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Jannik Sinner è il primo finalista dell’Australian Open 2024 e sfiderà in finale il vincente della sfida tra Medvedev e Zverev. Quella confezionata dall’italiano alla Rod Laver Arena, notoriamente il “giardino” di Djokovic, è un’autentica impresa per il tennis italiano. Per dare la misura di ciò che ha portato a termine Jannik daremo qualche dato: il serbo numero uno al mondo non perdeva nello Slam australiano da 6 anni, era il 22 gennaio 2018. Non aveva mai perso in una semifinale di questo torneo. Ha il record di vittorie, 10, oltre ad essere il tennista più titolato di sempre nell’era Open come Slam totali. Inoltre Sinner è il primo tennista nella storia a non aver concesso a Djokovic una singola palla break in uno Slam.

Statistiche che spiegano la portata dell’impresa realizzata dall’italiano, che in una semifinale condotta magistralmente è riuscito a battere Nole in 4 set, 6-1 6-2 6-7 6-3. Un match senza storia nei primi due set, con Sinner che ha concesso appena 3 game a Djokovic in totale riuscendo a portarsi sul 2-0 in maniera netta e convincente. Tanti errori non forzati di Djokovic in questa fase, con Jannik bravo e lucido a non scomporsi nonostante il vantaggio e a non lasciare chance al serbo per rientrare in partita. Nel terzo set Nole ha alzato il livello del suo tennis dando tutto quello che aveva, riuscendo a salvare un match point al tie-break e portando a casa il parziale. Unico set al momento perso da Sinner nel suo percorso in questo Australian Open (tutte 3-0 le 5 sfide precedenti), altro dato che dà un’idea del momento d’oro del nostro tennista. Sul 2-1 il serbo ha ripreso morale, subito smorzato nel quarto e ultimo set da un Sinner solido dietro e che ha limitato al massimo gli errori non forzati. Grande profondità da fondocampo ed efficacia massima nei turni di servizio (nessun game alla battuta perso e nessuna palla break concessa) sono state le armi decisive per l’altoatesino, che ha chiuso 6-3 anche il quarto parziale portando a casa il match per 3 set a 1 in quasi 3 ore e mezza di partita. Per il 22enne è la prima finale di uno Slam in carriera e domenica comunque vada sarà una festa per lui e per la sua tifoseria.

DiFabio Scalia

Laureato in geologia, da sempre grande appassionato di sport e scrittura. Juventino sfegatato, ma ho anche dei difetti.