Jorginho

Nelle convocazioni di Spalletti per i due decisivi match della Nazionale contro Ucraina e Macedonia figura anche Jorginho. Il centrocampista dell’Arsenal torna quindi in azzurro, dove mancava dalla Nations League di giugno. Decisive le recenti prestazioni con i londinesi, dove Jorginho è tornato ai livelli a cui aveva abituato gli appassionati. Queste le parole del centrocampista in conferenza stampa: “Felice di essere stato richiamato, speravo nella chiamata del mister ed è arrivata. Spalletti mi ha detto cosa si aspetta da me, controllare e gestire la palla per tenere la squadra compatta e creare il gioco che vogliamo. Sono in ripresa, dopo l’Europeo ero calato un po’. Voglio però risentire quelle emozioni, sento che ho ancora molto da dare, sto bene e farò di tutto per aiutare la Nazionale. Sulla questione rigori nessun blocco psicologico, anzi ho una motivazione in più. Se ne capita uno e tocca a me mi farò trovare pronto. In due anni sono cresciuto tanto, cambiando squadre e allenatori. Penso di avere più esperienza dalla mia, capendo di più il gioco. Ho sempre nuovi obiettivi, sennò smetterei”.

Poi Jorginho parla della sua esperienza in Premier League e delle differenze con la nostra Serie A: “C’è più intensità, un modo diverso di interpretare le partite. Da noi è come giocare a scacchi, in Inghilterra è tutto più istintivo. Ambientarsi non è stato immediato, serve tempo e Arteta stesso ti riempie di informazioni, ma adesso sto benissimo. La Premier è bellissima ma anche la Serie A lo è“.

Uno degli avversari dell’Italia sarà la Macedonia, squadra che rievoca ricordi nefasti per gli Azzurri: “Loro sono chiusi, compatti, e cercheranno di farci male in contropiede. Dobbiamo stare organizzati e trovare il gol senza concedere nulla a loro”.

Jorginho parla poi della nuova Italia che sta crescendo, con talenti in rampa di lancio e altri già affermati: “Bisogna credere di più nei nostri ragazzi, c’è talento sia in Italia che all’estero. Anche in questa Nazionale ci sono giocatori di grande personalità, penso a Locatelli, Cristante o Di Lorenzo che stanno venendo fuori. Inoltre ci sono anche tanti altri giovani che stanno crescendo bene. Differenze Mancini-Spalletti? Non mi piacciono i paragoni, entrambi hanno grande esperienza e sincerità. Chiedono le stesse cose e il gioco non mi sembra così diverso, vogliono entrambi bel calcio, possesso palla, squadra alta e pressione“.

DiFabio Scalia

Laureato in geologia, da sempre grande appassionato di sport e scrittura. Juventino sfegatato, ma ho anche dei difetti.