Alla Red Bull Arena di Harrison, in New Jersey, l’Italia disputa e vince la sua seconda amichevole negli Stati Uniti, questa volta contro il futuribile Ecuador, che ha messo in vetrina tanti bei prospetti giovanissimi.
Spalletti cambia tutto rispetto alla vittoriosa partita contro il Venezuela, con l’intero 11 nuovo di zecca, ma ripartendo dal 3-4-2-1, con cui il C.T. si vuole regalare un alternativa rispetto al collaudato 4-3-3, con cui poter porre qualche rebus in più agli avversari durante l’Europeo.
Bastano 3’ agli azzurri per portarsi in vantaggio, una punizione calciata da Dimarco, e respinta dalla barriera, regala la possibilità di un tiro preciso e teso, a mezza altezza, di Pellegrini che batte Burrai dai 18 metri, gran gol, e sesto per il centrocampista della Roma in azzurro.
Per mezz’ora si vede un’ottima Italia, corta, aggressiva e ben disposta in campo, che parte dal basso e aggredisce alto, tagliando ogni linea di passaggio agli avversari, che faticano ad affacciarsi dalle parti di Vicario.
Ottimo l’impatto di Bellanova che ara la fascia destra con puntuali, e devastanti sgroppate, che però sono vanificate da cross non all’altezza.
Gli azzurri, con Dimarco e Zaniolo, sprecano due colossali occasioni per raddoppiare ma lasciano comunque una buona impressione, anche se nell’ultimo quarto d’ora, calati i ritmi, la partita scorre su binari di maggior equilibrio, che però non mettono in affanno minimamente la nostra squadra.
Ben altra musica suona nella ripresa, in cui, dopo una decina di minuti quasi noiosi, e i primi cambi, il copione cambia decisamente, gli azzurri restano sì corti, ma diventano meno aggressivi e decisamente troppo imprecisi, permettendo così all’Ecuador di uscire dal guscio e, con l’ingresso di un manipolo di giovanissimi, di iniziare a mettere costantemente sotto pressione l’impianto difensivo degli azzurri.
Il merito dei ragazzi di Spalletti è quello di rimanere coesi ed attenti, tanto che, alla fine, Vicario deve compiere solo una parata importante, ma ballano a lungo, presi d’infilata dalle giocate in transizione ad alta velocità dei giovani avversari.
Il raddoppio arriva solo nell’ultimo minuto di recupero quando una bella palla in profondità di Orsolini mette Barella da solo davanti a Burrai, che scavalca con un delizioso pallonetto.
Due partite e due vittorie dunque nella mini tournèe americana per la nazionale, che torna in Italia con i normali dubbi, ma anche con qualche certezza in più. Riuscire a mandare a memoria due moduli ed approcci di gioco diversi, potrebbe infatti essere molto importante in Germania, dove l’equilibrio sarà imperante e la forza di alcuni avversari preponderante.
L’approccio e l’unione d’intenti, che non sono mancati in queste due sfide, sono un ottimo viatico per mettere in campo una squadra coesa ed imprevedibile, ma con capacità più camaleontiche, fondamentali nel calcio d’oggi, dove ormai ogni avversario è pericoloso competitivo e mai facile da superare, come dimostrato da Venezuela ed Ecuador che si sono dimostrate squadre interessanti e tutt’altro che da sottovalutare, oltre che molto fisiche e forse un po’ ‘troppo’ maschie.