter soffre il giusto e, quando, nel finale, il Mister inserisce i titolari, Lautaro prima colpisce un legno e poi, su un penalty causato da un fallo di mano su tiro di Barella, realizza all’85’ il gol-partita che regala la qualificazione con due turni d’anticipo.

Missione dunque compiuta in pieno e con il minimo sforzo, ora per assicurarsi il primo posto occorrerà superare, a San Siro, la Real Sociedad, attualmente in testa al girone per la differenza reti.  

Insomma, quella di ieri sera è stata una nuova prova di compattezza e forza che se, da una parte, certifica la bontà e la completezza della rosa, dall’altra testimonia della migliorata capacità di gestire le forze e i momenti nelle singole partite da parte dell’allenatore, ulteriore step nella sua crescita da vincente di Inzaghi.  

DiGiuseppe Floriano Bonanno

Nato a Torino nel 1964 e laureato in giurisprudenza a Bologna nel 1990, da una vita lavora in un’azienda top nel mondo del banking. Appassionato di sport, letteratura e viaggi, ha contribuito a diverse riviste online focalizzate su calcio e cultura. Inoltre, ha arricchito il suo percorso pubblicando una serie di romanzi.