Quando pensi che la capolista possa finalmente concedersi una domenica pomeriggio serena, arriva il Parma – non il Real Madrid, non il Manchester City – a ricordarti che l’Inter ha un talento innato per complicarsi la vita. Il 2-2 maturato a San Siro non è solo un risultato deludente: è un atto d’accusa contro l’arte del rilassamento esasperato.
Primo tempo? Tutto ok. Darmian fa il bravo soldatino e segna. Thuram si inventa un pallonetto da cartolina (o da roulette russa, a seconda del punto di vista), ed è 2-0. A quel punto, invece di affondare il colpo, l’Inter spegne la luce. O forse ha premuto il tasto “modalità narcolessia”.
Poi arriva Bernabé del Parma, che non è Mozart ma decide comunque di comporre una sinfonia: gol da fuori area, difesa dell’Inter che lo guarda come si guarda un tizio che parcheggia in tripla fila – con disappunto, ma senza muovere un dito.
E il secondo gol del Parma? Ondrejka prende palla e attraversa il centrocampo come Mosè nel Mar Rosso, senza trovare ostacoli. De Vrij? Evaporato. Darmian? Colpevole della deviazione. Difesa interista? Presumibilmente impegnata a scambiarsi gli auguri di Pasqua.
Inzaghi, assente per squalifica, ha lasciato il comando al vice. Ma forse avrebbe dovuto lasciare anche un bigino su come chiudere una partita senza suicidarsi tatticamente. Perché sul 2-0, un allenatore con un briciolo di sadismo avrebbe chiesto il 3-0, il 4-0, la devastazione totale. E invece, gestione soft, cambi ritardati e nessuna reazione alla rimonta.
Chi ha steccato? Oltre alla difesa intera (che sembrava in gita), menzione speciale per Pavard, versione “ghosting”: presente solo sulla distinta. Barella nervoso, Thuram sparito dopo il gol, e Lautaro? Meglio non parlarne. Era in campo? Dicono di sì, ma potremmo dover rivedere le immagini.
L’Inter resta prima, ma la sensazione è che stia giocando col fuoco. E con il Bayern in arrivo in Champions, sarebbe il caso di spegnere le candeline della festa e accendere un po’ di concentrazione.
Marcatori:
15’ [0-1] Matteo Darmian (Inter) 45’ [0-2] Marcus Thuram (Inter) 60’ [1-2] Adrián Bernabé (Parma) 69’ [2-2] Jacob Ondrejka (Parma)
Parma (3-5-2): Portiere: Suzuki – Difensori: Delprato, Vogliacco, Valenti – Centrocampisti: Almqvist (dal 46’ Leoni), Keita, Hernani (dal 46’ Bernabé), Sohm (dal 54’ Ondrejka), Valeri – Attaccanti: Bonny (dal 78’ Camara), Man (dal 46’ Pellegrino)
Allenatore: Cristian Chivu
Inter (3-5-2):
Portiere: Sommer – Difensori: Bisseck, Acerbi, Bastoni (dal 46’ Carlos Augusto) – Centrocampisti: Darmian, Calhanoglu (dal 65’ Frattesi), Asllani (dal 81’ Arnautovic), Mkhitaryan, Dimarco (dal 59’ Zalewski) – Attaccanti: Lautaro Martínez (dal 65’ Correa), Thuram –
Allenatore: Massimiliano Farris (Inzaghi squalificato)
Ammoniti:
28’ Pontus Almqvist (Parma) 57’ Federico Dimarco (Inter) 89’ Nicola Zalewski (Inter) 92’ Enrico Delprato (Parma) 95’ Joaquín Correa (Inter)