Simone Inzaghi

La  ventunesima giornata di Serie A ha confermato sul campo che la sfida per lo scudetto sarà limitata a Napoli ed Inter, salvo imprevedibili eventi.

Nella sfida più attesa, quella del Gewiss Stadium, Atalanta e Napoli si sono affrontate a viso aperto, ognuna offrendo il meglio di sé, nei pregi come nei difetti. Gli orobici, passati in vantaggio con un gran gol di Retegui, non sono stati capaci di capitalizzare il vantaggio, facendosi rimontare dagli azzurri che, pur concedendo campo ed iniziativa, si sono sempre rivelati padroni del gioco con ripartenze e giocate efficaci e letali. Ai gol di Politano e McTominay però i ragazzi di Gasperini hanno risposto con un secondo tempo di dominio e di gestione quasi assoluta della sfida fino al meritato pareggio di Lookman. Quando i ritmi si sono abbassati e tutto pareva indicare il pareggio come risultato ormai inevitabile, come un fulmine a ciel sereno, è arrivato il terzo gol del Napoli con Lukaku. Conte si gode la prestazione e i tre punti, Gasperini rimugina sui particolari, che, a questo livello, fanno la differenza. I partenopei hanno dimostrato compattezza, cinismo e ferrea determinazione, oltre che sacrificio e nervi saldi, doti che, a fine campionato, possono portare al tricolore.

L’Inter, dopo un primo tempo più problematico di quanto ci si potesse attendere, ha poi rotto gli argini sull’onda del gol di Lautaro, cui poi hanno fatto seguito quelli di Dumfries e Thuram, con Esposito a completare l’elenco dei marcatori. I ragazzi di Inzaghi, quest’anno, hanno spesso faticato nel primo tempo per poi venire fuori alla distanza e portare a casa il successo. I nerazzurri, anche se con qualche problemino, sono l’unico credibile competitor del Napoli.

Dopo un periodo di appannamento ed un inevitabile rallentamento in classifica, la Lazio torna vincente e dominante  al Bentegodi grazie ad un franco successo per 3-0 con reti  di Gigot, Dia e Zaccagni, che riporta il sorriso sul volto arcigno e  deciso di Baroni. I biancocelesti mantengono il quarto posto ed il vantaggio sugli inseguitori. Per l’Hellas un’altra, dura, sconfitta che complica la corsa per la salvezza. Zanetti ha molto da lavorare e magari un aiuto sul mercato male non farebbe.

L’altro grande scontro di giornata era quello di Torino che ha visto la Juventus tornare al successo dopo quattro pareggi. Primo tempo equilibrato con la Juve a fare la partita ed il Milan a ripartire con pericolosità sempre crescente. Nella ripresa i rossoneri sono rimasti inspiegabilmente negli spogliatoi e i bianconeri hanno dominato in lungo ed in largo non soffrendo più, e, dopo l’autogol di Emerson Royal su tiro di Bangula, la seconda rete di  Weah ha chiuso definitivamente i giochi. Torna a sorridere Motta, che prosegue, con nuovo entusiasmo, la corsa verso un posto Champions, brusca e, forse inattesa, frenata per Conceicao, che si è ritrovato tra le mani la squadra svogliata e senza nerbo che spesso aveva dovuto gestire Fonseca.

Si fa raggiungere dal Torino in 10 invece la Fiorentina di Palladino, che non sa più vincere e che, alla fine, è stata sonoramente  fischiata dai propri tifosi. La rete di Kean a fine primo tempo aveva illuso i viola, che  però si sono addormentati e, a metà ripresa, si sono fatti riprendere da Gineitis su una topica collettiva della retroguardia. Quinto pareggio consecutivo per i granata che continuano il loro campionato da vorrei ma non posso. Per i toscani urge una svolta se non si vuole uscire anche dalla zona Conference League.

Torna al successo il Bologna, dopo tre partite in cui aveva collezionato una sconfitta e due pareggi. Al Dall’Ara, dopo l’iniziale rete di Maldini, i felsinei che hanno inizialmente accusato il colpo, si sono svegliati solo attorno al 20’ ed allora, per il malcapitato Monza, non c’è più stato nulla da fare, e sono arrivate così le reti di Castro, Odgaard e, nella ripresa, Orsolini. Bologna che arriva al sesto posto e guarda con fiducia al proseguo della stagione, con Italiano sempre più addentro nella ricostruzione di una squadra difficile da superare per tutti. Ed ora sotto con il Borussia Dortmund.

Vince bene, anche se non qualche impasse, la Roma di Ranieri, per 3-1 contro il rognoso Genoa di Vieira, grazie alle reti di Dovbyk, Masini, El Shaarawy e all’autogol di Leali. Ranieri ha finalmente una vera squadra da guidare, con ancora molte potenzialità inespresse e qualche lacuna, ma, rispetto alle due precedenti gestioni tecniche, siamo su un livello molto diverso. La rincorsa ad una posizione europea è ora aperta.

Vince in rimonta il Cagliari, nello scontro diretto contro il Lecce, che pure si era portato in vantaggio con Pierotti. Nella ripresa tra il 60’ e l’83’ i sardi passano quattro volte grazie ai gol di Gaetano, Luperto, Zortea e Obert. Tre punti d’oro per i ragazzi di Nicola che lasciano il terz’ultimo posto, una brutta caduta, per come si era messa la sfida, invece per gli uomini di Giampaolo che continuano a difettare ancora in continuità.

Il pareggio è invece di rigore al Tardini per effetto dei penalty realizzati da Pohjanpalo ed Hernani. Un punto per uno che fa male ad entrambi, soprattutto ai ragazzi di Pecchia, che giocavano in casa e che avevano di fronte un avversario in grande emergenza per le numerosissime assenze. Un mezzo sorriso per  Di Francesco, che deve comunque ringraziare le grandi parate di Stankovic sempre più in ascesa.

Il turno si è chiuso ieri sera alle 20.45 con Como-Udinese, match vinto dai lariani 4-1 e caratterizzato da un’esplusione per parte. Ad aver beneficiato dell’inferiorità numerica, paradossalmente, sono stati i padroni di casa, visto che la gara era stata fino al momento del rosso per gli ospiti abbastanza equilibrata.

DiGiuseppe Floriano Bonanno

Nato a Torino nel 1964 e laureato in giurisprudenza a Bologna nel 1990, da una vita lavora in un’azienda top nel mondo del banking. Appassionato di sport, letteratura e viaggi, ha contribuito a diverse riviste online focalizzate su calcio e cultura. Inoltre, ha arricchito il suo percorso pubblicando una serie di romanzi.