Antonio Conte

La settima giornata di Serie A che si presentava all’apparenza di mera routine, con le favorite impegnate tutte con squadre di mezza o bassa classifica, ha invece regalato una serie di risultati inattesi e sorprendenti,

Per la prima volta la capolista non è cambiata, il Napoli ha anzi addirittura allungato sulle inseguitrici. Non inganni però il risultato, contro il Como, dopo il rapidissimo gol di Mc Tominay, i lariani hanno disputato un primo tempo sontuoso, dominando con il loro palleggio ubriacante e impegnando ripetutamente con tiri da fuori area Caprile, fino all’inevitabile pareggio di Strefezza. La ripresa ha invece rivisto il solito Napoli solido, coeso e cinico, come Conte insegna, e per il Como è stata notte fonda.

Sale al secondo posto l’Inter che, nello scontro con il Torino, con cui era appaiata in classifica, vince con  tre gol del solito Thuram, arrivato a quota sette marcature con due doppiette e una tripletta. Ha inciso la subitanea espulsione di Maripan al 20’ sullo 0-0. I due gol subiti testimoniano di una fase difensiva decisamente perfettibile. Dispiace per il grave infortunio di Zapata, che era andato anche in gol.

Si blocca sul più bello la Juventus che molto spreca contro i sardi, ma che, rispetto ai suoi standard, concede forse un po’ troppo ad un coraggioso e mai domo Cagliari che si porta a casa un prezioso pareggio. Match deciso dal dischetto con le realizzazioni di Vlahovic e Marin. Si interrompe pertanto l’imbattibilità della porta bianconera, con Motta che forse avrà qualcosa da rimproverare ai suoi attaccanti davvero spreconi.

Vince in rimonta contro il solito buon Empoli, la nuova Lazio di Baroni giunta al terzo successo in otto giorni. I biancocelesti sono davvero cresciuti a vista d’occhio e si presentano come una compagine ben equilibrata e con importanti valori individuali. La rivoluzione estiva di Lotito sembra iniziare a dare copioso frutti, vedremo lungo il percorso a quale Europa potranno ambire le aquile.

Una prodezza su punizione di Zemura regala il successo ad un’ottima Udinese che molto crea e altrettanto spreca, al cospetto di un Lecce che ha giocato la sua onesta partita, ma che commette ancora troppi errori nelle due fasi per garantirsi quei punti necessari a mantenere una classifica tranquilla.  

Fragorosa  è stata invece la sconfitta di Firenze per il Milan, tornato quello moscio e poco applicato di inizio stagione, punito da una serie di errori individuali incredibili, Quella del Franchi è stata la sagra dei rigori sbagliati, ha iniziato Kean, hanno proseguito Theo ed Abraham. Buoni segnali per la Fiorentina, che ha disputato un ottimo primo tempo, salvo poi farsi sovrastare nella ripresa, in cui però ha comunque trovato la forza di reagire e vincere grazie ad una rete del suo cecchino Gudmundsson, grazie ad un gentile cadeau di Tomori. Per Fonseca tutto da rifare, ma la sensazione è che questa squadra sia priva del sacro furore oltre che di tante altre cose.

Chi non si ferma quasi mai è invece l’Atalanta che, dopo il successo in Champions, si ripete travolgendo  il povero Genoa con 5 gol di cui ben tre dell’ex Retegui. Gasperini sta martellando i suoi che stanno iniziando a rispondere finalmente presente. Per Gilardino si prospettano tempi cupi.

Delude ancora la Roma targata Juric che, nonostante la rete del solito Dovbyk, si fa raggiungere da un volenteroso Monza, che con Mota regala un mezzo sorriso a Nesta. In casa giallorossa non c’è mai pace, troppi sono gli sbandamenti e le cadute di tono che stanno allontanando la squadra dalle posizioni che contano davvero. A Roma già si parla di esonero del nuovo mister.

Preziosissima  vittoria è stata quella conquistata nel finale dall’Hellas nel derby veneto contro il Venezia. Lagunari in gol in apertura e rimonta degli scaligeri completata con la clamorosa frittata combinata da Joronen nel finale. Ossigeno puro per Zanetti, e solito refrain per Di Francesco, i suoi giocano bene ma, di riffa o di riffa, riescono sempre a farsi del male da soli.

Delude ancora il Bologna, al quinto pareggio su cinque al Dall’Ara. Neppure quasi tutto il secondo tempo in superiorità numerica è stato sufficiente ai felsinei per trovare la rete, troppi gli errori e la mancanza di cinismo negli ultimi 16 metri. Come si faccia a guarire lo dovrà scoprire Italiano. Molto bene invece  il Parma che gioca un ottimo primo tempo e si supera nella ripresa con una difesa attenta e a tratti quasi eroica.

DiGiuseppe Floriano Bonanno

Nato a Torino nel 1964 e laureato in giurisprudenza a Bologna nel 1990, da una vita lavora in un’azienda top nel mondo del banking. Appassionato di sport, letteratura e viaggi, ha contribuito a diverse riviste online focalizzate su calcio e cultura. Inoltre, ha arricchito il suo percorso pubblicando una serie di romanzi.