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La 28^ giornata di Serie A non ha tradito le attese dispensando partite equilibrate e dagli esiti non scontati.

Chi è diventata quasi noiosa per la ripetitività delle vittorie è la capolista Inter che, anche sull’insidioso campo del lanciatissimo Bologna, ha portato a 13 i successi consecutivi del 2024. Per 37’ l’Inter ha confermato quanto di bene si dice sul gioco di Inzaghi, facendo densità e soffocando il possesso del felsinei per poi ripartire in transizione con una verticalità disarmante e sempre pericolosa. In rete, alla quarta occasione, con un colpo di testa in acrobazia di Bisseck, i nerazzurri, sotto il diluvio, hanno a quel punto  rinculato rinunciando del tutto alla fase offensiva. Fatte entrare le seconde linee la partita si è trasformata in un esercizio attacco-difesa, con i meneghini tutti a difesa del fortino, votati al sacrificio e alla difesa. I rossoblù ci hanno provato, sfiorando il pari in almeno un paio di occasioni, ma, frustrati da un campo sempre più pesante, che ne ha un po’ disarmato le velleità, ha visto interrompere a sei la striscia di vittorie consecutive. Bologna rimandato ma non assolutamente bocciato, anzi, e, grazie ai risultati della domenica, con tutte le dirette concorrenti che, negli scontri diretti, hanno pareggiato, ancora saldamente al quarto posto con tre punti di vantaggio sulla Roma, quinta. Inter ormai solo a caccia dei record, che vince di corto muso con una prestazione a metà, molto convincente nel primo tempio, rinunciataria ed eccessivamente difensiva nella ripresa, peccato però che i mass media esaltino sempre come ‘magate’ le proposte di Inzaghi, quando invece vittorie simili, di corto muso con difesa estrema dei propri 16 metri, ottenute da Allegri, sono state sempre criticate e dileggiate.

Si deve invece registrare un avvicendamento al secondo posto, dove il Milan ha scavalcato la Juventus. I rossoneri hanno avuto la meglio sull’Empoli, incappato nella seconda sconfitta consecutiva, grazie al decimo gol stagionale di Pulisic. Con una formazione pensata più in ottica del ritorno di Europa League, con lo Slavia Praga, i rossoneri sono incappati in un’altra prestazione disarmante, caratterizzata dallo scarso nerbo, frutto di un approccio soft, della serie: ’tanto prima o poi un gol lo si fa’, che conferma il malessere di una squadra dalle grande potenzialità espresse solo a tratti e, mai, per tutta la partita. Concedere nel finale due o tre palle gol importanti ad un avversario volenteroso e nulla più non è certo sintomo di grande presenza mentale.

La Juventus continua la sua serie negativa che l’ha vista vincere una sola volta nelle ultime sette partite. Contro l’Atalanta, reduce dalla sfida di Lisbona contro lo Sporting, si sono viste le solite cose, tanta buona volontà, alcune buone giocate, ma troppe amnesie difensive. Sotto per un gol di Koopmeiners nel primo tempo, i bianconeri, a metà ripresa, sono riusciti a ribaltare il risultato grazie all’uno-due targato CambiassoMilik, salvo poi farsi riprendere, subito dopo, dal secondo gol di Koopmeiners. Punto buono più per gli orobici che per i bianconeri, che giocano forse meglio ma che paiono aver perso il killer-instinct di inizio stagione.

Questa volta anche la Roma scintillante di De Rossi accusa una mezza battuta a vuoto. Al Franchi si è infatti vista solo la Fiorentina, che ha dispensato grande calcio segnando e sprecando l’inimmaginabile, tanto da avere tantissimo da recriminare. Dopo i gol di Ranieri, Aouar e Mandragora, i viola hanno fallito un penalty con Biraghi per poi subire il pareggio-beffa al 95’ da Llorente. Italiano ha tutte le ragioni per essere amareggiato dopo una grande prestazione che ha portato solo un punto, che non cambia la classifica e lascia tanti rimpianti. Per la Roma, dopo una cavalcata senza curve, è arrivato il primo impaccio, forse la grande vittoria contro il Brighton ha lasciato troppe scorie fisiche e mentali, che una rosa forse non profondissima non è riuscita a somatizzare.

Anche il Napoli di Calzona, che pareva aver imboccato la strada giusta con le due vittorie consecutive messe in carniere, al primo impegno serio, contro il Torino, si è fermato di nuovo. A nulla è servita la prestazione-monstre di Kvara, autore del gol degli azzurri. I granata hanno ben giocato, come gli è capitato spesso nelle ultime prestazioni, e anche al Maradona, con una prestazione solida, sublimata dalla rete in rovesciata di Sanabria, hanno portato a casa un prezioso  punto che tiene vive le speranze europee, ma che non rende più facile il cammino.

Bella partita è stata quella di Genova che ha visto il Monza prevalere per tre a due dopo un match vibrante e pieno di emozioni che ha confermato quanto di buono stanno facendo le due formazioni. Da cineteca la rete dello 0-2 di Dany Mota, in sforbiciata volante, dopo l’iniziale vantaggio di Pessina, che i liguri avevano azzerato grazie alle reti di Gudmundsson e Vitinha, prima della rete decisiva di Maldini.

In zona retrocessione la fa da padrone il segno 1 con una sola, importante eccezione. A Lecce l’Hellas infatti ha vinto una partita di fondamentale importanza grazie alla rete di Folorunsho, certificando la crisi ormai irreversibile dei salentini. Ciò che però ha stravolto tutto, e forse anche  il resto della stagione, è stata la inconsulta testata dell’allenatore del Lecce D’Aversa ad Henry. Stamattina il tecnico è stato esonerato aprendo una crisi decisamente grave.

Vince il Cagliari, a mani basse, contro una Salernitana ormai tagliata fuori dalla lotta per salvarsi, grazie ad un roboante 4-2 che rilancia le azioni dei sardi, ora fuori dagli ultimi tre posti. Di Lapadula, Gaetano e di Shomurodov, autore di una doppietta, le reti dei rossoblù, cui i granata hanno parzialmente risposto con Kastanos e Maggiore.

Dopo un periodo nerissimo anche il Sassuolo ritorna al successo, prima vittoria con Ballardini in panchina, contro un Frosinone sciupone e iellato. Il gol partita è di Thorstvedt al 58’, mentre nel finale Caio Jorge ha fallito il rigore del pareggio.

Al momento Lecce e Frosinone, che tanto bene avevano fatto in avvio di stagione, sembrano le  due squadre più in crisi e per cui sarà più difficile invertire il trend negativo.

Stasera il turno si chiude con la sfida, importante per l’Europa e la salvezza, tra Lazio ed Udinese.  

DiGiuseppe Floriano Bonanno

Nato a Torino nel 1964 e laureato in giurisprudenza a Bologna nel 1990, da una vita lavora in un’azienda top nel mondo del banking. Appassionato di sport, letteratura e viaggi, ha contribuito a diverse riviste online focalizzate su calcio e cultura. Inoltre, ha arricchito il suo percorso pubblicando una serie di romanzi.