La proposta era partita dal Sindaco di Udine Alberto De Toni: cittadinanza onoraria a Mike Maignan dopo gli incresciosi cori razzisti durante Udinese-Milan. Le sanzioni per la vicenda avevano toccato i singoli tifosi identificati dai filmati oltre alla stessa società con un turno a porte chiuse. Il Sindaco aveva dunque proposto la cittadinanza onoraria per il portiere rossonero per dimostrare che Udine non è una città razzista: “Abbiamo ritenuto doveroso difendere l’onore della città, del Friuli e dei tifosi che non si riconoscono nel gesto di qualche individuo accecato dal razzismo. Abbiamo deciso di compiere un gesto forte, un gesto che dimostrasse quanto Udine si distaccasse dalle accuse mosse nei suoi confronti“. Questo era stato l’accorato appello del Sindaco all’opposizione prima della votazione, aggiungendo anche che “per colpa di pochi Udine, intera, era additata, a torto, come la vergogna d’Italia, il capro espiatorio di un problema che non riguarda soltanto la nostra città, che non riguarda soltanto il calcio, e che ancora non è stato risolto nel Paese e in Europa”.
Un intento sicuramente nobile il suo, che però non è evidentemente stato colto fino in fondo dal consiglio comunale. Per l’approvazione sarebbe infatti stato necessario il 75% di voti positivi, una sorta di maggioranza rafforzata. L’opposizione ha però votato in massa per il no, che ha raccolto 13 preferenze a fronte di 25 sì. Proposta dunque respinta con lo stesso Sindaco De Toni che ha commentato amareggiato il risultato della votazione: “Sono molto deluso, avevamo l’occasione di dimostrare che Udine è unita e si distanzia con forza da quanto accaduto ma l’abbiamo persa“.