Antonio Conte

La decima giornata di Serie A ha meglio delineato i valori in campo e, conseguentemente, la classifica.

La partita più attesa, Milan-Napoli, ha visto la squadra di Conte consolidare il primato grazie alla solita partita solida, concreta, attenta e cinica; con tre occasioni create e due gol realizzati si può dire che l’efficacia dei partenopei rasenta la perfezione. Da qui a dire che gli azzurri esprimano un calcio scintillante e spettacolare ce ne corre, ma, alla fine, quando si vince la gente difficilmente si ricorda poi le singole partite di quella lunga corsa a tappe che è il campionato. Il tanto criticato Lukaku ha aperto i giochi ad inizio primo tempo, Kvara li ha chiusi un paio di minti prima dell’intervallo. In mezzo tanto Milan, magari confuso e pasticcione, di certo  mai cinico e, come sempre, condannato dagli errori in retroguardia e da quelli al momento dell’ultimo passaggio e del tiro. Alla decima, essere ad 11 punti dalla vetta rende la stagione dei ragazzi  di Fonseca se non già compromessa, quasi. Forse tra un po’ bisognerà solo lottare per uno dei primi 4 posti, non certo per il primo. Intanto Napoli sogna, guidata dal suo vate Conte, che sembra sempre più una sorta di magico Harry Potter.

Anche se solo nella ripresa, e con l’Empoli in 10 dalla mezz’ora, tiene il passo l’Inter che esce solo alla distanza, grazie alla doppietta dell’ex Frattesi e di Lautaro Martinez. I ragazzi di Inzaghi vincono, ma non convincono, giocando a ritmi bassi per quasi un’ora e faticando a sgretolare il muro dei toscani, presto costretti a fare una gara solo difensiva. A questo punto i due duellanti per il titolo paiono già serviti: Napoli e Inter.

Di rincorsa, come terzo incomodo sta arrivando l’Atalanta, giunta al quarto successo consecutivo, anche se, per avere ragione del coriaceo Monza, sono serviti 70’, con le reti arrivate dalla panchina, grazie a Samardzic e Zappacosta. La squadra di Gasperini, dopo la falsa partenza, con tre sconfitte in avvio di stagione, ha iniziato a correre e, forte anche di buone prestazioni in Champions, si candida a far parte del ristretto gruppo di contendenti ai posti che contano della classifica, con vista scudetto? Chissà!

Sesto successo di fila tra campionato e Conference League per una lanciatissima Fiorentina che espugna Marassi grazie ad una rete in mischia di Gosens al 72’. La squadra di Palladino riesce a prevalere anche in una partita chiusa e tesa, confermando una crescita continua che l’ha portata fino al quarto posto. Che non sia stagione per il Genoa lo stanno iniziando a  capire in molti, anche contro i viola i liguri si impegnano, difendono con abnegazione ma faticano a rendersi davvero pericolosi, riuscendovi ripetutamente solo nel finale in cui De Gea si è calato nei panni di Superman. La situazione in classifica si fa più che preoccupante ora.

Terzo posto in coabitazione anche per la travolgente Lazio di Baroni. Nello scontro contro il Como di Fabregas segna anche il suo ex compagno al Barcellona, Pedro, oltre a Castellanos, in rete due volte, e a Patric e Tchaouna, per i lariani in gol Mazzitelli. Se qualcuno a inizio anno aveva storto il naso per l’arrivo di Baroni deve ora tornare sui suoi passi, dopo i miracoli di Lecce e Verona, nella capitale il mister sta dando il meglio di sé con una squadra che cresce costantemente e sta diventando una delle più belle realtà del campionato.

Chi invece sembra aver imboccato una strada troppo accidentata è invece la Juventus, che, dopo lo scoppiettante pareggio di San Siro contro l’Inter, si è fatta imporre l’ennesimo pareggio interno, questa volta dal coraggioso e sempre efficace, nelle sfide contro le grandi, Parma. Due volte i ducali si erano portati avanti con Del Prato e Sohm, e due volte i bianconeri hanno rimontato con McKennie e Weah. Per Motta il progetto di crescita è forse più lungo e complesso di quel che si potesse pensare, con la rosa che si ritrova, essere già a -7 dal Napoli non è un buon viatico.

Perde clamorosamente l’Udinese a Venezia, dopo essersi rapidamente portata in vantaggio di due gol grazie a Lovric e Bravo, ma il primo rigore di Pohjanpalo ha rianimato i lagunari che, nella ripresa, dopo l’espulsione di Toure, prima hanno pareggiato con una punizione angolata di Nicolussi Caviglia e poi hanno fatto loro l’intera posta con il secondo rigore trasformato dal bomber finlandese, arrivato a 4 gol. Per Di Francesco finalmente un po’ di ossigeno e una bella soddisfazione dopo tanti punti gettati via per errori e sfortune varie. A 8 punti si sta leggermente meglio che da ultimi della classe.

In un Olimpico non esaurito, e  in decisa contestazione contro squadra e società, la Roma batte un colpo, grazie alla rete di Dybala al 20’ e regge poi al ritorno del Torino, che mantiene a lungo il controllo del gioco ed attacca con convinzione senza però riuscire a far breccia nell’attenta difesa giallorossa. Juric salva così la panchina, almeno fino alla prossima tempesta, per Vanoli un altro stop che punisce i suoi ragazzi olre i loro demeriti.

Torna al successo anche il Bologna che, dopo una decina di minuti di difficoltà in avvvio di partita, ha poi facilmente avuto la meglio su un Cagliari parso stanco, inerme e poco combattivo. Come a Genova hanno segnato Orsolini e Odgaard, ma stavolta i ragazzi di Italiano non si sono fatti raggiungere, superando un momento di difficoltà subito dopo il 2-0 grazie ai cambi e alla ferrea abnegazione di tutti. Ora occorre ripetersi contro il Lecce per sistemare la classifica e prepararsi al meglio per la sfida contro il Monaco in Champions.

Il Lecce, dopo una serie di brutte prestazioni e sconfitte, vince lo scontro diretto contro l’Hellas in una partita tesa e nervosa, poco spettacolare, che ha visto gli ospiti poco incisivi e quasi mai pericolosi. L’eroe della serata è stato senz’altro Dorgu, che ha determinato le due espulsioni degli ospiti e si è visto annullare dalla Var due reti, prima di poter finalmente esultare dopo che il segnalinee gli aveva annullato il terzo gol, grazie alla stessa Var. Per Gotti una bella boccata d’ossigeno, per Zanetti un’altra brutta caduta che deve iniziare a preoccupare.

DiGiuseppe Floriano Bonanno

Nato a Torino nel 1964 e laureato in giurisprudenza a Bologna nel 1990, da una vita lavora in un’azienda top nel mondo del banking. Appassionato di sport, letteratura e viaggi, ha contribuito a diverse riviste online focalizzate su calcio e cultura. Inoltre, ha arricchito il suo percorso pubblicando una serie di romanzi.