Palermo

Il calcio, si sa, non è una scienza esatta. Sono tante le qualità che servono ad una squadra per fare bene. Una di queste caratteristiche fondamentali (più di una in realtà) possono essere catalogate sotto l’espressione “fattore C”. So già a cosa state pensando e dunque mi vado a spiegare meglio:

Prima però occorre fare un passo indietro e parlare del pareggio di ieri tra Palermo ed Ascoli per 2-2. Perché proprio l’ultima gara casalinga dei rosanero nella regular season, ci aiuta a chiarire meglio il concetto di cui sopra.

I rosanero entrano in campo e la gara si mette subito in discesa, Soleri ruba palla alla difesa bianconera, di esterno destro serve Brunori ed il capitano infila sotto il sette. L’Ascoli trova il pari su calcio di punizione con Caligara (in stato di grazia), i rosanero reagiscono e trovano nuovamente il vantaggio: Soleri questa volta realizza la marcatura personale, Segre in rovesciata gli serve l’assist. La squadra di Mignani va cosi in vantaggio negli spogliatoi. Situazione che, visto l’andamento del campionato non tranquillizza i tifosi rosanero abituati a vedere la propria squadra rimontata moltissime volte in questo torneo.

Nella ripresa i rosanero perdono Gomes per infortunio, Mignani effettua una serie di cambi e la squadra tira i remi in barca e si arrocca in difesa ad eccezione della sortita offensiva in cui Di Francesco calcia da fuori e trova la respinta sul palo del portiere ospite. L’assedio marchigiano sembra non trovare disattenta la retroguardia rosanero che combatte con tutte le sue forze per conquistare la prima vittoria dall’esonero di Corini. Ma ecco che al 93′ su una respinta maldestra di Soleri, Caligara colpisce di prima intenzione da fuori, tirando dal cilindro un gol magnifico che fissa il punteggio sul 2-2.

Analizzando la partita di ieri ai rosanero, dicevamo all’inizio, è mancato il “fattore C“. “C” come:

Cattiveria: per provare a chiudere la partita.

Coraggio: per spingersi in avanti anziché subire il pressing offensivo dell’Ascoli.

Collettivo: in grado di esprimere azioni d’attacco corali e non affidate allo spunto dei singoli.

Cross: i rosanero giocano con il 3-5-2 ma sfruttano poco la soluzione con gli esterni.

Cori: da parte della tifoseria che si è limitata a chiedere “Rispetto per la maglia” senza incitare la squadra.

Culo: perché si sa, nel calcio serve anche quello. Passateci il termine, ma in fondo chi non l’ha pensato? Una conclusione come quella di Caligara, di controbalzo al volo dai 25 metri, 9 volte su 10 va alle stelle ieri ha trovato l’angolino vincente.

Un’ultima nota lasciatemela esprimere: perché se c’è una “C” che abbiamo visto ieri in campo è quella di Cuore: chi nega che ieri la squadra ce l’abbia messa tutta per conquistare i 3 punti manca di oggettività. E a volte il confine tra applausi e fischi e davvero sottile, il finale di ieri ne è stata la prova. La squadra ha giocato un ottimo primo tempo, ha saputo soffrire nella ripresa difendendo, forse un po’ troppo, il 2-1 con il quale i rosanero avrebbero raccolto gli applausi di buona parte del pubblico. I fischi vanno contestualizzati e sono apparsi immeritati.

DiVincenzo Martines

Giornalista pubblicista dal 2013. Ha collaborato con alcune delle piú importanti realtà giornalistiche siciliane, seguendo principalmente le vicende del Palermo.