Antonio Conte

Il campionato di Serie A 24/25 si è dunque chiuso nel weekend con i tanto attesi verdetti finali: il Napoli è campione d’Italia, la Juventus si aggiunge a Napoli, Inter ed Atalanta per costituire il drappello delle partecipanti italiani alla prossima Champions League, la Fiorentina accede in Conference League, Bologna e Roma parteciperanno all’Europa League, il Lecce si salva condannando alla retrocessione in Serie B Empoli, Venezia e Monza.

Il Napoli di Conte, contro il già salvo Cagliari di Nicola,  ha dovuto soffrire quasi tutto il primo tempo, dopo aver fallito una mezza dozzina di gol, per poter finalmente esplodere, al 42’, grazie ad una splendida rete in acrobazia del ‘solito’ McTominay. Nella ripresa è arrivato poi il sigillo definitivo di Lukaku che ha incoronato i partenopei campioni d’Italia per la quarta volta, la seconda in tre anni. Quello del mister leccese è un autentico capolavoro, con la squadra raccolta dopo le macerie della passata stagione, chiusa al decimo posto, e con la cessione di Kvara a gennaio, non adeguatamente sostituito. Onore ai partenopei che non hanno incantato, come quelli vincenti di Spalletti, ma che sono stati compatti, cinici e determinati, una vera famiglia raccolta attorno al proprio condottiero, e così la città può nuovamente lasciarsi andare alle feste.

L’Inter, a Como, ha fatto il suo dovere, segnare il prima possibile, al 20’ con De Vrij, ed aspettare buone nuove dal Maradona, che non sono mai arrivate. La rete di Correa ha fissato il risultato finale sul 2-0 aumentando i rimpianti per uno scudetto a portata, sfuggito dalle mani a pochi minuti dalla fine del match interno con la Lazio. Per Inzaghi, e l’ambiente nerazzurro, resta la grande delusione per Coppa Italia e Scudetto, che si sono vaporizzatisi sul più bello, che deve però diventare il miglior carburante per affrontare al meglio la finale di Champions contro il PSG.

L’Atalanta, dopo il 2-0 del primo tempo, con la doppietta di Maldini in un minuto, si lascia rimontare dal Parma, che vince per 3-2 grazie al gol di Hainaut e alla doppietta di Ondrejka, e si regala una meritata salvezza. Grande merito a Chivu, che ha saputo rivitalizzare e compattare una squadra giovane e dalle grande potenzialità, che troppe volte però si era buttata via. A Bergamo si celebra la quinta partecipazione in sette anni alla Champions e un terzo posto che avrebbe potuto essere qualcosa di impensabile se, nel momento chiave della stagione, tra infortuni e mancanze di vittorie interne per mesi, fosse arrivato qualche punto in più. Ora il tormentone sarà il solito, Gasperini resta o se ne va?

In una sfida dalle grande emozioni, alla fine, la Juventus conquista il successo per 3-2 condannando alla retrocessione il generoso e mai domo Venezia, che pure era passato in vantaggio con Fila, prima dei gol di Yildiz e Kolo Muani. Ad inizio ripresa il pari di Haps riapriva i giochie, quando ormai si stava giocando ad una sola porta, in uno dei rari contropiede, Conceicao è stato atterrato appena dentro l’area da Nicolussi-Caviglia procurandosi il penalty trasformato poi da capitan Locatelli. Tudor alla fine regala ai bianconeri l’obiettivo minimo della stagione, l’accesso in Champions, senza aver però risolto i problemi palesati sotto la gestione Motta. Chi verrà al suo posto lo sapremo nei prossimi giorni (Conte?) Per Di Francesco la seconda retrocessione in due anni per una squadra da lui allenata, all’ultima giornata, e con tanti, troppi, rimpianti per quel che doveva e poteva essere, e non è stato.

La Roma, a Torino, ha fatto la sua parte, che era vincere, grazie alle reti di Paredes, su rigore, e di Saelemakers, e, lungamente, ha accarezzato il sogno di conquistare il quarto posto, almeno  fino a che il rigore realizzato da Locatelli ne ha infranto i sogni. Ranieri saluta e lascia una Roma che ,di gran lunga, è stata la squadra  migliore del 2025, ma è bastato perdere la sfida di Bergamo per impedire l’impresa. L’attesa è ora tutta per conoscere il nome del successore di Sir Ranieri. Il Torino ha invece chiuso mestamente il suo grigio campionato.

La Fiorentina, quando ormai  nessuno ci sperava più, ha invece acciuffato per i capelli la qualificazione alla Conference League. La vittoria di Udine, rocambolesca anche nell’andamento, si è concretizzata per le reti di Lucca, Fagioli, Comuzzo, Kabasele e Kean, Alla fine si tratta di un premio meritato per i lungi periodi in cui i ragazzi di Palladino hanno ben giocato, raccogliendo ottimi risultati, anche se non possono tacersi i periodi neri con le tante sconfitte e l’involuzione nel gioco che ne avevano quasi compromesso la stagione. Per l’Udinese invece è l’ennesima sconfitta in un finale di stagione davvero deludente, mentre sono forti i rumours relativi alla cessione della società da parte della famiglia Pozzo ad un non ben precisato fondo americano.

La grande sorpresa è venuta dall’Olimpico dove il Lecce, grazie ad una rete di Coulibaly al 43’, ha conquistato una salvezza difficile, ma alla fine meritata. Grande impresa pertanto per i salentini e per Giampaolo, che torna a sorridere dopo alcune stagioni di delusioni. Impresa  che, nella serata , è stata ancor più rimarchevole per l’espulsione di Pierotti nel recupero del primo tempo, nella ripresa ci ha pensato Falcone, e i difensori, a chiudere il fortino e a difenderlo contro tutti gli assalti dei biancocelesti. Se a Lecce si festeggia, a Roma, sponda Lazio, dopo una grande stagione, si piange per aver visto sfumare anche la Conference League, dopo Champions ed Europa Leaaue. Per Lotito è ora tempo di bilanci e anche la posizione di Baroni, che ha fatto comunque un eccellente lavoro di rifondazione della squadra, andrà valutata.

In mezzo alla solita contestazione contro la società, al 15’, dopo aver riprodotto la scritta ‘umana’ go home, la curva sud se ne è andata non vedendo quindi vincere il Milan contro il Monza per 2-0 grazie ai gol di Gabbia e Joao Felix. Se i brianzoli retrocedono, forse cambieraanno proprietà e dovranno ricostruire tutto daccapo, per i rossoneri le cose non sono poi così differenti. L’ottavo posto finale lascia il Milan senza coppe europee per il prossimo anno e con la firma di Tare occorrerà ora scegliere l’allenatore giusto per ripartire e decidere quali correttivi apportare ad una rosa che è sì competitiva, ma che ha evidenti lacune.

In un clima di festa continua, con uno straordinario spettacolo di fuochi d’artificio al triplice fischio e, la domenica, con il giro del bus scoperto attraverso la città per festeggiare la vittoria della Coppa Italia, il Bologna saluta il campionato con la terza sconfitta consecutiva, arrivata contro un Genoa, che non era affatto in vacanza. Di Vitinha e una doppietta del baby Venturino, alla sua prima partita da titolare, le reti liguri cui, nella ripresa il Bologna ha opposto solo l’ennesima perla di Orsolini. Il sogno a lungo cullato del ritorno in Champions è svanito a San Siro nell’ultimo quarto d’ora della sfida con il Milan, che anticipava quella della finale di Coppa Italia, ma almeno l’approdo in Europa League è stato certificato. Con Italiano in panchina si può crescere ancora.

La sfida più drammatica ‘sportivamente’ era quella del Castellani e, alla fine, forse contro l’andamento dell’ultimo periodo ha vinto l’Hellas, cui il successo mancava da otto turni, risultato che ha condannato alla serie B, dopo quattro stagioni, l’Empoli di D’Aversa, che dopo l’ottimo girone d’andata, si è inceppato non vincendo più per quasi sei mesi, salvo poi conquistare sei punti negli ultimi due incontri. Di Serdar, Fazzini e Bradaric le reti che hanno fatto esultare i veneti e Zanetti, doppio ex, da giocatore e tecnico, capace di resistere nel momento più buio e di portare a casa una salvezza che sa di piccola, grande, impresa.

DiGiuseppe Floriano Bonanno

Nato a Torino nel 1964 e laureato in giurisprudenza a Bologna nel 1990, da una vita lavora in un’azienda top nel mondo del banking. Appassionato di sport, letteratura e viaggi, ha contribuito a diverse riviste online focalizzate su calcio e cultura. Inoltre, ha arricchito il suo percorso pubblicando una serie di romanzi.