Sergio Conceicao

L’atteso derby  della Madonnina, in scena a Riyad, e valido come finale della Supercoppa, ha espresso il suo, forse inatteso verdetto: il trionfo è del Milan.

Dopo l’impresa in semifinale contro la Juventus, vincintrice dell’ultima Coppa Italia, rimontata nel secondo tempo grazie ad un rigore di Pulisic e ad un autogol di Gatti, contro gli eterni rivali nerazzurri, campioni d’Italia in cari, i rossoneri sono riusciti, se possibile, a fare ancora meglio, vincendo, ancora in rimonta, grazie alle reti di Hernandez, Pulisic ed Abraham, risalendo sul 3-2 in 40 minuti, dopo lo 0-2 al 48’.

Conceicao, in meno di 10 giorni, ha fatto quello che pareva impossibile, ovvero dare un anima ad una squadra – che ha partecipato a questa competizione in virtu della seconda posizione in Serie A dell’anno scorso – parsa quasi sempre svagata e senza nerbo, sapendo infondergli quella fame di successo necessaria a stare sul pezzo e non abbattersi nelle difficoltà, cementandosi e gettando il cuore oltre  l’ostacolo.

Il materiale umano era competitivo già in partenza, per carità, ma né l’ultimo Pioli, né tanto meno Fonseca, erano riusciti a farlo esprimere a dovere.

Rispetto alla sfida contro la Juventus l’unica novità per i rossoneri è Musah al posto di Bennacer, Inzaghi deve invece fare a meno di Thuram, sostituito da Taremi.

Primi 45’ di attesa e di studio, con le squadre guardinghe che, più che ad offendere, badano a non rischiare, quindi le emozioni si limitano ad un’occasione di Reijnders e ad una di Dimarco, così, quasi all’improvviso, nel minuto di recupero, da una rimessa laterale, battuta in velocità dai Dimarco, che trova Taremi libero sulla fascia, parte l’assist per  Lautaro, abile  a liberarsi di due difensori rossoneri e trafiggere Maignan.

In avvio di ripresa la sfida sembra chiudersi quando De Vrij trova Taremi in linea con i difensori avversari, l’iraniano controlla pregevolmente e, di giustezza, supera ancora Maignan con un tiro che pare un colpo di biliardo.

Sull’orlo del tracollo Conceicao cambia il destino della sfida inserendo Leao, che era in forte dubbio per i postumi dell’infortunio muscolare, ed il portoghese regala 40’ di pura magia entrando in tutte e tre le reti del Milan.

Prima viene steso, dopo un’imperiosa percussione, proprio al limite dell’area, la punizione di Theo, a mezza altezza, e a giro, non dà scampo a Sommer, che forse piazza male la barriera prendendo gol sul primo palo.

Lo stesso Leao innesca la fuga sulla fascia di Theo che, dal fondo, centra per Pulisic, abile a smarcarsi in area e battere ancora Sommer per l’inevitabile pareggio.

Le occasioni, sul 2-1 e sul 2-2, fioccano, da una parte e dall’altra, con i portieri decisivi  entrambi nell’evitare la capitolazione. La partita la vince comunque la panchina, e nelle scelte, e nei cambi di modulo, e così, quando siamo ormai a metà del recupero, un’intuizione di Pulisic fa pervenire la sfera nello spazio per Leao che controlla, arriva sul fondo e serve un cioccolatino per Abraham, che deve solo accompagnare la sfera nella porta sguarnita.

Trionfo rossonero e amara sconfitta nerazzurra, così si può sintetizzare una sfida, emozionante e vibrante che, soprattutto nella ripresa, è il miglior spot possibile per il calcio italiano.

Vedremo ora come Inzaghi e Conceicao faranno tesoro di quest’esperienza per il proseguo della stagione, di certo il mister portoghese è già entrato nella storia  del diavolo, arrivare prima di Natale e, in 3 giorni, battere in sequenza le due rivali storiche, Juventus ed Inter, e il giorno della Befana alzare al cielo un trofeo non è proprio da molti…

DiGiuseppe Floriano Bonanno

Nato a Torino nel 1964 e laureato in giurisprudenza a Bologna nel 1990, da una vita lavora in un’azienda top nel mondo del banking. Appassionato di sport, letteratura e viaggi, ha contribuito a diverse riviste online focalizzate su calcio e cultura. Inoltre, ha arricchito il suo percorso pubblicando una serie di romanzi.