Estadio do Dragao

L’anno scorso l’UEFA ha introdotto la Conference League. L’ennesima competizione europea per club. Ma facendo un passo indietro, nel dopo guerra, tra le varie forme di apertura ed ‘internalizzazione’ di una società, fino a quel tempo chiusa e ristretta nei circoscritti confini nazionali, anche il calcio cercherà di varcare le frontiere promuovendo un più fitto calendario di incontri e manifestazioni dal respiro più ampio, più ‘europeo’ appunto!

In questo contesto, nel 1955, dopo una lunga attesa, vide la sua genesi il progetto di Ernst B. Thommen (allora vicepresidente della FIFA) di creare una manifestazione europea che assegnasse un nuovo trofeo che proseguisse nel solco tracciato dalle ‘vecchie’ coppe internazionali. Nasce così, senza il patrocinio della UEFA, che ne assumerà il controllo e l’organizzazione solo nel 1971, la ‘Coppa delle Fiere’ ( il cui nome per esteso è “Coppa Internazionale delle città di fiere industriali“)

Lo svizzero Ernst B. Thommen, ideatore del progetto, aveva pensato a una competizione ad inviti in cui far scendere in campo selezioni miste dei club delle città prescelte, così da fornire alle città ospitanti introiti utili al proprio rilancio economico nelle difficoltà del dopoguerra. Tra le varie forme di intervento previste dal piano Marshall di aiuti statunitensi ai paesi europei, concordato dopo il termine della Seconda Guerra Mondiale, c’era infatti anche quello di allestire fiere campionarie ed internazionali in varie città europee per favorire l’influenza del mercato americano, neutralizzando quella sovietica. In tale contesto poteva trovare cittadinanza anche una manifestazione sportiva che coinvolgesse le città sede di queste fiere. Il progetto, in mancanza di un organismo internazionale che lo avallasse, rimase nel cassetto fin dal 1950, per essere alfine proposto, dopo la nascita, nel 1954, dell’UEFA, nel 1955.

L’UEFA, però, come già successo con il progetto di Hanot (che avrebbe di lì a poco portato alla nascita della ‘Coppa dei Campioni), si dimostrò piuttosto scettica sulla creazione di nuove manifestazioni, deludendo così le aspettative di Thommen, che aveva sperato, per la coppa delle città di fiera, di ottenere addirittura il titolo di torneo ufficiale dell’UEFA per distinguerlo da quello ‘privato’ dello stesso Hanot, che era supportato da grandi personaggi quali Bernabeu Sebes.

Lo step successivo fu dunque quello di rivolgersi direttamente alla FIFA, il cui presidente, Stanley Rous, assecondò il progetto del suo vicepresidente, istituendo un comitato organizzativo con sede a Basilea. Visto che si trattava di una competizione ad inviti, sarebbe toccato proprio al comitato di Basilea di vagliare le richieste provenienti dalle varie città europee. Nell’aprile del 1955, il comitato si riunì, presenti i rappresentanti delle 12 città candidate, e sancì la nascita della nuova manifestazione.

La sacralità dei campionati nazionali era tuttavia un dato inoppugnabile e, dunque, per non accavallare con essi i match della neonata manifestazione, si studiò un calendario ad hoc che ne prevedesse la disputa nell’arco di due anni, in considerazione del fatto che le partecipanti rappresentavano le città deputate ad allestire fiere campionarie e che le partite dovevano svolgersi in concomitanza con questi eventi ( la prima edizione si prolungò addirittura per ben tre anni).

Come si evince dalla sua genesi, pur tra mille difficoltà, la Coppa delle Fiere riuscì finalmente a prendere il via, tradendo però fin da subito quella che ne era stata la sua idea di partenza, furono infatti rarissimi i casi, Londra e Zagabria su tutti, in cui si presentarono ai nastri di partenza delle ‘selezioni cittadine’. La rivalità fra le squadre di una stessa città fu infatti un ostacolo quasi sempre invalicabile, sicché, ai nastri di partenza, si presentarono le formazioni dei singoli club. Nella prima edizione, per l’Italia, visto che il Milan era iscritto alla neonata Coppa dei Campioni, partecipò l’Inter.

La formula del torneo si rivelò però piuttosto macchinosa, la scelta di diluire gli incontri in varie annate non contribuiva certo a tener desto l’interesse del pubblico, che finì per snobbarla, riducendola quasi a raccolta di amichevoli-esibizioni, di scarsissimo appeal. La prima edizione del torneo, iniziata nell’aprile del 1955, vide il suo atto finale solo nel maggio 1958 ed il primo club a iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro fu il Barcellona. Dalla terza edizione si riuscì a dare alla manifestazione una cadenza annuale e, con essa, crebbero finalmente l’interesse e la partecipazione popolare. In breve il numero delle partecipanti iniziò ad aumentare, passando prima a 32, quindi a 48, infine a 64, mentre vennero meno i vincoli con le fiere, visto che, nel frattempo era nata pure la Coppa delle Coppe.

La caratteristica distintiva della Coppa delle Fiere, fin dalla sua prima edizione, fu quella di prevedere la doppia finale con partite di andata e ritorno, con due sole eccezioni, nel 1964 e nel 1965. Il successo della manifestazione era testimoniato dalla sempre crescente richiesta di partecipazioni che rendevano il lavoro di selezione del comitato organizzativo piuttosto complicato, tanto che si rese inevitabile, e necessario, fissare nuovi criteri di ammissione, e, da questa esigenza, potè rientrare in gioco l’UEFA, che si fece carico dell’organizzazione del torneo.

Dal 1971 la denominazione di Coppa delle Fiere scomparve definitivamente ed il trofeo rappresentativo venne assegnato una volta per tutte, nella “finale delle finali”, disputata il 22 settembre 1971 al Camp Nou, tra la squadra prima vincitrice del torneo e con più vittorie all’attivo, il Barcellona appunto, e gli ultimi detentori, gli inglesi del Leeds United. La vittoria arrise ai catalani per 2-1, con doppietta dell’attaccante Teofilo Duenas e rete inglese dello squalo Joe Jordan, e così il trofeo, disegnato da Noel Beard, venne definitivamente consegnato al club blaugrana.

L’Uefa adottò un nuovo trofeo e ridenominò la manifestazione Coppa Uefa. Sparito completamente già da tempo ogni vincolo con le città legate alle fiere campionarie si stabili di ammettere le squadre meglio piazzate nei campionati nazionali e che non prendevano parte nè alla Coppa dei Campioni nè a quella delle Coppe.

i dati statistici della Coppa delle Fiere non sono annoverati negli albi d’oro delle competizioni UEFA per club poiché il torneo non è mai stato riconosciuto come ufficiale dalla UEFA, pur essendo stato inserito, nel 1958, dalla FIFA nel calendario internazionale del calcio insieme alla Coppa Internazionale, alla Coppa dell’Europa Centrale, alla Coppa Latina, alla Coppa Grasshoppers e alla Coppa dell’Amicizia, tutti trofei non correlati in alcun modo con la UEFA, e quindi mancanti d’ufficialità a livello confederale.

I motivi principali di questa esclusione risiedono nel fatto che la manifestazione permetteva la partecipazione di squadre amatoriali e non venne organizzata dall’organismo europeo (che permetteva la partecipazione nei suoi tornei esclusivamente a squadre professionistiche), bensì da un comitato indipendente alle organizzazioni sportive. La formula delle due prime edizioni, inoltre, favoriva la partecipazione di compagini semiprofessionistiche, e non prevedeva l’accesso alla competizione per meriti sportivi (ovvero attraverso il piazzamento in campionato) in quanto la partecipazione era riservata a rappresentative miste di città, e ulteriormente ai club, nelle quali si celebravano fiere internazionali.

Dei nove club che hanno vinto la Coppa delle Fiere – tre inglesi (Leeds United, Newcastle, Arsenal) , tre spagnoli (Barcellona, Real Saragozza e Valencia), uno italiano (Roma), uno jugoslavo (Dinamo Zagabria, oggi croato), uno ungherese (Ferencvaros) – solo uno è riuscito a vincere la competizione successiva, il Valencia.

DiRedazione Voci di Sport

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